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lunedì 3 settembre 2012

QUELLO CHE CI SEMBRA ACQUISITO QUANDO PERDE "LA RADICE" COMINCIA A TREMARE




Chiesadomestica.net (Avvenire, 27.11.2008) - Sappiamo bene che le civiltà antiche eliminavano i figli imperfetti, abbandonavano inguaribili e deformi, come zavorra che un’umanità efficiente non poteva portare con sé. Era questa, la norma fra gli uomini: vive il sano, il più forte, vive chi si può difendere. L’evento storico che capovolge lo sguardo sui sofferenti è il cristianesimo. È il Me­dioevo cristiano che inaugura in Occidente gli ospedali. Con una battaglia oscuramente simmetrica, il crocifisso, emblema della sofferenza del Dio fattosi uomo, e il volto di Eluana Englaro, icona della sofferenza degli uomini: casualmente si combatte perché l’uno e l’altra spariscano.

SE PERDE LA RADICE TUTTO PUÒ COMINCIARE A TREMARE - di MARINA CORRADI

Di fronte all’ansia, che trapela o­gni tanto in questo o quel Paese d’Europa, di eliminare il crocifisso dai luoghi pubblici – idea subito accolta da qualche intellettuale italiano con compiacimento, quasi fosse urgente liberare aule e ospedali da quelle mu­te effigi di un Uomo straziato – ci vie­ne da fare una domanda, da avanza­re un dubbio, diciamo, un po’ in­quieto. Forse anche perché da giorni tv e stampa non parlano che di quel­la ragazza in stato vegetativo, e del fatto che si vuole staccare la sonda che la nutre e disseta.

Come una battaglia oscuramente simmetrica: il crocifisso è l’emblema della sofferenza del Dio fattosi uomo; il volto di Eluana Englaro, invisibile ma incombente nel dialogo di questi giorni, è un’icona della sofferenza de­gli uomini. Il crocifisso, e la donna immobile e inerme: come casual­mente si combatte in due Paesi di for­te tradizione cattolica perché l’uno, e l’altra, spariscano.

Ma dicevamo di un dubbio. Sappia­mo bene che le civiltà antiche, non solo primitive ma anche progredite, eliminavano i figli imperfetti, e la­sciavano moribondi e appestati al lo­ro destino. Era questa, la norma fra gli uomini: vive il sano, il più forte, vi­ve chi si può difendere. L’evento sto­rico che capovolge lo sguardo sui sof­ferenti è il cristianesimo. È il Me­dioevo cristiano che inaugura in Oc­cidente gli ospedali, e per primi quel­li per i diseredati, per gli ' incurabili', nome che ancora adesso portano nel­le nostre città alcuni istituti.

La domanda allora è: procedendo nella espulsione ideale di Cristo dal­la nostra forma mentale, espulsione di cui la lotta al crocifisso è un sim­bolo, è prevedibile, oppure no, che anche lo sguardo verso i malati subi­sca una lenta ma inesorabile trasfor­mazione? Madre Teresa a chi le chie­deva perché si portava a casa i mori­bondi di Calcutta rispondeva che e­ra semplicemente perché in ognuno di loro riconosceva il volto di Cristo.

L’origine della carità cristiana è que­sta: non buonismo, non un alato al­truismo, ma il riconoscere, nella fac­cia dell’altro sofferente, Cristo. Ma, se questo nesso si affievolisce nella me­moria, se addirittura quel silenzioso simbolo sui muri suscita insofferen­za e ribellione, viene da chiedersi se la buona volontà, i ' valori', la uma­na solidarietà davvero basterebbero per continuare a praticare la carità ' inventata' dai cristiani. Se baste­rebbero, queste pur buone intenzio­ni, staccate dalla loro storica radice, a continuare a trattare come uomini anche i più vecchi, i dementi, i disa­bili storpiati da malattie inguaribili.

O forse invece il naturale istinto u­mano davanti alla sofferenza senza rimedio è quello del rifiuto, del non volere vedere, dell’eliminare ' per pietà'? Le civiltà antiche lasciavano indietro inguaribili e deformi, come zavorra che un’umanità efficiente non poteva portare con sé. Il cristia­nesimo ha introdotto un altro sguar­do. È realistico pensare che il porta­to del cristianesimo possa sopravvi­vere ' senza' Cristo? Sappiamo che schiere di laici ottimisti diranno che certamente, che diamine, che i con­divisi ' valori' di quel Dio ucciso non hanno alcun bisogno.

Quanto a noi, ricordiamo inquieti un verso di Eliot dei Cori da la Rocca:
«Avete bisogno che vi si dica che persino modeste cognizioni
che vi permettono d’essere orgogliosi di una società educata
difficilmente sopravvivranno alla Fede cui devono il loro significato?»

Quel dubbio, già negli anni Trenta, come la percezione di una possibile alienata deriva. La profezia di un grande poeta avvertiva che tutto ciò che ci sembra acquisito, se perde la radice, può cominciare a tremare.


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