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mercoledì 20 agosto 2014

QUELLI DELL' ISIS HANNO DICHIARATO CHE GIUNGERANNO A ROMA.....OGGI ABBIAMO IL "CORAGGIO" DI INGINOCCHIARCI E GRIDARE GESU' DONACI LA VITTORIA?!? SANTA MARIA, PREGATE PER NOI!

tratto da http://www.ioamolitalia.it/ di Magdi Cristiano Allam

ALI DI LIBERTÀ

In un video diffuso dall'Ansa non si mostra la fase dello sgozzamento e della successiva decapitazione del giornalista americano James Foley. Si vede il terrorista islamico dell'Isis (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante), incappucciato, che tiene la testa del giornalista mentre pronuncia in inglese la sua condanna a morte come ritorsione per i bombardamenti americani contro le forze dell'Isis a Mosul: "Questo è James Foley, un cittadino americano... i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani... non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un'aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente".

Foley, un attimo prima di essere sgozzato e decapitato, fa delle dichiarazioni contro la guerra degli Stati Uniti e contro i recenti bombardamenti americani. È veramente sconvolgente come una persona terrorizzata venga del tutto sottomessa all'arbitrio del carnefice facendogli dire e fare tutto ciò che gli si impone, pur nella consapevolezza che ciò non gli salverà la vita. 

Successivamente ci si limita ad annunciare che Foley viene sgozzato e poi decapitato, con la testa appoggiata sul corpo. Di fatto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell'ostaggio, e inizia vigorosamente a tagliare. Nell'immagine successiva del video originale si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena.

Infine il video mostra lo stesso terrorista islamico che tiene un altro giornalista americano, Steven Joel Sotloff, anche lui rapito in Siria: "La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni", minaccia il terrorista.

È del tutto evidente che i terroristi islamici fanno leva sul nostro attaccamento alla sacralità della vita che noi consideriamo un valore assoluto e universale, l'essenza stessa della nostra umanità, sulla nostra innata e naturale paura di perdere la vita soprattutto con quella modalità atroce dello sgozzamento e della decapitazione, esibendo in modo feroce la loro ideologia islamica della morte, di totale disprezzo della vita altrui ma anche propria. 

Questa ideologia della morte eretta a caposaldo della loro guerra santa islamica ovunque nel mondo, confermata sia dall'Isis in Iraq e Siria sia da Hamas a Gaza, si fonda sui precetti islamici e sul comportamento di Maometto. Fu proprio il loro profeta che nel 627 partecipò di persona allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 800 ebrei della tribù dei Banu Qurayza alla periferia di Medina. 

Ecco perché è assolutamente infondato immaginare che il terrorismo islamico sia di natura reattiva. I terroristi islamici sgozzano e decapitano gli ebrei, i cristiani, gli infedeli e gli apostati a prescindere dai fatti contingenti. Lo fanno perché l'ha ordinato Allah nel Corano e perché l'ha fatto concretamente Maometto.

Questi sono dati di fatto incontrovertibili e documentati dal Corano e dalla Sira, la biografia ufficiale di Maometto. Allora perché noi abbiamo paura anche semplicemente di dire la verità, di guardare in faccia alla verità dell'islam, sostenendo con dovizia di prove che è l'islam il male assoluto e che l'islam non può essere in alcun modo concepito come una religione divina alla stregua dell'ebraismo e del cristianesimo. 

Dobbiamo vincere la paura e vivere sostenendo a viva voce la verità senza mai rinunciare alla libertà. 

Andiamo avanti fino alla vittoria. Insieme ce la faremo!

di Magdi Cristiano Allam

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ANGUERA: GLI UOMINI DALLA GRANDE BARBA..... NUMEROSISSIMI I MESSAGGI DI MARIA S.S. AI SUOI FIGLI


2.553 - 24.07.2005
Cari figli, l’umanità si è allontanata da Dio ed è giunto il momento del grande ritorno. L’umanità vivrà momenti di grande sofferenza. Molti dei miei poveri figli camminano come ciechi e procedono verso l’abisso dell’autodistruzione. Tornate in fretta. Siete importanti per il Signore. Non allontanatevi dalla sua grazia. Gli uomini del terrore raggiungeranno il Vaticano. La piazza sarà piena di cadaveri. L’umanità vedrà l’azione malefica degli uomini dalla grande barba. Il Colosseo crollerà. Sappiate che il Signore è rattristato a causa dei peccati degli uomini. Ecco i tempi delle grandi tribolazioni. Inginocchiatevi in preghiera. Io sono vostra Madre e soffro per ciò che vi attende. Siate del Signore. Lui è il vostro Tutto e senza di Lui nulla potete fare. Avanti con coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.


   7 ottobre: Festa della Madonna della Vittoria o del Santo Rosario
   
LEPANTO

All’alba del 7 ottobre 1571, di fronte al golfo di Patrasso in Grecia, presso Lepanto, si trovano schierate due grandi armate navali: quella dei Turchi con duecentoventidue galee e altri vascelli

 minori, e l’armata cristiana con duecentosette galee e pochi vascelli minori.

Con grande fatica e lunghe trattative, il Papa è riuscito finalmente a riunire le forze dei Principi cattolici d’Italia, Spagna, Germania ed a concludere la Lega Cattolica. Il comando supremo è affidato al Principe Don Giovanni D’Austria, figlio dell’Imperatore Carlo V e fratello di Filippo II, di Spagna, che riceve solennemente, nella Chiesa di Santa Chiara in Napoli, lo Stendardo donato dal Papa. Riceve pure un quadro con l’Immagine della Madonna e la scritta «S. Maria succurre miseris», dono del Superiore del Monastero dei Celestini, in San Pietro a Maiella.
Scopo della Lega è fermare la strapotenza turca che domina già l’antico Mediterraneo orientale, e in quell’anno occupata Cipro, minaccia l’intera Europa, con l’audacia di giungere fino a Roma.

Quando è dato il segno della battaglia con il rombo dei cannoni e le urla da parte delle Galee turche, tutte le galee dell’armata cristiana ammainano la propria bandiera. Solo sul pennone della nave capitana è innalzato lo Stendardo della Lega con l’immagine di Gesù Crocefisso, ed all’albero maestro della nave capitana è appeso il quadro della Madonna con l’invocazione «S. Maria succurre miseris». I Principi, i cavalieri, i marinai piegano il ginocchio e, con lo squillo di trombe, si leva il 
grido«Gesù, donaci la vittoria! Santa Maria, pregate per noi!».
Quel giorno la Madonna fu veramente la vincitrice, sostenendo il coraggio dei combattenti in una battaglia sanguinosa durata fino a sera. La notizia della vittoria è comunicata a Roma in modo miracoloso.
Il Papa San Pio V che tanto si è adoperato per riunire in santa lega le forze delle potenze cristiane, la sera di quel giorno memorando, ritirato nella sua camera del Palazzo Vaticano, prega per i suoi figli lontani. Improvvisamente una grande visione si apre ai suoi occhi: sulla lontana distesa del mare, popolata da centinaia di navi, egli vede l’armata dei Cristiani, in una furibonda lotta, vincere l’armata dei Turchi. In questo atteggiamento lo raffigura il pittore Mario Barberis nel quadro posto sull’altare a lui dedicato,nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino.

Il Papa si affretta allora ad annunziare che la grande battaglia è vinta per intercessione della Vergine Santissima, e vuole che subito si levi al Signore un inno di ringraziamento e di riconoscenza per il grande favore concesso alla Cristianità. L’annunzio ufficiale della vittoria giungerà a Roma solo ventitré giorni dopo, portato dai messaggeri di Marcantonio Colonna, l’ammiraglio del Papa, il quale viene accolto, al suo ritorno, con grandi onori. 
A ricordo di questa insigne vittoria riportata dai Cristiani con l’aiuto della Vergine, il Papa S. Pio V, come è detto nel Martirologio romano, fissa nel giorno 7 ottobre la festa del santo Rosario e la commemorazione di Santa Maria della Vittoria. 

San Pio V provvede pure ad inserire nelle Litanie lauretane il titolo Auxilium Christianorum.

La Congregazione dei Riti, nel Decreto per la istituzione della festa di Maria Ausiliatrice, afferma: «Pio VII emulò il suo predecessore Pio V che, per la strepitosa vittoria ottenuta con l’intercessione di Maria, inserì nelle Litanie lauretane il nuovo elogio di Auxilium Christianorum».

Oggi si può, con tutta certezza, asserire che questo titolo è anteriore al pontificato di San Pio V, ma la sua devozione si propaga in modo particolare dopo la vittoria di Lepanto, a cui va legato il nome del Santo Pontefice.

La Cupola maggiore della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco, recentemente riportata dai restauri al suo splendore originario, ritrae in cielo la gloria dell’Ausiliatrice, assisa in trono, e l’opera di Don Bosco in terra. Di fronte al trionfo dell’Ausiliatrice, il pittore Giuseppe Rollini ritrae, in una grandiosa 

rappresentazione, la battaglia di Lepanto, con un incrociarsi di galee e pennoni in lotta.

Alla destra della scena della battaglia, sono ritratti, accanto al Papa San Pio V, i principi cristiani che contribuirono con le loro armate, ad ottenere la Vittoria di Lepanto. È un gruppo di dieci slanciate figure di cavalieri sfarzosamente vestiti, secondo il costume del tempo, raccolti intorno al re di Spagna Filippo II, il doge di Venezia Luigi Mocenigo, il duca Emanuele Filiberto di Savoia, ed altri.
Alla sinistra un imponente gruppo di cavalli e cavalieri: sul destriero bianco, irrigidito quasi sull’attenti e che morde il freno, siede il re di Polonia Giovanni Sobieski che volge lo sguardo devoto verso la Madonna; accanto un altro cavaliere abbassa, in segno di omaggio alla Vergine, la bandiera strappata ai Turchi. È la raffigurazione della liberazione di Vienna e della vittoria terrestre sui Turchi. Come Lepanto ferma l’avanzata turca per mare, così la vittoria di Vienna nel 1683 la ferma per terra, e l’Europa è salva!
Anche la battaglia di Vienna è frutto della protezione e dell’aiuto di Maria, pregata ed implorata con il Santo Rosario, da parte del popolo cristiano e dei combattenti, animati dallo zelo del cappuccino il Beato Marco d’Aviano.

Dopo la Battaglia di Vienna, il Papa B. Innocenzo XI, come omaggio di gratitudine alla Vergine, istituisce la Festa del Santo Nome di Maria, fissandola il 12 settembre.1

                                                                                 D. Mario Morra SDB
1 Fedele Giraudi, Il Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Chiesa Madre dei Salesiani di Don Bosco in Torino (Torino, SEI 1948).                                                                  

IMMAGINI:
1  
Affresco della cupola maggiore del Santuario di Maria Ausiliatrice. Gli Angeli srotolano l’arazzo mostrante la battaglia di Lepanto. Alla destra il Papa San Pio V e alla sinistra il re polacco Giovanni Sobieski che volge lo sguardo verso il trono della Vergine.
2  
Il riscatto dei prigionieri cristiani ad opera dei Padri Mercedari.
3  
I Prìncipi cristiani riuniti attorno al re di Spagna.4  Maria in trono circondata dagli Angeli. In basso l’opera di Don Bosco e dei suoi figli nel mondo.

1 commento:

vincenzo ha detto...
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