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mercoledì 20 febbraio 2013

NESSUNA BENEDIZIONE DEI VESCOVI ALLA COALIZIONE MONTI-FINI-CASINI !!!







L’operazione capeggiata da Mario Monti è stata una delle nuove offerte politiche di questa campagna elettorale. Ma nuovo è stato anche il modo con cui il premier uscente si è collegato con la Chiesa. Nuovo e strano.

La novità sta nel fatto che proprio mentre la gerarchia della Chiesa si ritraeva dalla mischia politica e rinunciava a scommettere sull’uno o sull’altro dei partiti in lizza, lui, Monti, si è mosso nella direzione contraria. Non solo in poco più di un anno è riuscito a incontrare il papa ben otto volte, l’ultima sabato scorso, polverizzando ogni record. Soprattutto ha voluto accanto a sé come ispiratore, stratega e selezionatore di candidati il fondatore e leader di un’associazione religiosa di primissimo piano, Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, con i suoi fedelissimi in Vaticano e fuori. “È il mio polo magnetico”, ha detto di lui qualche giorno fa a Napoli, mentre si faceva accompagnare in visita pastorale nella “Casa di Tonia” e in altre opere assistenziali promosse dalla Comunità.

La stranezza sta nel fatto che se il calcolo di Monti era di attrarre la Chiesa dalla sua parte e con la Chiesa i grandi numeri del voto cattolico, l’effetto è parso essere opposto. Il momento magico di fine dicembre, quando “L’Osservatore Romano” uscì con un articolo del suo notista politico Marco Bellizi inneggiante a Monti, alla sua “politica alta” e al “successo” che gli si prevedeva, ha lasciato rapidamente il passo al ritiro di qualsiasi benedizione vera o immaginaria alla sua lista, da parte della gerarchia.LEGGI TUTTO

giovedì 10 gennaio 2013

BELLA DOMANDA !!! LA RISPOSTA CHE MI SONO DATA : NO, NON PUO' FIDARSI



(tratto da http://www.corrispondenzaromana.it di Sandro Magister su www. chiesa) 
ROMA, 10 gennaio 2013 – 

Ogni volta che Benedetto XVI parla contro i matrimoni tra omosessuali, puntualmente viene subissato di critiche. Ma l’ultima volta che l’ha fatto, nell’annuale discorso prenatalizio alla curia, non è stato così. Tutti zitti.

A fare da scudo al papa c’era il gran rabbino di Francia Gilles Bernheim, da lui citato a sostegno delle proprie tesi. E tra gli opinionisti avversi nessuno s’è sentito in animo di prendere a bersaglio anche un luminare dell’ebraismo europeo, oltre al capo della Chiesa cattolica.

In effetti, il caso francese sta facendo scuola al di là dei suoi confini, nella battaglia pro e contro quelli che la Chiesa definisce “principi non negoziabili” e di cui è un cardine il matrimonio tra uomo e donna.

Contro la volontà della presidenza Hollande di dare valore di legge ai matrimoni tra omosessuali hanno reagito vivacemente non solo la Chiesa cattolica, guidata dall’arcivescovo di Parigi, ma anche autorevoli esponenti delle altre religioni e del mondo laico, tra cui la filosofa femminista Sylviane Agacinski, moglie dell’ex premier socialista (e protestante) Lionel Jospin, e, appunto, il gran rabbino Bernheim, con un documento di 25 pagine nel quale rovescia ad uno ad uno gli argomenti a sostegno dei matrimoni omosessuali e delle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso.LEGGI TUTTO

venerdì 28 dicembre 2012

ASSUNTINA MORRESI SI E' FATTA UNA CHIARA IDEA DI MONTI E DEL SUO DISEGNO....


di Assuntina Morresi 23 Dicembre 2012

Mario Monti ha finalmente svelato le sue intenzioni. E io che mi illudevo che diventasse il federatore dei moderati! Ma lui ha ben altro per la testa. Sostanzialmente ha detto “Non mi candido, ma sono disponibile a essere nominato premier senza essere stato votato”. Interessante no?

E voglio proprio vedere se dà l’OK a mettere il suo nome su qualche lista. Perché se lo mettono, il suo nome, allora sarà contato per i voti che prenderà. Se non lo mettono, allora perché nominarlo presidente del consiglio? Perché ha dato la sua disponibilità in una conferenza stampa? Ma vogliamo scherzare? E che succede, se io faccio domani una conferenza stampa e dò la mia disponibilità a essere nominata ministro? Mi nominano? Mi mettono in una lista speciale, di quelli che sono così bravi che ci sono le schede elettorali precompilate? Ma non ho capito: ci sono le elezioni o la tombola? E visto che è Natale oltre ai numeri si tirano fuori pure i nomi dei ministri e dei presidenti del consiglio?

La legge attuale, tra l’altro, obbliga a mettere nella scheda elettorale il nome del capo politico della lista o della coalizione di liste. E quindi i centristi chi metteranno, se non Monti? Montezemolo, perché le prime lettere del cognome sono uguali?

E i cattolici? Ecco cosa ne pensa, Mario Monti: lo traggo da una intervista molto significativa, oggi su Repubblica, che TUTTI dovete leggere, visto che spiega esplicitamente che il centro e il Pd dovranno allearsi dopo il voto (molto più di quello che ha lasciato capire in conferenza stampa). Di seguito, poi, uno stralcio illuminante per i cattolici:

Scalfari: Montezemolo, secondo te, rappresenta la società civile?

Monti: "Rappresenta in qualche modo le imprese. Riccardi è il fondatore di Sant'Egidio...".

Scalfari: E rappresenta la Chiesa. Anche tu sei cattolico, ma non rappresenti la Chiesa. Io non credo che la religione si debba occupare di politica e di partiti. Purtroppo vedo che se ne occupa ma non credo sia sopportabile. Carlo Azeglio Ciampi è cattolico ma ha rappresentato il laicismo dello Stato. Lo stesso fece Scalfaro che era cattolicissimo ma laicissimo. Napolitano poi è tutt'altra cosa.

Monti: "Anch'io sono laico nel senso che tu intendi".

Scalfari: Lo so e per questo dico che una lista imbottita di persone pur degnissime che fanno parte di Comunione e Liberazione o di Opus Dei, o di Acli o di altre analoghe associazioni del tipo delle cooperative bianche e dei coltivatori diretti cattolici, non è società civile ma Chiesa militante. Allora il piano cambia, si rifà la Dc.

Monti: "Nessuno di noi pensa questo e io non mi propongo un obiettivo del genere".

E più avanti:

Scalfari: Ci sono molti punti comuni con il Pd.

Monti: "Certo".

Scalfari: Tu pensi ad un'alleanza post elettorale?

Monti: "La considero indispensabile. Dobbiamo ricostruire la pubblica amministrazione e costruire lo Stato dell'Europa federale. Ti sembrano compiti che possano essere portati avanti da un solo partito? Ci vuole una grande alleanza perché si tratta di una vera e propria rivoluzione".

Quindi, ricapitolando, Andrea Riccardi è il cattolico di riferimento di Mario Monti, l’unico, e gli basta. Monti non ha certo intenzione di fare una nuova DC. Ha ben altro per la testa. Lui vuole appoggiare il governo Bersani: dei cattolici, che così ingenuamente si volevano far federare da lui, se ne infischia, anzi, proprio non li vuole, conferma le parole di Scalfari, dicendo che "nessuno di noi" (cioè, immagino, né lui né Riccardi, né Casini né Montezemolo) pensa di portare l’associazionismo cattolico in parlamento. Altro che nuova DC! Adesso sappiamo dove vuole portare il paese. E soprattutto noi cattolici sappiamo cosa ha intenzione di fare.

E i valori non negoziabili? Li affida a Riccardi? E’ lo stesso Riccardi che ha permesso, come ha detto Andrea Romano, che i valori non negoziabili fossero espulsi dal programma montezemoliano che lui ha sottoscritto? (v.questo link per leggere la notizia ). E’ lo stesso Andrea Riccardi che dal piano famiglia ha cancellato il fattore famiglia che Giovanardi aveva introdotto, e ha persino considerato troppo compromettente il riferimento all’art.29 della costituzione che parla di famiglia fondata sul matrimonio, e ha tolto pure questo riferimento dal piano famiglia (scusate le ripetizioni, ma voglio essere chiara)? Se solo e unicamente a lui saranno affidati i valori non negoziabili, allora ci sarà veramente da ridere. O forse da piangere. Il centro, e Monti in qualche modo con il centro, aprirà a sinistra, questo il senso dell’intervista data oggi a Scalfari, e pure della conferenza stampa. Altro che super-partes! Di partes ne ha abbracciata una sola, e oggi l’ha spiegato per bene.

lunedì 17 dicembre 2012

I CATTOLICI CHE HANNO CAPITO NON SI SCHIERANO PER MONTI.....SI SPERA CHE CAPISCANO ANCHE QUELLI CHE ANCORA TENGONO LA TESTA SOTTO LA SABBIA


(tratto da Corrispondenza Romana di Danilo Quinto 12 dicembre 2012) 

Ora il Presidente del Consiglio ha le mani libere. Ed è bene che sia così. Ci si preparava ad altri cinque anni del suo Governo. Hanno una bella faccia di bronzo coloro che sostengono che questo Governo ha messo a posto i conti, considerati i dati relativi al PIL, alla disoccupazione, al debito pubblico, al numero delle imprese che nell’ultimo anno hanno dovuto chiudere e a quello degli imprenditori che si sono suicidati. È stato dimostrato soprattutto quanto il problema dell’Italia sia quello di trovare una classe politica e dirigente in grado di assicurare una condizione pre-politica: l’individuazione dei bisogni dei cittadini rispetto alla loro vita reale, quotidiana.

Pensiamo ai giovani che per un terzo del numero sono disoccupati e al fatto che metà di questo terzo non lo cerca neanche più un lavoro. Altro che quota dello spread o dettati della Banca Centrale Europea, un’associazione privata che domina i mercati finanziari e si erge ad una difesa assurda dell’euro, una scelta ritenuta irreversibile da coloro che vogliono affidare a soggetti estranei alla sovranità nazionale degli Stati le scelte che riguardano la vita di popoli interi. Si scontri Monti, quindi, in una competizione elettorale e conquisti sul campo i “galloni” di Presidente del Consiglio. Senza accordi precostituiti, senza nomine che calano inopinatamente dall’alto, per giunta con i gradi di “senatore a vita”. Attraverso la legittimazione popolare e democratica. Se è vero che le sue politiche incontrano il favore degli italiani, che questo fatto sia verificato.

C’è anche una coincidenza che va rilevata. Montezemolo, prima dell’annuncio di dimissioni di Monti dopo l’approvazione della legge di stabilità, aveva dal canto suo annunciato di riflettere sulla formazione della sua lista. Le primarie del Partito Democratico e il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, lo avrebbero fatto desistere. «Siamo al colpo di coda della prima Repubblica», aveva sostenuto. Come se la seconda Repubblica avesse qualche chance di sorgere con la sua presenza o con quella di Andrea Riccardi, Andrea Olivero e Raffaele Bonanni, ai quali si vogliono aggregare Fini e Casini, che rischiano di scomparire dalla scena politica dopo appena trent’anni. Senza Monti, Montezemolo si sentiva perso e lo ha fatto pesare. Subito dopo questa dichiarazione, Monti ha annunciato le sue dimissioni. I fatti, così come si succedono, hanno sempre un loro preciso significato.

Vuole il suo partito, Monti. Non demorde. E gli altri vogliono andare nel nuovo Parlamento sotto la sua protezione.

giovedì 29 novembre 2012

MA IL MINISTRO RICCARDI QUALE FILM HA VISTO???



Il titolo di testa de “L’Osservatore Romano” dato alle stampe nel primo pomeriggio di martedì 27 novembre è inequivoco. In Egitto è in atto una “svolta autoritaria” contro la quale l’opposizione combatte una battaglia disperata.

Ma per il ministro e fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi non è così.

In visita al Cairo in questi stessi giorni, Riccardi ha tenuto lunedì 26 novembre una conferenza all’università di Al-Azhar che è stata tutto un inno alla democrazia trionfante in quel paese.

“Sono molto contento – ha detto Riccardi – che oggi ci sia un Egitto democratico, forte non solo del prestigio della sua storia millenaria e del suo posto tra le nazioni, ma anche del prestigio della libertà”.

Grazie alla primavera araba – ha proseguito –, “il Mediterraneo è divenuto un mare tutto democratico. Oggi la democrazia si sviluppa nei paesi mediterranei e ne informa la vita politica e sociale”.

E riferendosi in particolare al paese che l’ospitava, ha detto ancora:

“L’Egitto ha una storia di tolleranza. Ma oggi questi aspetti della vita sociale e della storia sono maturati e realizzati in un regime pienamente democratico con istituzioni parlamentari ed elettive. Questa democrazia è nuova ma, d’altra parte, ha radici antiche. In particolare si nota in Egitto e nel mondo arabo un forte rapporto tra la politica democratica e l’islam”.

Riccardi ha eletto a faro di libero pensiero anche l’università nella quale parlava:

“Parlo di questo in un luogo alto come l’università di Al-Azhar che, anche in tempi difficili, è stata sempre un faro di religione e di cultura. Anzi qui, ad Al-Azhar, si è sempre creduto che la pratica e lo studio della fede producessero cultura. Al-Azhar, nei secoli, non solo ha conservato la fede, ma ha anche mantenuto viva la cultura con l’umanesimo”.LEGGI TUTTO

lunedì 9 luglio 2012

SALUTE RIPRODUTTIVA, MARCO TARQUINIO RISPONDE A MARINO:" STERILIZZAZIONI, CONTRACCEZIONI DI MASSA E PRATICHE ABORTIVE...."

lettera al Foglio su salute riproduttiva
Cronologia di Assuntina Morresi



3 Luglio 2012 


Oggi su Il Foglio è pubblicata la mia lettera sul misterioso caso di Riccardi, Marino e la salute riproduttiva:


Al Direttore


Avevo letto sul sito del senatore Ignazio Marino la notizia dei finanziamenti del ministro Riccardi ai programmi di salute riproduttiva dell'ONU (pubblicata però finora, sulla stampa, solo dal Foglio) e aspettavo una smentita del ministro. La sto ancora aspettando.LEGGI TUTTO




6 Luglio 2012

Ho letto la settimana scorsa sul sito del senatore Ignazio Marino che lui stesso a nome del governo italiano aveva annunciato in sede OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), ad una riunione Onu, possibili finanziamenti per un programma di “salute riproduttiva”, tramite il Ministero di Andrea Riccardi. Il Foglio ne ha parlato in un articolo venerdì scorso, riportando anche le dichiarazioni – a mio avviso non chiare - dell’ufficio stampa del ministro. Ho chiesto quindi chiarimenti, su questo sito e in una lettera al Foglio, chiarimenti che ritengo doverosi: mi occupo da anni della “salute riproduttiva” e di quel che effettivamente significa, e ricordo che la Santa Sede non firma neppure trattati internazionali dove appare questa espressione, o la sua analoga “diritti riproduttivi”. (v. le polemiche per la mancata firma su un testo a cui la Santa Sede teneva molto, come la Convenzione per i diritti dei disabili).


Ad oggi, almeno sulle agenzie e sulla stampa, non ho trovato alcuna smentita e/o chiarimento ufficiale da parte dei due diretti interessati, Marino e Riccardi, mentre la notizia è ancora visibile sul sito di Marino.LEGGI TUTTO


7 Luglio 2012

Oggi Ignazio Marino scrive ad Avvenire sulla questione dei possibili fondi italiani al programma di salute riproduttiva dell’Onu, di cui abbiamo parlato nei post precedenti, e la faccenda diventa sempre più interessante.


Come avevamo ipotizzato nel post di ieri, il senatore Marino è stato accreditato dalla Farnesina a rappresentare il governo alla riunione Oms(Organizzazione Mondiale Sanità), il che significa che Terzi di Santaqualcosa, Ministro tecnico in quota Fini, ha incaricato un politico ben preciso, un senatore del Pd, di orientamento radicale, a rappresentare il governo italiano in un consesso istituzionale internazionale specifico per la salute riproduttiva.


La faccenda, dicevamo, si fa interessante, perché a delegazioni di questo tipo partecipano tecnici – per esempio funzionari e/o consulenti ministeriali – eventualmente insieme a membri del governo (ministri o sottosegretari). In genere i politici non governativi partecipano solamente se devono essere auditi su questioni specifiche.


E quindi, facciamo un’altra bella domandina: con quale criterio il Ministro Terzi di Santaqualcosa (quello che dovrebbe pensare piuttosto a riportarci a casa i nostri due marò) – tecnico - ha incaricato il senatore Marino - politico - di rappresentare l’Italia in un consesso internazionale? E perché, fatalità, proprio Ignazio Marino con i suoi ben noti orientamenti radicali doveva rappresentarci nel Comitato di coordinamento del Programma speciale delle Nazioni Unite per la salute riproduttiva? Forse per la salute riproduttiva è essenziale l’esperienza di un chirurgo dei trapianti? E che dovrebbe trapiantare?
E siccome ad essere maligni si fa peccato, ma ci si azzecca sempre, non sarà per caso un esempio di provetecnicheditrasmissione dell’alleanza moderati-PD? Perché questo fatto è proprio un limpido esempio di quel che succederebbe nel caso della scellerata alleanza: si usa la foglia di fico dell’inno alla vita, lavitalavitalavita, e poi come conseguenza logica per soccorrere i bambini si danno i soldi alla salute riproduttiva.
La quale salute riproduttiva significa ben altro, come ha spiegato a chiare lettere il direttore Tarquinio nella sua risposta a Marino, stappando per bene le orecchie al senatore.

mercoledì 15 febbraio 2012

ANDREA RICCARDI HA OMESSO RISPOSTA ALLA DOMANDA DI FAZIO SABATO SCORSO....



Antonio Socci 15 febbraio 2012
La Chiesa, saggia e illuminata, è più avanti di tutti in politica. Ha corretto e congelato i convegnisti di Todi e chiama i partiti a ritrovare un’identità e una dignità, li invita a capire che, in pochi mesi, si è capovolto il mondo e che occorre arginare lo strapotere della speculazione finanzaria sui popoli e sulla politica democratica. 
Ma dal ring di quei pugili intronati, che oggi sono i partiti italiani, nessuno risponde. Tutti a tappeto, incapaci di elaborare un pensiero su quello che sta accadendo in Italia, in Europa e nel mondo.
Sembrano ormai privi di una politica e perfino orfani di un’identità e di una “mission”. Vediamo nel dettaglio quello che sta accadendo.
CONFUSIONE DA TODI
Al convegno di Todi dello scorso settembre si sono contrapposte due posizioni. Quella della relazione (bellissima) del cardinale Bagnasco, in continuità con il cammino della Chiesa italiana di Ruini e dei pontificati di Wojtyla e Ratzinger.
E quella impersonata dagli ambiziosi Riccardi e Bonanni, patrocinata dal Corriere della sera che pretendeva una rottura col passato.
Sui media è apparsa quasi soltanto questa seconda linea.
Così il convegno di Todi è stato usato per “liquidare” a nome dei cattolici il precedente governo (in realtà già in disarmo da solo) e per fare da trampolino di lancio del governo Monti-Napolitano, anche aprendo la strada all’ingresso in politica del banchiere Corrado Passera (oltreché di Riccardi).
L’interprete entusiasta di questa presunta “investitura cattolica” al nuovo assetto di potere è stato il quotidiano “Avvenire” che per tre mesi, ha celebrato il premier Monti, il suo governo e Napolitano con tonnellate di incenso.
Nelle ultime settimane la correzione di rotta di “Avvenire”, autorevolmente “suggerita” dall’alto, si è fatta molto evidente per chi segue il giornale dei vescovi e sa interpretare il linguaggio del mondo curiale.
Basti dire che due giorni fa, nella pagina delle lettere (quella usata dal giornale della Cei per mandare certi “segnali”), è uscita addirittura una lettera critica con Napolitano, cosa che sarebbe stata impensabile fino a qualche settimana fa.
Oltretutto l’argomento è di quelli più scottanti, le foibe, e il titolo era inequivocabilmente polemico col Quirinale: “Infoibati dal comunismo non da ‘derive nazionalistiche’ ”.
La lettera iniziava così:
Caro direttore, come profugo istriano sono rimasto colpito dal messaggio del presidente Napolitano: gli eccidi e l’esodo sono stati causati dalle derive nazionalistiche europee. Ero bambino, all’epoca, ma me la sento di dichiarare che gli eccidi e l’esodo sono stati causati dalle ideologie: a finire nelle foibe è stata particolarmente la borghesia, vittima del comunismo più deteriore. A Pola, a Fiume, a Gorizia, a Zara, a Trieste vennero deportati dai comunisti titini anche membri del Comitato Nazionale di liberazione, colpevoli solo di avere altre ideologie; e i titini sono stati aiutati in questo da comunisti italiani, che credevano nel ‘paradiso’ sovietico”.
Questa dura stoccata a Napolitano è il segnale di una correzione di rotta per il quotidiano dei vescovi che nei mesi scorsi sembrava quasi aver sostituito il Papa con il presidente della Repubblica. Ovviamente non si tratta solo di una lettera, seppur significativa. Sul giornale è evidente anche un certo “raffreddamento” del precedente, eccessivo entusiasmo per il governo.
CORREZIONE
Nel frattempo – con una riunione alla sede della Cei, il 16 gennaio, e poi un’altra il 9 febbraio – i bollori politici dei promotori di Todi sono stati messi un po’ nel congelatore.
Pur essendo perlopiù caporali senza truppe, nell’autunno scorso avevano annunciato grandi iniziative: incontri in ogni città (a cominciare da Napoli con il duo Riccardi/Bonanni), un roboante “Manifesto per il bene comune” e addirittura una raccolta di firme per una nuova legge elettorale. Ma ora tutto è stato stoppato.
Anche perché alcune associazioni avrebbero l’ambizione di fare un passo avanti nell’agone politico, ma in questo momento la cosa non è gradita nemmeno da chi – come il premier Monti – guida un esecutivo sostenuto da un precario equilibrio politico (a Palazzo Chigi non piace certo l’ingresso diretto di ministri in nuovi partiti o movimenti politici che potrebbero produrre una reazione destabilizzante nel Pd, nel Pdl e nell’Udc).
Peraltro è anche difficile capire quali contenuti tipicamente cattolici possano proporre queste associazioni, visto il loro sostanziale appiattimento sul “governo dei tecnocrati”.
CACCIABOMBARDIERI
Emblematica è stata l’imbarazzante intervista televisiva del ministro Andrea Riccardi, da Fabio Fazio, sabato scorso. Davanti alla domanda sull’enorme spesa (15 miliardi di euro) per l’acquisto dei cacciabombardieri F35, nel momento in cui si fa economia su malati, vecchi e disabili, il ministro, cattolico e terzomondista, non è stato capace di dissociarsi e ha cambiato discorso. LEGGI TUTTO