di Assuntina Morresi 7 Agosto 2013
Vite in vendita- uteri in affitto. Avvenire ha aperto un’inchiesta sul mercato dei figli. Ieri un mio pezzo, sul fenomeno in India, e oggi la seconda puntata, sul traffico russo.
Di seguito due box interni, sempre nella pagina di Avvenire ieri sull’India, che non sono riportati nel link:
1. A te il denaro. A me il bebè: dramma dopo il parto
Dall’inchiesta emerge che il momento peggiore nell’esperienza di una madre surrogata è proprio quello in cui si abbandona il neonato, nonostante durante tutta la gravidanza si sia sentita dire che quello non è suo figlio, ma di chi lo ha pagato. “Ripetevo a me stessa: questi non sono i miei bambini, questi non sono i miei bambini”, ha raccontato al Washington Post la ventiquattrenne Komal Kapoor, una madre surrogata che vive in uno slum di New Delhi. Dopo aver partorito due gemelli “molto belli, con la pelle chiara e i capelli neri” ha ricevuto da una coppia americana 8000 dollari,
con cui vuole assicurare un futuro a sua figlia: normalmente lei guadagna 54 dollari al mese, in una ditta di abbigliamento, e suo marito 85, trafficando con la spazzatura. Chi commissiona il figlio è solitamente una coppia occidentale e benestante, in cui la donna ha più di 40 anni, entrambi con un titolo di studi elevato e un lavoro stabile, che vogliono un bambino ad ogni costo e che si sono decisi a ricorrere a questa pratica dopo aver conosciuto storie analoghe di altre coppie. La maggior parte è decisa ad abortire se il bambino “non corrisponde alle attese” – cioè se presenta anomalie.
2. Il “listino”.
Vuoi i tratti caucasici? 10mila dollari in più
Interessanti i prospetti per la maternità surrogata: è il caso del sito newlifeindia.com, che offre pacchetti completi e dettagliati.
Innanzitutto i costi sono diversi a seconda che si debbano acquistare o meno anche gli ovociti, ed il prezzo dipende dalla popolazione di provenienza: gli ovociti indiani sono meno costosi di quelli caucasici. Proprio di recente in un articolo su The Times of India si spiega come siano gli stessi indiani a chiedere, nelle cliniche, “donatori” di gameti con la pelle chiara. “Siamo così grati che nostra figlia Vani sia bianca come il latte”, dichiara al giornale una coppia che ha cercato “donatori” con la pelle più chiara della propria, perché “non si può negare che è più facile far sposare ragazze con la pelle chiara”.
La scelta degli ovociti – donne indiane o caucasiche - va discussa a parte con il “program manager”, fermo restando che per la caucasica c’è un costo addizionale di 10.000 dollari.
I pacchetti di maternità surrogata comprendono anche offerte con due madri surrogate in contemporanea, differenti a seconda che il risultato finale sia di una o due gravidanze confermate, cioè se si vogliono uno o due figli. Il pagamento viene effettuato in quattro rate: la prima alla selezione della donna, e include anche le “spese di trasporto della surrogata” (400 dollari, per la precisione); la seconda prima della fecondazione in vitro, la terza alla conferma della gravidanza e la quarta dopo il parto. Il totale è di 28.550 dollari se il bambino è uno, che diventano 42.200 se invece se ne commissionano due (insomma, per due insieme c’è lo sconto).
Sono anche indicati eventuali costi “incidentali”, per servizi aggiuntivi, non previsti: oltre alla ripetizione dei tentativi di trasferimento degli embrioni, una gravidanza gemellare costa 1000 dollari in più, mentre per una riduzione embrionaria selettiva se ne pagano solo 500. Se la madre surrogata dovesse perdere l’utero, si prevede un compenso aggiuntivo di 1500 dollari, e se invece il bambino nascesse prematuro ci saranno costi proporzionati alla sua permanenza nei reparti di terapia intensiva.
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