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giovedì 24 maggio 2012

SIRIA:MONS.NAZZARO"I PAESI OCCIDENTALI NON FANNO NULLA DI CONCRETO PER FERMARE IL CONFLITTO"

24/05/2012 13:23
SIRIA
Nel Paese circolano guerriglieri provenienti da Libia, Tunisia, Turchia e Pakistan. Per mons. Nazzaro essi sono giunti in Siria per creare il caos. Cristiani e musulmani convivono e affrontano insieme i dolori della guerra.


Aleppo (AsiaNews) - "Ci sono forze straniere che non vogliono la pace in Siria. Il Paese è ormai preda di guerriglieri provenienti da Tunisia, Libia, Turchia, Pakistan e altri Stati islamici. Armi e denaro passano attraverso i confini e alimentano questa spirale di violenza". È quanto afferma ad AsiaNews mons. Giuseppe Nazzaro, vicario apostolico di Aleppo. "I Paesi occidentali non fanno nulla di concreto per fermare il conflitto - sottolinea - essi non hanno a cuore il destino del popolo siriano, che oltre alla guerra fra esercito e ribelli subisce anche l'embargo economico". Mons. Nazzaro racconta che in tutto il Paese iniziano a scarseggiare medicinali, carburante, gas. Nelle province più colpite dagli scontri, manca tutto ed è difficile per la popolazione sopravvivere, soprattutto se si protrarrà ancora questa situazione di tensione. 

Il vescovo spiega che gli estremisti islamici continuano a sparare e compiere attacchi e non hanno alcun interesse a cercare una via d'uscita dal conflitto. "Chi finanzia queste milizie? - si chiede il prelato - dopo l'imposizione del cessate il fuoco lo scorso 12 aprile, vi sono stati continui attacchi mirati contro l'esercito che purtroppo risponde con altrettanta crudeltà".

Da circa tre settimane i militari di Assad bombardano la città di Rastan situata fra Homs e Hama, principali roccaforti dei ribelli islamici. Fonti dell'opposizione parlano di 33 morti negli ultimi due giorni. Nella zona si segnalano anche soprusi ai danni della comunità cristiana. Lo scorso 10 maggio nel villaggio di Al Borj Al Qastal, a pochi chilometri da Hama, dieci famiglie sono state espulse da guerriglieri stranieri che hanno utilizzato le abitazioni per scopi militari. Ieri alcuni hanno fatto ritorno, dopo che la zona è tornata sotto il controllo dell'esercito siriano.LEGGI TUTTO

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