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lunedì 23 luglio 2012

MARCO DELLA LUNA" FAR VOTARE IL POPOLO PRIMA CHE SI INFEROCISCA"


Far votare il popolo prima che si inferocisca
23.07.12 Marco Della Luna


Mentre incalzano i declassamenti del sistema-Italia da parte delle agenzie di rating (downrating del debito pubblico, di banche, di enti pubblici), mentre lo spread si impenna, mentre le soluzioni annunciate e festeggiate vivono al più due giorni, mentre il contagio greco e spagnolo si fa sempre più pressante, si moltiplicano i contatti a tema monetario tra Monti, Napolitano, Draghi e altre entità più nell’ombra, e vengono divulgati messaggi rassicuranti: niente nuove manovre, niente crisi monetaria, niente rottura dell’Euro, interventi senza tabù da parte della BCE. Ma promesse e rassicurazioni in materia monetaria, come l’esperienza non si stanca di dimostrare, sono solitamente strumentali e mendaci.
Mettiamo ora questo quadro in relazione col tema delle elezioni e della riforma elettorale. Napolitano esige la riforma del Porcellum, onde dare (parvenza di) rappresentatività popolare al parlamento, prima delle prossime elezioni politiche. Diverse fonti ventilano un progetto di voto anticipato ad Ottobre. Monti emette ormai effati implicitamente possibilisti in tal senso. Si parla di un patto tra i partiti che lo sostengono per cambiare la legge elettorale (cioè per inventare un nuovo sistema per eleggere sempre gli stessi), impegnarsi congiuntamente a continuare l’appoggio a Monti e alla sua linea di “risanamento” quale che sia il voto dei cittadini, e poi andare alle urne in sicurezza, avendo “rassicurato i mercati e Berlino”
Mi suona molto così: “Cari titolari dei partiti responsabili, se volete rimanere ancora qualche anno in poltrona a gestire la spesa pubblica come siete abituati a fare, dovete vincolare la futura azione del futuro parlamento ad obbedire e votare le veline della BCE, dell’Eurogruppo, della Commissione,  impegnandolo sin da ora a fare tutte le riforme e le cessioni di sovranità che saranno richiesti, anche contro la logica e l’interesse nazionale; solo a tale condizione, la BCE, in deroga autocratica al suo statutario divieto a intervenire in tal senso, continuerà a intervenire sottobanco, sul mercato secondario, per comprare, cioè rifinanziare, il debito pubblico italiano evitando il default del paese.”
Un rinnovo parlamentare di questo tipo, imposto dall’estero come già lo fu il rinnovo del governo l’anno scorso, servirà ad affrontare il caldissimo autunno-inverno che ci aspetta, quando scadranno gli ammortizzatori sociali in essere ora (e si impennerà quindi il numero degli ufficialmente disoccupati), quando arriverà la seconda stangata dell’Imu, quando si faranno i conti con la moria di imprese e posti di lavoro già percepibile a chi opera in contatto con le pmi e con i lavoratori autonomi. Quando, insomma, probabilmente scoppierà la crisi sociale.
Tale fedelissimo parlamento fantoccio, necessario complemento di un governo pure calato dall’alto, potrà legiferare per reprimere la protesta popolare, per introdurre nuove tasse e misure straordinarie, per ingabbiare la nazione nelle strutture giuridiche autocratiche decise altrove, assai più affidabilmente di quanto può fare l’attuale parlamento zombie. E, nel farlo, potrà dire: “non rappresentiamo il popolo che democraticamente ci ha eletti; l’opposizione è violenza, follia, rifiuto delle regole.”
Ma soprattutto è meglio far votare la gente in autunno, prima che il bubbone scoppi, prima che succeda qualcosa di grave e duro per la vita quotidiana, prima che il governo dia ulteriori e traumatici giri di vite, prima che si sentano pienamente gli affetti della sua politica economica e del dominio tedesco. Andare al voto nel Marzo 2013 vorrebbe dire andare dare lo strumento elettorale in mano a un popolo che sarà inferocito e sfiduciato, anche verso l’UE, verso Napolitano, oltre che verso Monti e i suoi sostenitori.
Questa ipotesi spiegherebbe l’attivismo e gli sforzi in corso da parte di premier, Quirinale, BCE e ABC per turare le falle e puntellare il sistema finché non dispongano di un nuovo parlamento  a loro misura, per le loro non divulgate strategie. Spiegherebbe anche perché Berlusconi ancora non dichiara la sua linea come candidato a premier: a seconda di come andranno le cose nei prossimi mesi, a seconda che quel piano riesca oppure fallisca, dovrà presentarsi come fedele servitore dell’Europa dei banchieri, oppure acerrimo leader della lotta contro di essi.
23.07.12 Marco Della Luna

LA RIFORMA PRIMA DI OGNI ALTRA RIFORMA

21.07.12 Marco Della Luna

Roma, il governo centrale, ha un rating BBB+, di appena un grado sopra la Sicilia di Lombardo e Cuffaro. E Calabria e Campania sono solo un filino meglio o più indietro nel dissesto della Sicilia. Ossia, la Sicilia è un disastro, avendo, per struttura sociopolitica, dissipato follemente per clientele, creste, mafie, ma altre regioni meridionali hanno fatto, avendo analoga struttura, esattamente la medesima cosa, che in fondo ha fatto e fa anche Roma, dato che a Roma non si ha la maggioranza e non si governa senza i voti della Sicilia e della Campania, e in generale dei territori che hanno la struttura e i costumi sociopolitici della Sicilia. Ciò vale per la destra come per la sinistra, che hanno dovuto allearsi con quella struttura sociopolitica per vincere le elezioni e per governare. E’ davvero ipocrita accusare un partito di collusione con la mafia: come potrebbe evitarlo senza accettare di perdere a priori? 
Perciò da Roma, dallo Stato italiano, non può venire alcun risanamento di quelle regioni, alcun cambiamento di quelle mentalità, ma solo la crescita di una tassazione che già è la più pesante del mondo e che viene in buona parte rubata dalla politica e dall’affarismo dentro le istituzioni, che ne rendono solo una povera parte in grami servizi pubblici e in scarse opere pubbliche. Finora, anche con Monti, si è finto di fare ed eseguire riforme correttive, ma non ci crede più nessuno, soprattutto nelle capitali che contano e nelle agenzie che pesano, perché tutti hanno capito che la struttura sociopolitica dell’Italia è tale, che non è possibile che faccia tali riforme. Monti ha cercato di simulare di adempiere le prescrizioni della famosa bolla della BCE, ma le sue manovre, le sue liberalizzazioni, le sue riforme e la sua spending review sono una serie di ciofeche che non cambiano nulla nella sostanza, salvaguardano privilegi e posizioni oligopolistiche e spingono ulteriormente il paese in recessione. Berlino lo ha capito, e lo La riforma da fare, quella necessaria perché si facciano e funzionino tutte le altre riforme, è sciogliere un paese composto da mentalità e costumi ed esigenze monetarie troppo diverse tra di loro. Tirare una linea, istituire una frontiera, da qualche parte sopra Viterbo. Rendere il Sud e il Nord indipendenti. Il Nord che, libero dal balzello di circa 100 miliardi l’anno per il Sud e Roma, va in avanzo di bilancio e investe per recuperare la distanza competitiva perduta sui paesi avanzati. E rimanda a casa loro, per quanto possibile, tutti quei personaggi venuti a portare schemi criminali di tipo mafioso. Il Sud, con Roma, a fare i conti, finalmente, con le proprie storture, quindi ad avere un vero incentivo per risolverle – a fare i conti con quanto lavora e produce e spreca, e quanto vuole spendere e come e attraverso chi, senza più scaricare il suo disavanzo sul Nord via Roma, quindi responsabilizzandosi per se stesso. E che esce dall’Euro e svaluta del 30% e così attira investimenti e turismo, e recupera competitività. La soluzione ai problemi dell’Euro potrà essere, sulla carta, la piena integrazione politica; ma I tedeschi e i popoli simili non accetteranno mai di integrarsi con popoli di cui hanno visto le caratteristiche all’opera, dalla Grecia alla Sicilia. Non sono masochisti. Stanno lavorando per costruire non un’Europa unita e solidale, ma una gabbia istituzionale, un organismo finanziario autocratico e tecnocratico da loro gestito, con cui essi domineranno e adatteranno ai loro interessi economici paesi come l’Italia, la Grecia , la Spagna. Restare uniti, per il Nord e per il Sud d’Italia, significa finire in questa condizione. Presto.

21.07.12 Marco Della Luna

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