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sabato 12 novembre 2011

PAOLO BARNARD SUGGERISCE LA RICETTA ARGENTINA.....

Cosa accade ora e come reagire.


Il colpo di Stato si compone della fase scardinante e del regime successivo. Di norma la prima implica un attacco frontale alla democrazia che spaventa e sconquassa, i blindati nelle strade e le bombe sui palazzi di governo. Nel caso del colpo di Stato finanziario che ha oggi terminato la democrazia italiana post bellica, l’equivalente sono stati l’attacco dei mercati e le bombe in termini di titoli italiani sganciati a tappeto in una vendita furiosa. La seconda fase è quella che segue, il regime vero e proprio. Le cose si calmano in apparenza, ma i golpisti sono nel palazzo e iniziano le razzie e i crimini contro i diritti umani. Nel caso del colpo di Stato finanziario che ha oggi terminato la democrazia italiana post bellica, l’equivalente saranno la demolizione della ricchezza pubblica (residua) da trasferire alle elite, dei diritti del lavoro per il beneficio di chi vuole pagare un italiano come un cinese, e dell’economia stessa, poiché tali politiche possono solo soffocare la Aggregate Demand che è vitale per qualsiasi sistema economico. Saranno 40 anni di sofferenza sociali indescrivibili per milioni di noi, che non inizieranno a mordere giovedì prossimo, ma neppure tanto in là. Mario Monti, golpista criminale al soldo di e contiguo con Goldman Sachs, la Coca Cola Company, il Bilderberg e  le lobby finanziarie europee, è già al timone. Napolitano, che non chiamo Presidente perché è un lurido traditore della patria, ha steso il tappeto rosso.

Perdonate se non entro nei dettagli del saccheggio prossimo, leggete il Più Grande Crimine 2011, è tutto spiegato.

Ora, sul cosa fare ci sono tre strade. Ma nessuno le percorrerà. Voi che leggete, e in generale tutti i cosiddetti impegnati, non avete più alcun attributo maschile funzionante, siete drogati di pc e del tutto inutili, patetici inutili chiacchieroni online. In politica, e lo so da fonti interne ad essa, non ci capiscono un tubo di questo colpo di Stato, manco sanno di cosa si parla. Inutili anche loro. *

* (Bossi credo sappia tutto, ma scommette sulla sua Padania come neo-lander tedesco che vivrà ricco e felice nel mezzo di Calcutta. Sbaglia tutto, non ha capito che i tedeschi sono nazisti nel DNA, infatti è la terza volta in 100 anni che tentano di distruggere noi ‘untermenschen’ d’Europa: prima e seconda guerra, e con la loro BCE che non fa il suo lavoro. Bossi, sei scemo, fammi togliere sta soddisfazione, ma voi leghisti… ma proprio coglioni stellari a credergli)

Le soluzioni.

1) La BCE fa il suo lavoro. Per placare il panico dei mercati - dovuto solo al fatto che sanno che il nostro debito pubblico è pagabile in Euro, cioè una moneta che noi non possiamo emettere per cui non possiamo garantire di pagare puntuali i nostri titoli di Stato – la BCE può fare il suo lavoro, che dovrebbe essere di comprare tutti i titoli di Stato di qualsiasi Stato dell’Eurozona in difficoltà, e senza limiti di acquisto. Come è noto, se i titoli di Stato vengono acquistati in massa, il loro valore aumenta e i tassi che il Paese che li ha emessi deve pagare su di essi calano (e per quel Paese è un bene). Ok, in questo momento l’Italia emette titoli di Stato, e lo deve fare per trovare sti maledetti Euro per pagare le sue spese (visto che non lo può emettere). Oggi l’Italia paga interessi su questi titoli a livelli usurai e questo la strangola, e inoltre la sospinge in un circolo vizioso orrendo, dove più paga interessi e più la sfiduciano e più la sfiduciano e più paga interessi, e daccapo. Ok. La BCE compra in massa titoli italiani (ma lo stesso con Grecia, Portogallo e Irlanda) e questo fa calare gli interessi, l’Italia respira. I mercati si tranquillizzano, poiché se la BCE fa questo, loro sanno che in caso di difficoltà sarà la BCE a comprargli i titoli italiani che hanno in tasca, non ci perderanno, e quindi si calmano ancora di più. Se si calmano, toneranno a prestarci i soldi a interessi decenti. Domanda: può la BCE fare questo? Ci dicono che è vietato dai Trattati europei come il Lisbona. Risposta: i trattati sono ambigui su questo, ma alla fine una decisione politica può sbloccare tutto, basta che la prendano. Domanda: la BCE ha i soldi per fare questo? Risposta: la BCE può inventarsi tutti gli Euro del mondo e di quell’altro mondo pure, non ha limiti e può comprare tutti i titoli di questo mondo e di quell’altro, a patto che siano in Euro. Questo fa, per esempio, la FED (banca centrale) americana, che si è inventata 27 trilioni di dollari (avete un’idea di quanti siano?) dal nulla 4 anni fa e ha comprato titoli americani tossici senza fine. Inflazione in USA oggi? Microscopica, nessun problema. Domanda: perché la BCE, allora, non ci salva in questo modo? Risposta: perché è dominata dalla Germania, e se ci salva il progetto neonazi di dominarci come ‘untermenschen’ salta. Sto esagerando i toni? No. Hai le prove? Sì. Theo Weigel, ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato di aver voluto l’Euro in questo modo e senza salvaguardie per nessuno. Draghi e gli altri criminali tecnocrati europei, ma anche Prodi e compagnia, sanno tutto e hanno partecipato. Draghi che oggi sta al timone della BCE ha già detto No!, la BCE non salva nessuno. Gradirei che Carla Del Ponte annotasse, per il prossimo processo all’Aja contro questi assassini per crimini contro l’umanità.

Detto questo, va annotato che la soluzione appena accennata sopra non risolve il problema centrale di questa tragedia, cioè l’esistenza dell’Euro non sovrano per alcuno Stato che lo usa. Per cui rimarrebbe inalterata la maledizione dei Tesori dell’Eurozona che devono prendere in prestito ogni singolo Euro che spendono per noi e per altri. Quindi la soluzione sopraccitata è da considerarsi come una soluzione d’emergenza per fermare l’emorragia, una specie di rianimazione, ma non la cura.

2) Creare gli Stati Uniti d’Europa. Questo invece curerebbe il male principale, ma poi ne introduce un altro tale e quale. Per rendere l’Euro sovrano, per far sì che i mercati sappiano che l’Eurozona ha Ability to Pay (vedi sopra), e per far sì che si spezzi la dipendenza dai prestiti dei privati per poter acquisire la nostra moneta, si crea un governo centrale d’Europa con un ministero del Tesoro centrale che lavora con la BCE come fa Washington con la FED. A quel punto ok, l’Euro sarà sovrano di questi Stati Uniti d’Europa e gli Euro saranno creati dal governo centrale senza prenderli in prestito da nessuno. Naturalmente quelli che oggi sono gli Stati come Italia, Olanda, Germania ecc., cioè teoricamente separati e indipendenti, diventeranno Stati federali come la California, il Missouri, la Florida ecc. Qual è il problema? Bè, primo che voglio vedere se ce la facciamo culturalmente dopo secoli a dissolverci in un unico Stato e a obbedire tutti al suo governo a Bruxelles. Ne dubito. Poi, e soprattutto, dato che questa sarebbe proprio la definitiva perdita di qualsiasi sovranità degli Stati membri (ancor più di ora), cosa succede se al governo centrale europeo comandano le elite criminali della finanza come accade oggi con Obama-Sachs negli USA? (Obama è controllato da Wall Street che se lo comprò in campagna elettorale, come dimostrai allora) E c’è da dire che se giudichiamo dal precedente che abbiamo, cioè il nostro governo europeo ‘di fatto’ che è la Commissione di Bruxelles, interamente in mano alle lobby finanziarie come ERT, BE, Lotis, TABD ecc., non c’è da stare tranquilli. Sarebbe una catastrofe, perché come ho sempre detto avere una moneta sovrana è indispensabile, ma se poi il governo non la spende a deficit per tutelare noi persone (modello MMT), siamo punto daccapo. C’è da scommettere con certezza che un governo degli Stati Uniti d’Europa oggi farebbe esattamente quello che fanno, o fecero, a Washington, cioè: spendere a deficit solo per salvare il c…  alle banche, ma non un centesimo per la gente; oppure seguire l’isteria contro il deficit e tassare i cittadini più di quanto spendono per loro per pareggiare i bilanci (modello Clinton), cioè disastro di impoverimento generale. No, questa opzione 2) non mi convince.

3) Abbandonare l’Eurozona, tornare alla Lira sovrana. Ok, l’Italia dice “Ciao a tutti me ne vado, e l’ultimo che esce da sta stanza mefitica spenga la luce”. Significa rompere drammaticamente con gli obblighi italiani ratificati col Trattato di Lisbona e altri. Significa fare un default in Euro. Senza dubbio questo è drammatico. Avete presente l’Argentina del default? Ecco. Però un attimo, continuo. Di sicuro questo comporterebbe il collasso istantaneo della capacità dell’Italia di ottenere prestiti in Euro, comporta il fatto che il nostro debito viene convertito in nuove Lire, che proprio a causa del terremoto default varranno molto poco, per cui il debito in termini di numeri si gonfierà come un pallone. Poi la Germania di certo tenterà di scatenarci addosso ricatti commerciali, con ritiro d’investimenti da parte di molti ecc. Di certo sarà durissima rinegoziare tanti crediti privati dicendogli pari pari “Sorry, non ce n’è più, o accettate la metà, un  terzo, di quello che vi dobbiamo, o ciccia”. Le  banche italiane dovranno subire terremoti, di sicuro, e si trascineranno dietro quelle europee. Noi italiani dovremmo prepararci per un periodo di vacche molto, molto magre. Ma poi… Indovinate cosa?

Bè, sentite, i mercati non sono scemi né ideologici, e sono a-morali, nel senso che chiunque tu sia o qualsiasi cosa tu abbia fatto, se gli fai far soldi ti amano. Ok, i mercati capiranno nel giro di molto poco che l’Italia ha ora la sua moneta sovrana, e che quindi ha recuperato la fondamentale Ability to Pay, cioè possiamo garantire di pagare puntuali i nostri titoli di Stato senza problemi. Il debito gonfiato come un pallone non conta più se noi possiamo sempre onorarlo. Poi i creditori alla fine diranno: “Ok, meglio incassare qualcosa piuttosto che nulla”, è già successo molte volte ed è in fondo la regola del Libero Mercato, rischi e magari perdi tutto, pace. Ma gli stessi creditori sanno che in futuro, con la nostra recuperata moneta sovrana, questo rischio non ci sarà più, e possono recuperare investendo nelle nuove Lire che saranno di certo onorate. Quindi i tassi sulle nuove emissioni di titoli italiani cominceranno a scendere, e scendere e scendere, non immaginate quanto. Poi: i mercati sanno anche che questo Bel Paese che ha recuperato la sua Ability to Pay ha anche una ricchezza invidiabile, è moderno, ha aziende brillanti, ha banche meno decotte di tutte le altre europee, ha un risparmio privato immenso, sa produrre a livelli tedeschi se vuole. Interessante. Poi il nuovo governo italiano della nuova Lira può applicare, spendendo a deficit la sua moneta emessa dal nulla, il piano di Piena Occupazione della Modern Money Theory School of  Economics (MMT), che porta al lavoro tutti i disoccupati, e questo aumenta la nostra produttività. Sempre spendendo a deficit, lo Stato delle nuove Lire può offrire pieno Stato Sociale, può fare investimenti in infrastruttura e modernizzazione, e questo sarà denaro che ritorna nelle riserve delle banche bastonate, che si rizzeranno. Le due cose appena dette aumentano la nostra attrattiva per gli investitori, che pensano “Umm, interessante questo ricco Paese rinnovato, investiamo, e compriamo titoli, questa volta può pagare puntuale”.



Risultato: quello che è successo in Argentina dopo il catastrofico default. Hanno recuperato moneta sovrana, hanno mandato affanc… gli USA e il Fondo Monetario Internazionale, hanno applicato la MMT all’occupazione nazionale e all’economia, e sono schizzati in 3 anni da un livello africano a uno dei Paesi più in crescita del mondo. Ed erano l’Argentina, con tutto il rispetto. Immaginate noi.




p.s. Mi hanno scritto pregandomi di non aggredire verbalmente i miei lettori ‘inutili’, perché vanno più delicatamente aiutati a prendere il coraggio di mollare il pc per imparare ad agire. Ok, basta parole dure per voi. Mi armo della vanga di mio zio che ha fatto la linea Gotica e vi prendo a badilate in faccia, senza dire una parola, promesso. Piantatela di scrivermi, almeno.



 

I POLITICI ITALIANI, PER ANNI DEGLI INCAPACI ED OGGI UNA MASSA DI IPOCRITI...E' ORA CHE SI DICA LA VERITA' AGLI ITALIANI........

Sempre della serie 2+2 uguale a 4....

Tre settimane orsono i giornali allineati scrivevano che il Vaticano sollecitava un Nuovo Ordine Mondiale....si é rivelato un "errore" di qualcuno in Curia...hum hum hum..... Oggi gli stessi giornali ci dicono che Mario Monti é il salvatore della Patria....anche qui c'é puzza di bruciato!!!

Ma leggiamo una penna più autorevole:




 


mario monti

La potente macchina invisibile


di Robi Ronza
11-11-2011



Un rombo oscuro accompagna la rapida svolta che si è registrata in questi giorni sulla scena della vita pubblica del nostro Paese. E’ il rombo di una potente macchina invisibile, ma visibilissima nei suoi effetti,  e così forte da far cambiare idea in 48 ore a Berlusconi, e ad altre personalità politiche del centro-destra (ma non solo), che fino a due giorni fa erano schierate a piè fermo per il “no” al governo tecnico e per le elezioni anticipate. Da questa macchina viene evidentemente una pressione enorme, irresistibile per qualsiasi forza politica partecipe di schieramenti a dimensione europea.



I due soli partiti di un certo rilievo che continuano a essere contro il governo tecnico e a favore delle elezioni anticipate sono, forse non a caso, l’Idv di Antonio Di Pietro e la Lega Nord, due partiti che non hanno proprio niente in comune salvo una sola cosa: sono dei soggetti politici che iniziano e finiscono in Italia. Al Parlamento Europeo fanno sì parte di gruppi cui aderiscono anche forze più o meno simili di altri Paesi, ma si tratta di semplici aggregazioni per necessità.



Mario Monti che rimprovera Berlusconi come uno scolaretto dalla prima pagina del Corriere della Sera; il presidente Napolitano che subito  lo nomina senatore a vita e poi senza perdere un attimo lo accredita come la persona che egli intende nominare capo del governo prossimo venturo; Lorenzo Bini Smaghi, già irrevocabilmente avvitato alla sua poltrona a Francoforte, che di colpo la lascia per recarsi, dice, a insegnare ad Harvard; Obama che telefona a Napolitano per informarsi benevolmente se l’Italia è pronta a fare scudo col proprio corpo a una crisi nata negli Stati Uniti e poi esasperata dagli imprudenti prestiti alla Grecia di grandi banche francesi e tedesche: mentre si annuncia l’approvazione della “legge di stabilità” nell’arco di due giorni (se fosse vero sarà il record di tutti i tempi per il Parlamento italiano) sono questi soltanto alcuni degli episodi che, se annodati l’uno all’altro, aiutano a capire quanto vasta, forte e ramificata sia la macchina neo-autoritaria che si è messa in moto, magari anche all’insaputa di qualcuno dei suoi ultimi manovratori.



E’ troppo tardi per fermarla? No, ma di certo non si fermerà da sé. E’ anche impressionante la rapidità con cui dalla mattina alla sera l’impopolare espressione “governo tecnico” è scomparsa dal lessico della cronaca politica per lasciare il campo a formule più nobili anche se pericolosamente vaghe. Il fronte di chi ha tutto da temere da un governo del genere evidentemente si divide tra chi gioca la carta dell’opposizione frontale e chi invece punta a cambiarne la natura per quel che è possibile chiedendo che sia composto anche di politici, di uomini dei partiti. Significativamente sul Corriere e dintorni quel Mario Monti che sino a ieri veniva lodato in quanto grande tecnico ha allora subito cominciato ad essere descritto come persona dotata pure di grande sensibilità politica.
E con scarsa sensibilità per il comune senso del pudore c’è chi da ascoltate tribune televisive non esita a dire che, essendo ora divenuto senatore, perciò stesso Mario Monti non è più un tecnico bensì un politico.
In questo quadro, di fronte alle obiettive urgenze del momento, senza pregiudizio per tutto quel che si può ancora fare nel mondo delle istituzioni, il principale presidio di libertà sono le forze e le esperienze positive della società civile.

venerdì 11 novembre 2011

I SOLDI PER GLI ANIMALI CI SONO, PER LE PERSONE NO! PER QUANTO AMI GLI ANIMALI MI VIENE DA URLARE:QUANTO SIAMO SCESI IN BASSO!

Un’attenzione e tutela per gli animali domestici : è un grado di civiltà.

Ma contributi in estremis per i canili, sono un’offesa alla dignità ed ai diritti delle persone disabili!




Mentre ogni giorno la “politica” è in fibrillazione e variegati problemi sociali gravi ed urgenti aspettano, altri si “affacciano” a “rallegrare” il vivere quotidiano, ma comunque deprecabili per la n/s civiltà.

E’ il caso delle notizie vivamente diffuse dai mass media della scoperta di canili lager nelle varie Regioni Italiane, ma con tutto il rispetto che nutriamo per gli animali domestici, non possiamo non rilevare che a volte vengono promossi nella serie “A” della considerazione sociale, mentre molto poco viene valutato il genere umano e quasi nulla la vita umana!


Ma nella “legge di stabilità” in discussione al Senato della Repubblica, pare, che siano stai destinati in estremis, contributi per canili che proteggono animali randagi, in assenza dei patrocinatori giusti al posto giusto per trovare una legge-delega sulla riforma della malattia mentale.
 
E’ un’offesa al mondo cattolico e della sofferenza e sarà un peso non indifferente per le coscienze di coloro che hanno proceduto in questo senso. Bravi, anzi bravissimi.
 
Gli episodi sono certamente deprecabili perché sono un’offesa alla nostra cultura e civiltà, ma non possiamo non ricordare che possono esistere lager di maltrattamenti, di soprusi, di angherie d’ogni genere nei riguardi di persone anziane, bambini, donne, disabili fisici, turbati psichici e di qualunque genere sofferenti, che consumano i tempi della loro vita, della loro disperazione nella perfetta solitudine, quasi una strisciante eutanasia.
 
Siamo d’accordo ad un’attenzione e tutela per gli animali domestici e di compagnia, con il rispetto che nutriamo verso tutti gli animali e questo lo abbiamo più volte rilevato, però non possiamo, ripeto, distogliere la nostra attenzione dalle persone che vivono una sofferenza psichica e fisica.

 
A tutt’oggi, comunque, un’inverosimile silenzio copre il “problema”, particolarmente quello dei malati mentali, quasi a nasconderlo od offuscarlo essendo molto difficile conoscere dove possono essere curati schizofrenici, portatori di turbe psichiche od affetti da forme di psicosi, o quali leggi di riforma sono state adottate per la rimozione degli ostacoli di strutture architettoniche che impediscono ai disabili fisici di essere considerati cittadini con doveri, ma uguali diritti !

Oh ! quanti ce ne sono lungo le strade delle n/s città e dei paesi : una vera vergogna!
 
In questo marasma in cui famiglia e società sono coinvolte, restano insolute, ignote, non bene definite le strutture dove curare quei cittadini colpiti da queste disabilità che restano in balia di una burocrazia latitante.
 
I responsabili della sanità pubblica e delle Istituzioni TUTTE, tacciono dimostrando di non considerare i valori etici della persona in stato di difficoltà, perché, ripeto, i disabili fisici e gli handicappati mentali sono cittadini come gli altri che più degli altri abbisognano di tutela, promozione della loro dignità e dei loro diritti.


http://digilander.libero.it/cristianiperservire/News2011/050911.htm

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione%20al%20Parlamento%20Italiano.pdf
   

La società civile è pronta a sostenere i valori etici di connivenza ed a questa solidarietà non va dimenticato l’utile apporto delle Forze dell’Ordine ed in particolare dei NAS dei Carabinieri più volte ricordati e che qui vogliamo citare con gratitudine.

Mentre chiediamo per gli animali domestici e per quelle situazioni riscontrate nei canili  l’applicazione di norme di giustizia, a gran voce richiediamo al Governo ed alle Istituzioni tutte una priorità per la tutela degli altri membri della comunità, soprattutto di quelle persone che hanno una vita psicologicamente drammatica, perché venga garantito “ogni diritto inviolabile dell’uomo” che richiede “l’adempimento di doveri inderogabili di solidarietà sociale”, come recita la Costituzione Italiana.
   
Con le parole del Beato Giovanni Paolo II° “ Andiamo avanti con speranza”.





I gravi problemi che alcune fasce sociali, e come sempre deboli, debbono subire in silenziosa sofferenza quali “cittadini” e per fortuna non “sudditi” almeno apparentemente, sono urgenti, rimarcati e prioritari in quanto una classe politica di “azzeccagarbugli” ha orecchie solo per il tintinnare delle “monete” che possono mettere nelle loro tasche, occhi per il “piacere”, colpiti sulle vie della Capitale da una “sordità” incredibile ed assoluta.
 
Ed ora si annuncia una sospensione dell’attività parlamentare !
 
Il “bla bla”del politichese sta diventando una fitta nebbia che toglie visibilità alla verità, che meriterebbe maggiore attenzione e soprattutto seria soluzione ai mille problemi che affliggono il nostro Bel Paese e che offendono la dignità della persona indifesa sia fisica che mentale, ma che non è “musica per le loro orecchie”.
 
Persone mi “spingono” nello stimolare le Autorità preposte a dare il risveglio dal torpore di comodità e di un certo privilegio che investano anche coloro che sono stati “nominati” a ricoprire gli scranni del “Palazzo”, onde dare il via a provvedere alle necessità dei sofferenti le patologie psico-fisiche.
 
Ma la speranza che potevano essere le persone giuste, TUTTE, stando alle chiacchiere preelettorali ed ai fumosi programmi tanto pieni di cifre, sono andate deluse tanto da dover cercare con un lanternino le parole che fossero in grado di definirli.

Persone si complimentano con me per la sagacia e per la puntualizzazione ben documentata nell’esporre i problemi e sottolineando che ogni volta che questi vengono letti sovviene il ricordo di un detto popolare che recita “non c’è peggior sordo che non vuol sentire” ed è questa la ragione che fa cadere nel silenzio esposizione dei “fatti”, tanto sono impegnati ad “altro” coloro che dovrebbero invece, non solo dare risposte, ma testimonianza e che non stanno facendo tesoro dei “suggerimenti”per riparare i torti ed i danni che affliggono il mondo cattolico e della sofferenza.
 
Persone che mi suggeriscono, di non demordere, così come sono sicuri che le mie rimostranze rischiano di essere pari alle “fatiche di Sisifo”, figlio di Eolo, condannato a spingere sempre più in alto una grosso sasso che subito precipitava in basso .

Ma quale bilancio si può fare nel Paese dove ci sentiamo stranieri nella nostra Patria?
 
Purtroppo di fronte ai disagi ed alle sofferenze delle persone affette da disabilità fisica e da handicap mentale, assistiamo impotenti, a tentativi di legalizzare l’eutanasia presupponendo così di “risparmiare” sul budget della sanità e combattere non la “malattia”, ma discriminare per non dire “eliminare”, come nei lager di infelice memoria, questi sofferenti aggiungendo alle persone normali, anziani non autosufficienti malati terminali, “difficoltà” alle quali il Parlamento non vuol rispondere, solo litigare e non cercare le priorità :
  

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione%20al%20Parlamento%20Italiano.pdf

http://digilander.libero.it/cristianiperservire/News2011/050911.htm

Quelle “teorie”, pur non legali né umane, di argomentazioni in difesa del “risparmio” e della qualità della vita potrebbero nascondere un disegno di selezione del genere umano, in quanto con la scusa di lenire il dolore ( staccare la spina) si potrebbe arrivare ad annientare che veramente soffre o chi potrebbe soffrire una volta venuto al mondo.
 
E’ triste richiamare quel “disegno di risparmio” che si può paragonare all’eugenismo, quella pratica biomedica che ha recato conseguenze inquietanti sulla vita di molti popoli e che sosteneva che la specie umana andava migliorata con qualsiasi mezzo, dagli aborti per eliminare i “figli imperfetti” all’eutanasia per eliminare la vita “senza senso”, “momento” che spianò la strada alle terribili selezioni della razza umana.
 
E sono forse coloro che dichiarano che la vita attaccata al “respiratore” va eliminata, che sostengono di “staccare la spina”, che riconoscono più il “valore degli animali” e che pongono l’uomo allo stesso livello, se non sotto.
 
La politica non ci sente, vuole adottare provvedimenti non certamente prioritari, ma la giustizia è uguale per tutti e non vogliamo pensare come Tacito, insigne latinista di precetti morali, che profeticamente avvertiva “ in repubblica plurimae leges”, negli Stati molte sono le leggi ed aggiungo a volte ingiuste, inutili, non confacenti o disattente della realtà, un nichilismo che conforma pensieri, cancella prospettive, oscura orizzonti-
 
Ma il silenzio, dice un Poeta inglese, è la più bella espressione del disprezzo.
 
E’ chiaro che sarebbe stato possibile affrontare situazioni di tale portata, difficili e disperate, se ci fosse stata una ragione di valore assoluto di fronte alla quale nessuno poteva dire che fosse invalicabile, invece di agire come il poeta latino Lucrezio che suggeriva ai medici per convincere pazienti riluttanti a bere una medicina amara cospargendo l’orlo del calice con miele in maniera che il malato imbevesse il farmaco che restituisce la salute.
 
La conclamata solidarietà che si vorrebbe porre alla disabilità in genere assomiglia a questo escamotage di Lucrezio nel dire molto per non far niente.
 
Per finire, lo si deve ammettere e riconoscere, al di là di qualsiasi riferimento politico (non facciamo politica per nessuno !) che abbiamo un sistema sanitario troppo lento nell’aiutare le persone affette da gravi forme di disabilità e da un sistema sociale e legislativo troppo lontano dalla realtà.


Chissà quando verrà risolto il problema sulla disabilità psico-fisica ???

Previte


http://digilander.libero.it/cristianiperservire

RIPROPONIAMO: ASIA NEWS ANALIZZA L'ATTACCO ALL'ITALIA CON MOTIVAZIONI MOLTO SERIE, MESSAGGIO PER IL GLOBO INTERO!!!!!

06/10/2011 11:31

ASIA - ITALIA
Moody’s, l’instabilità e la moneta unica mondiale
di Maurizio d'Orlando

Interrogati da AsiaNews, gli estensori del rapporto che declassa il rating italiano, si sono rifiutati di commentare. Pochi mesi fa il capo analista di Moody’s aveva elogiato l’Italia, “Paese non a rischio”. È in atto un piano per varare una moneta mondiale, il “bancor”. Ma prima si deve distruggere l’Italia, l’euro, il dollaro e l’economia mondiale. 




Milano (AsiaNews) - Come AsiaNews aveva preannunciato [1], Moody’s, ha ieri ridotto la sua valutazione relativa ai titoli di Stato italiani di ben tre posizioni, pur in assenza di una reale motivazione [2], dell’emergere, cioè, di nuovi dati negativi sull’andamento dell’indebitamento pubblico del paese. Al contrario, nella motivazione stessa la Moody’s riconosce che ci sono alcuni fattori positivi [3], di cui alcuni intervenuti nel corso degli ultimi mesi e li elenca: la mancanza di significativi sbilanciamenti nell’economia (ad esempio, in Italia la disoccupazione non è così elevata, come negli Usa o in altri Paesi), l’assenza di situazioni acute nei bilanci del settore finanziario e non finanziario [4] (cioè, in Italia il governo non è intervenuto per ripianare, a spese dei cittadini, le perdite di grandi banche o imprese industriali come General Motors), così come le azioni intraprese dal governo durante l’estate (cioè una riduzione del deficit di bilancio pari al 10 % della spesa pubblica, che nessun altro Paese al mondo delle dimensioni dell’Italia ha attuato)

Per fornire la motivazione del declassamento (the rationale of downgrade) i poveri analisti di Moody’s si devono arrampicare sugli specchi perché una ragione vera non c’è, o meglio, la si può intuire, ma non dire. Alexander Kockerbeck e Bart Oosterveld, gli analisti che hanno firmato il rapporto, scrivono infatti che la ragioni sarebbero tre, tutte prive di un supporto quantitativo e tutte collegate alla prima ragione fornita, cioè il non meglio precisato “sentimento” del mercato. 

Sarebbe facile riportare qui di seguito tutte le interviste e dichiarazioni pubbliche rilasciate dal capo analista di Moody’s, Kockerbeck nel corso di questi ultimi anni. In esse si afferma che l’Italia non è tra i Paesi più a rischio e si esprime plauso per l’opera del governo italiano. L’ultima è un’intervista rilasciata il 13 luglio scorso [5], appena pochi mesi fa, quando la seconda manovra d’aggiustamento dei conti pubblici italiani non era stata nemmeno ipotizzata. In mancanza di riscontri oggettivi e numerici, sarebbe quindi estremamente facile puntare il dito in merito alle vistose contraddizioni nelle valutazioni espresse da Moody’s. ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE TUTTO



[1
] Vedi: MdO, 20/09/2011, AsiaNews, Crisi economica: una demolizione controllata

[2] Vedi http://www.moodys.com/research/Moodys-downgrades-Italys-government-bond-ratings-to-A2-with-a--PR_227333 

[3] Scrive Moody’s : “some positive credit attributes”

[4] Scrive Moody’s : "These include a lack of significant imbalances in the economy or severe pressure on private financial and non-financial sector  balance sheets, as well as the actions undertaken by the government over the summer.”

[5] Vedi: Il Messaggero, 13/07/2011 L’Italia è un paese relativamente stabile e non è a rischio di contagio. Vedi anche : 13/01/2010, “L’Italia non è tra i paesi più a rischio”, in cui lo stesso Kockerbeck afferma che l’Italia "non presenta squilibri importanti come quelli che si stanno verificando in altre economie europee", l’esatto contrario di quanto affermato nella motivazione pubblicata martedì sera a firma della stesso Kockerbeck, di cui alla nota 2 precedente.

[6] Vedi: William J. Harrington, http://www.sec.gov/comments/s7-18-11/s71811-33.pdf . Ad esempio, si veda la seguente affermazione contenuta nel documento: “The salient conflict of interest confronting Moody’s employees is that which arises simply from being employed by Moody’s.” (“Il principale conflitto d’interessi che devono affrontare i dipendenti di Moody’s è semplicemente quello che deriva dall’essere dipendenti di Moody’s”) ed il seguente capitolo dell’esposto: “Pre-2008: External Paymeisters Come First, Last and Always. Analysts to be Seen, Not Heard”. (“Pre-2008: Ufficiali Pagatori esterni vengono prima di tutto, in istanza definitiva ed in ogni momento. Gli analisti devono essere visti, ma non ascoltati”).

[7] “Moody's analysts whose conclusions prevent Moody's clients from getting what they want, Harrington says, are viewed as "impeding deals"   and, thus, harming Moody's business. These analysts are often transferred, disciplined, "harassed," or fired.” Vedi un riassunto della vicenda pubblicato da Business Insider:http://www.businessinsider.com/moodys-analyst-conflicts-corruption-and-greed-2011-8#ixzz1ZudL9uFi. Per coloro che non avessero il tempo di leggere tutto l’esposto, lungo 78 pagine, di Harrington, suggeriamo di leggere un estratto delle sue dichiarazioni estrapolato da Business Insider : http://www.businessinsider.com/moodys-analyst-conflicts-corruption-and-greed-2011-8#the-analyst-bill-harrington-worked-at-moodys-for-11-years-most-recently-he-was-a-senior-vice-president-1

[8] Vedi: MdO, 20/09/2011, AsiaNews, nota 1

[9] Vedi: IMF, 13 aprile 2010, Reserve Accumulation and International Monetary Stability http://www.imf.org/external/np/pp/eng/2010/041310.pdf 

IDA MAGLI:"I POLITICI CHE LO VOTERANNO....ANNOTEREMO OGNI LORO SI' PER CANCELLARE IL LORO NOME ..."

Italiani Liberi | 10.11.2011

  No, Signor Napolitano, non sopporteremo una simile nauseante “furbata”. Creare all’improvviso un senatore a vita per far credere che si tratti di un politico e fingere così che l’Italia non si sia consegnata nelle mani dei banchieri, è un sotterfugio intollerabile. Quale disprezzo per i poveri Italiani! Quale disprezzo per la Repubblica e per la politica! Abbiamo, dunque, così la misura della spaventosa miseria civile e morale dei nostri “rappresentanti”. La Bibbia afferma che “Dio vomita gli ipocriti”. Sono certa che non ha mai vomitato tanto.
  Senatore a vita il signor Mario Monti? Un cittadino benemerito della Repubblica e di specchiati costumi? Forse non tutti i cittadini lo sanno o se lo ricordano (e su questa ignoranza ha contato, oltre che sul complice silenzio dei politici e dei giornalisti, Giorgio Napolitano nel nominarlo) che Mario Monti è stato costretto, nella sua qualità di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le dimissioni “per l’accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo” messi in luce dal Collegio di periti nominato appositamente dal Parlamento Europeo. La Relazione fatta da questi Saggi al Parlamento, nonostante la prudenza del linguaggio ufficiale, fa paura. Si parla infatti dell’assoluta mancanza di controllo nella “rete di favoritismi nell’amministrazione”, di “ausiliari esterni” e di “agenti temporanei”, di “minibilanci espressamente vietati dalle procedure amministrative”, di “numerosissimi esterni fuori bilancio, ben noti all’interno della Commissione con il soprannome di sottomarini”, che operano con “contratti fittizi”, dietro “raccomandazioni e favoritismi”; di abusi che hanno comportato, con il sistema dei “sottomarini” l’erogazione non controllata di oltre 7.000 miliardi nell’ambito dell’Ufficio Europeo per gli Aiuti umanitari d’Emergenza (miliardi usciti dalle nostre tasche, naturalmente, e che dovevano andare, ma non ci sono arrivati se non in minima parte, ai bambini della Bosnia, del Ruanda morenti di fame). Evidentemente Mario Monti è inamovibile, o meglio può perdere un posto soltanto per guadagnarne uno migliore. Nel 1999, al momento di una caduta così ignominiosa, ha provveduto la successiva Commissione, con presidente Romano Prodi, a riconsegnargli il posto di Commissario. Cose che succedono soltanto nell’onestissimo ambito delle nostre istituzioni politiche. I semplici cittadini vanno sotto processo per gli ammanchi, o come minimo perdono l’incarico.
  Perché mai, dunque, dunque, dovremmo affidare a questo signore i nostri ultimi beni? In omaggio, forse, al truffaldino sotterfugio inaugurato dalla Presidenza della Repubblica? I politici che lo voteranno come capo del governo sappiano che, visto che non possediamo nessun altro potere, annoteremo ogni loro “Sì” per cancellare per sempre il loro nome da qualsiasi futura elezione.
Ida Magli

10 novembre 2011

LO DICEVO CHE L'EX CARD.RATZINGER, ORA PAPA, NON POTEVA AVER CAMBIATO OPINIONE..MA,MI CHIEDO,QUANDO PARLA IL VATICANO CHI PARLA?

Guarda guarda....volevano farci intendere che il Papa avrebbe "benedetto" un prossimo Nuovo Ordine Mondiale....anzi lo avrebbe anche sollecitato.

Italiani tutti é ora di aprire beni gli occhi e sturarsi le orecchie, al fine di afferrare bene i messaggi che i media nazionali, e non solo loro, allineati  ai "poteri forti" ci propinano come se fossero veri.

Occore fare discernimento di tutto ciò che si vede e si sente!!!!

Troppa confusione. Bertone chiude la curia a chiave


Travolto dalle critiche il documento di "Iustitia et pax" sulla crisi finanziaria mondiale. Il segreterio di Stato lo disconosce. "L'Osservatore Romano" lo fa a pezzi. D'ora in poi ogni nuovo testo vaticano dovrà passare al vaglio del cardinale

di Sandro Magister
 

ROMA. 10 novembre 2011 –  Proprio mentre a Cannes il G20 si avviava alla sua debole e incerta conclusione, quello stesso venerdì 4 novembre, in Vaticano, un piccolo summit convocato in segreteria di Stato cercava di porre rimedio a un ennesimo momento di confusione della curia romana.
 Sul banco degli accusati c'era il documento sulla crisi finanziaria mondiale diffuso dieci giorni prima dal pontificio consiglio della giustizia e della pace. Un documento che aveva sconcertato molti, fuori e dentro il Vaticano.


Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, lamentava di non averne saputo nulla fino all'ultimo. E proprio per questo aveva riunito quel vertice in segreteria di Stato.

La conclusione del vertice è stata di trasmettere a tutti gli uffici della curia romana questo ordine tassativo: non far più uscire da lì in avanti nulla di scritto che non abbia il preventivo controllo e l'autorizzazione della segreteria di Stato.

 Certo, che Bertone e i suoi abbiano visto quel documento solo dopo la sua pubblicazione è cosa che anch'essa sbalordisce.

 Già il 19 ottobre, infatti, con cinque giorni d'anticipo, la sala stampa vaticana – che è alle dirette dipendenze della segreteria di Stato – aveva dato l'annuncio della conferenza stampa di presentazione del documento, nella quale avrebbero preso la parola il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del pontificio consiglio della giustizia e della pace, e monsignor Mario Toso, segretario del medesimo.

 Toso, salesiano come Bertone e suo sodale da lunga data, è stato voluto in questa carica proprio dal cardinale segretario di Stato.

 Quanto al testo del documento, la sala stampa vaticana aveva avvisato che era già pronto in quattro lingue e sarebbe stato fornito ai giornalisti accreditati tre ore prima che fosse reso pubblico.



Il 22 ottobre, un ulteriore avviso aggiungeva il nome del professor Leonardo Becchetti al ticket dei presentatori.

Becchetti, docente di economia all'Università di Roma Tor Vergata ed esperto di microcredito e commercio equo e solidale, è ritenuto il principale estensore del documento.

E infatti il 24 ottobre, nella conferenza stampa di presentazione, il suo intervento fu il più specifico, mirato in particolare a reclamare l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, altrimenti detta "Tobin tax" dal nome di un suo ideatore, o anche "Robin Hood tax".

Al G20 di Cannes l'ipotesi di questa tassa ha fatto capolino in qualche cenno retorico di Barack Obama e di Nicolas Sarkozy, ma non ha avuto alcun seguito concreto.

Un'altra asserzione del documento vaticano, secondo cui l'economia europea sarebbe a rischio di inflazione invece che di deflazione, è stata contraddetta il 1 novembre dalla decisione del nuovo governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, che ha abbassato il tasso di sconto dell'euro, invece che alzarlo come sempre si fa quando l'inflazione è un pericolo reale.

Quanto poi all'obiettivo principale del documento, nientemeno che un governo unico mondiale della politica e dell'economia, è uscito dal G20 di Cannes letteralmente stracciato. Non soltanto nessuno ha neppur vagamente parlato di una simile utopia, ma quel poco che si è deciso in concreto è andato nella direzione contraria. Il disordine mondiale è oggi maggiore di prima e ha il suo deficit più grave nell'accresciuta incapacità dei paesi europei di assicurare una "governance" del continente.

È di poca consolazione per il documento vaticano essere stato accostato alle vedute degli indignati di "Occupare Wall Street". O aver trovato eco in un barricadiero articolo del primate anglicano Rowan Williams sul "Financial Times" del 2 novembre, a favore della "Robin Hood tax".
Ma più che questi pessimi voti, ciò che ha maggiormente irritato molti autorevoli lettori del documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace è il suo essere in contraddizione clamorosa con l'enciclica di Benedetto XVI "Caritas in veritate".

Nell'enciclica, papa Joseph Ratzinger non invoca affatto una "autorità pubblica a competenza universale" sulla politica e sull'economia, cioè quella specie di grande Leviatano, non si capisce come intronizzato e da chi, caro al documento del 24 ottobre.

Nella "Caritas in veritate" il papa parla più propriamente di “governance" (cioè di regolamentazione, in latino "moderamen") della globalizzazione, attraverso istituzioni sussidiarie e poliarchiche. Niente a che vedere con un governo monocratico del mondo.

Quando poi si scende nelle analisi e nelle proposte specifiche, ha stupito anche la forte divaricazione tra ciò che scrive il documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace e quanto va sostenendo da molto tempo "L'Osservatore Romano" negli editoriali del suo commentatore economico, Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell'Istituto per le Opere di Religione, la banca vaticana, anche lui voluto in questa carica dal cardinale Bertone.

Ad esempio, non c'è una sola riga, nel documento, che attribuisca la crisi mondiale dell'economia e della finanza al crollo della natalità e al conseguente, e sempre più costoso, invecchiamento della popolazione.

Era facile prevedere che Gotti Tedeschi non sarebbe rimasto in silenzio. E infatti, il 4 novembre – lo stesso giorno del vertice convocato da Bertone in segreteria di Stato – è uscito su "L'Osservatore Romano" un suo editoriale che suona come una sconfessione totale del documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace.

Eccolo qui di seguito. E a leggerlo sorge il sospetto che la sua stesura iniziale fosse ancor più distruttiva...

DI FRONTE ALLE PROSPETTIVE DEFLAZIONISTICHE, UN NUOVO MODELLO DI LEADERSHIP

di Ettore Gotti Tedeschi


Gli errori di interpretazione e la sottovalutazione dell’attuale crisi economica sono stati gravi e perdurano.

Sono state male interpretate le sue vere origini, cioè il crollo della natalità, e le conseguenze che hanno portato all’aumento delle tasse sul PIL per assorbire i costi dell’invecchiamento della popolazione. E sono stati sottovalutati gli effetti delle decisioni prese per compensare questi fenomeni, soprattutto con la delocalizzazione produttiva e con i consumi a debito.

Non sono stati poi presi nella giusta considerazione l’urgenza di intervenire e i criteri da seguire per sgonfiare il debito prodotto. Non è stato quindi previsto il crollo di fiducia che ha condotto al ridimensionamento dei valori delle Borse e alla crisi del debito.

A questo punto le soluzioni non sono più tante.

Per ridurre il debito totale – pubblico, delle banche, delle imprese, delle famiglie – e riportarlo ai livelli precedenti alla crisi, cioè a circa il 40 per cento in meno, è immaginabile, ma non raccomandabile, cancellarne una parte con una specie di concordato preventivo in base al quale i creditori vengano pagati al 60 per cento.

È pensabile, ma si tratta di un’ipotesi senza prospettive, inventare qualche nuova bolla per compensare il debito con una crescita di valori mobiliari o immobiliari.

È valutabile – ma speriamo sia solo una tentazione – una tassazione della ricchezza delle famiglie, sacrificando però una risorsa necessaria allo sviluppo e producendo allo stesso tempo un’ingiustizia.

Si può anche ricercare una via di sviluppo rapido, grazie a una crescita di competitività, che nella crisi globale non è però facile generare. Non ci sono capitali da investire, le banche sono deboli, il problema demografico penalizza la domanda e gli investimenti. In questo contesto, inoltre, i consumi a debito non sono nemmeno immaginabili.

I paesi occidentali sono costosi e per renderli economici in tempo breve si dovrebbe intervenire sul costo del lavoro. Interventi di stampo protezionistico per sostenere le imprese non competitive produrrebbero però svantaggi per i consumatori e ridurrebbero i consumi già in declino.

Si potrebbe svalutare la moneta unica, ma questa iniziativa condurrebbe all’aumento dei prezzi di beni importati.

Qualcuno, per sgonfiare il debito, pensa anche all’inflazione. Ma l’inflazione non si accende se la crescita economica è pari a zero, se i salari sono fermi, se incombe l’ombra della disoccupazione e se diminuiscono persino i prezzi delle materie prime.

Si potrà affermare che la spirale inflazionistica non si avvia finché c’è sfiducia nella propria moneta. La questione è che oggi non ci si può fidare di nessuna valuta: tutte, compresi euro e dollaro, sono deboli.

L’inflazione non parte anche perché la liquidità non circola, ma soprattutto perché quella creata dalle banche centrali ha sostituito quella prodotta dai sistemi bancari per sostenere la crescita a debito.

Il primo problema oggi non è quindi l’inflazione ma la deflazione. I mercati stanno infatti privilegiando la liquidità. Questo perché in regime deflazionistico il valore della moneta cresce, mentre durante l’inflazione decresce.

Far progredire l’economia oggi senza aumentare il debito pubblico significa correlare i tassi di interesse al PIL. Nei paesi con un debito pubblico superiore al 100 per cento del PIL, è evidente che, per ottenere una crescita dell’1 per cento senza fare aumentare il debito, bisogna avere tassi non superiori all’1 per cento, penalizzando in questo modo i risparmi.

La soluzione è in mano ai governi e alle banche centrali che devono realizzare un’azione strategica coordinata di reindustrializzazione, rafforzamento degli istituti di credito e sostegno dell’occupazione.

Questo richiederà tempo, un tempo di austerità nel quale ricostituire i fondamentali della crescita economica.

Ma soprattutto i governi devono ridare fiducia ai cittadini e ai mercati attraverso una "governance" adatta ai tempi, che, oltre a garantire adeguatezza tecnica, sia anche un modello di leadership. Cioè uno strumento per raggiungere l’obiettivo del bene comune.

APPROFONDISCI :

martedì, 08 novembre 2011

SANTAURINA ANALIZZA LA PREFAZIONE DEL CARD.RATZINGER AL LIBRO "NUOVO DISORDINE MONDIALE" IL PAPA HA CAMBIATO OPINIONE?NON CREDO!

martedì, 25 ottobre 2011

COSA INTENDE DIRE IL VATICANO ? CIO' CHE I MEDIA HANNO DIFFUSO! PERPLESSITA': PERCHE' IL VATICANO "PROPONE" UN GOVERNO MONDIALE?

mercoledì 9 novembre 2011

PRIMA DI ANDARE AL BLOGECONOMY DAY2 LEGGIAMOCI GIANNINO E CAPIREMO MEGLIO LA SINTESI DELLA SITUAZIONE CHE CI FARA' SABATO .....

Attenti a ciò che rischiamo! Già 50 miliardi di oneri e sarà peggio

di Oscar Giannino 9 novembre 2011



Gli spread stanno impazzendo, tra poche ore rischiamo di essere a quota 600, l’intera curva dei rendimenti per ogni scadenza è sopra il 7%. L’Italia rischia non la misisone ordinaria di monitoraggio del Fmi entro fine mese, ma dopodomani una squadra speciale del Fondo che sbarchi dagli elicotteri e ci imponga la secessione temporanea dai mercati, vincoli di capitale obbligatori e sanguinose manovre di ripresa di contatto con la realtà reale: il mondo non intende farsi coinvolgere nella follia di un’Italia che non è la Grecia ma non per quello che crede la sua classe politica, cioè troppo grande per fallire, ma non lo è appunto perché siccome siamo una fonte di contagio enorme il mondo interverrà con la cavalleria aerea per sbatterci alle corde, finché cambiamo marcia e disinnestiamo il pedale dell’irresponsabilità. Forse è bene porsi una domanda precisa. Quanto costa all’Italia, la drastica accelerazione del rischio di insolvenza pubblica che i mercati hanno iniziato a stimare da luglio ad oggi? E’ un esercizio contabile che vale la pena di fare, anche se pone rilevanti problemi economico-statistici, visto che le cifre su cui si può lavorare sono per lo più da stimare per approssimazione. Tuttavia dovrebbe rappresentare un esercizio obbligato per tutti i cittadini italiani, lavoratori e imprenditori, risparmiatori e contribuenti, in modo da sottoporre a un preciso rendiconto le responsabilità politiche di ieri, oggi e domani. E’ comprensibile che vasta parte degli italiani tenda a graduare le proprie valutazioni riferendosi al tradizionale asse valoriale destra-centro-sinistra. Ma non è male tentare anche di appoggiare il proprio ragionamento a qualche numero che si riferisca anche ai valori economici. Ieri sera  ci ho provato, quando lo spread era a 495 e non a 563 dove svetta ora che posto. Prosegui la lettura




Ma è davvero appropriato e giusto, chiedere che gli italiani mostrino il loro patriottismo correndo a sottoscrivere titoli del debito pubblico? L’appello lanciato da Giuliano Melani sul Corriere della sera ha fatto proseliti. E’ piaciuto alle grandi banche italiane, che hanno annunciato che rinunceranno alle commissioni sui titoli in occasione di un vero e proprio BTp Day. E’ è stata rilanciata da organi di stampa nel Nordest e molti presidenti di Unioni territoriali di Confindustria del Veneto hanno sottoscritto, tra il plauso di esponenti politici. Mi rendo conto che è assai scivoloso, rompere il coro pressoché unanime di consensi che si è levato in favore dell’iniziativa. Eppure penso sia giusto farlo. Prosegui la lettura


Mi sono astenuto dal seguire sul blog giorno per giorno l’andamento “obbligato” della perdita di credibilità italiana, l’ho fatto ogni giorno su radio24. Alla componente di credibilità soggettiva – che riguarda personalmente Berlusconi in maniera crescente da due anni a questa parte, ed è irreversibile a mio giudizio da tempo – si è aggiunta in sede internazionale e in maniera conclamata da luglio quella oggettiva, che riguarda la politica economica del governo. E’ una perdita di credibilità che investe Berlusconi e Tremonti insieme, anzi aben guardare dovrebbe riguardare  più il secondo del primo.  Prosegui la lettura





















 

martedì 8 novembre 2011

SANTARUINA ANALIZZA LA PREFAZIONE DEL CARD.RATZINGER AL LIBRO "NUOVO DISORDINE MONDIALE" IL PAPA HA CAMBIATO OPINIONE?NON CREDO!

Domenica, 30 Ottobre 2011

Il Vaticano ed il Nuovo Disordine Mondiale

Il documento con il quale eminenti rappresentanti del Vaticano invocano, quale soluzione alla attuale crisi economica e sociale, dei passi in avanti verso la creazione di strutture decisionali sovranazionali, di carattere globalista, ha indubbiamente suscitato grande interesse nel cosidetto ambiente della “controinformazione”, e non poteva essere altrimenti.

Se infatti per i media tradizionali tale presa di posizione non rappresenta che un allineamento alle soluzioni proposte dai grandi think tank internazionali, per coloro che conoscono le radici e le prospettive della ideologia mondialista le soluzioni auspicate del Vaticano non possono che suscitare un giustificato sospetto.

Il documento in questione, stilato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intitolato Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale, inizia soffermandosi nell'analizzare l'attuale momento storico da un punto vista economico e sociale.

Mettendo quindi in evidenza la situazione di crisi economica venutasi a creare nel pianeta, nel documento si pongono in evidenza le grandi disparità con cui il benessere mondiale è distribuito, e si attribuiscono le cause di tale processo ad una generica ideologia liberista:
Ma cosa ha spinto il mondo in questa direzione estremamente problematica anche per la pace?

Anzitutto un liberismo economico senza regole e senza controlli.

Si tratta di una ideologia, di una forma di « apriorismo economico », che pretende di prendere dalla teoria le leggi di funzionamento del mercato e le cosiddette leggi dello sviluppo capitalistico esasperandone alcuni aspetti.
Una conclusione a cui si giunge dopo aver ricordato come per affrontare la situazione economica mondiale negli ultimi anni diversi governi nazionali abbiano utilizzato enormi mezzi per tamponare la crisi:
Un orientamento di stampo liberista – reticente rispetto ad interventi pubblici nei mercati – ha fatto propendere per il fallimento di un importante istituto finanziario internazionale, immaginando in tal modo di delimitare la crisi e i suoi effetti.

Ne è derivata purtroppo una propagazione di sfiducia che ha spinto a mutare repentinamente atteggiamento, sollecitando interventi pubblici sotto varie forme, di enorme portata (oltre il 20% del prodotto nazionale) al fine di tamponare gli effetti negativi che avrebbero travolto tutto il sistema finanziario internazionale.

Uno strano “neoliberismo senza regole e senza controlli”, quello in cui i maggiori governi mondiali intervengono nel mercato mettendo sul piatto il 20% del loro prodotto nazionale.

Ma non è l'evidente confusione ed incompetenza, o forse malafede, degli esperti economisti del Vaticano l'aspetto più interessante del documento, bensì le soluzioni da loro proposte per superare questo momento di difficoltà a livello mondiale:
Regole e controlli, sia pure in maniera imperfetta, sono spesso presenti a livello nazionale e regionale; tuttavia, a livello internazionale tali regole e controlli fanno fatica a realizzarsi e a consolidarsi.[...]

Nel cammino verso la costruzione di una famiglia umana più fraterna e giusta e, prima ancora, di un nuovo umanesimo aperto alla trascendenza, appare inoltre particolarmente attuale l’insegnamento del Beato Giovanni XXIII.

Nella profetica Lettera enciclica Pacem in terris del 1963, egli avvertiva che il mondo si stava avviando verso una sempre maggiore unificazione. Prendeva quindi atto del fatto che, nella comunità umana, era venuta meno la rispondenza fra l’organizzazione politica «su piano mondiale e le esigenze obiettive del bene comune universale».

Per conseguenza auspicava la creazione, un giorno, di «un’Autorità pubblica mondiale». [...]

Un lungo cammino resta però ancora da percorrere prima di arrivare alla costituzione di una tale Autorità pubblica a competenza universale.

Logica vorrebbe che il processo di riforma si sviluppasse avendo come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in ragione dell’ampiezza mondiale delle sue responsabilità, della sua capacità di riunire le Nazioni della terra e della diversità dei suoi compiti e di quelli delle sue Agenzie specializzate.[...]

A un Governo mondiale non si può pervenire se non dando espressione politica a preesistenti interdipendenze e cooperazioni.[...]



E per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti economici, il documento precisa :
Sullo sfondo si delinea, in prospettiva, l’esigenza di un organismo che svolga le funzioni di una sorta di «Banca centrale mondiale» che regoli il flusso e il sistema degli scambi monetari, alla stregua delle Banche centrali nazionali.
Nelle conclusioni, infine, possiamo leggere:
Con una dinamica analoga a quella che in passato ha messo fine alla lotta «anarchica» tra clan e regni rivali, in ordine alla costituzione di Stati nazionali, l’umanità deve oggi impegnarsi nella transizione da una situazione di lotte arcaiche tra entità nazionali, a un nuovo modello di società internazionale più coesa, poliarchica, rispettosa delle identità di ciascun popolo, entro la molteplice ricchezza di un’unica umanità.[...]

Solo uno spirito di concordia, che superi divisioni e conflitti, permetterà all’umanità di essere autenticamente un’unica famiglia, fino a concepire un nuovo mondo con la costituzione di un’Autorità pubblica mondiale, al servizio del bene comune.
Sembrano in tutto e per tutto parole e concetti che potrebbe benissimo esprimere un qualsiasi Gran Maestro massone, dal momento che non si fa altro che ribadire ed auspicare la visione del mondo globalista che la massoneria ed altre società esoteriche da sempre evocano.

Ed è bene ricordare che anche il particolare utilizzo di determinate espressioni non è mai casuale, dal momento che ogni singola parola ha una sua importanza nel descrivere l'ideologia che le sta alle spalle.

Concetti quali “Nuovo Umanesimo”, oppure “Autorità pubblica mondiale” o “Nuovo Mondo” sono delle vere e proprie parole d'ordine che appartengono ad una precisa e determinata forma di pensiero che negli ultimi secoli si sta facendo sempre più strada.

Le stesse Nazioni Unite, invocate nel documento quale base di partenza per la costituzione di questo nuovo governo dal carattere sovranazionale, sono una creazione fortemente voluta dal pensiero universalista della libera muratoria internazionale, ed il suo carattere esoterico non è mai stato nascosto.

E' bene infatti sempre tenere a mente che le Nazioni Unite nascono principalmente seguendo una visione messianica, fatta propria dai movimenti neospiritualisti del XX secolo, e questo loro carattere viene prima degli aspetti di “governance mondiale” strettamente utilitaristici.



Questi aspetti sono assai noti a coloro che hanno approfondito la nascita e le origini dell'ideologia mondialista e sono altresì consapevoli dello spirito che animava la creazione delle strutture sovranazionali.

Si potrebbe però obbiettare che si tratti solo di suggestioni “complottiste”, di cui i vertici del Vaticano non dovrebbero tenere conto, se non rischiando di coprirsi di ridicolo.

Eppure, solo 14 anni fa, Michel Schooyans, autorevole professore dell'università cattolica di Loviano, dava alle stampe un libro estremamente interessante, dal titolo“Nuovo disordine mondiale”, dove metteva in evidenza le radici discutibili di organismi internazionali quali l'ONU e denunciava un piano di controllo globale ad esso collegato che passava per una drastica riduzione della popolazione mondiale ed una progressiva perdita delle libertà personali a vantaggio del rafforzamento dei centri decisionali mondialisti.
Le tesi portate avanti da Schooyans, oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono dunque una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della "vita" e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di "dittatura mondiale" perseguita dai paesi più ricchi e che si avvale, nella visione proposta, di importantissimi strumenti politici quali l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l'O.N.U., le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni ad esse collegate.

Secondo l'Autore, il Nuovo Ordine Mondiale altro non è che il tentativo di imporre la "filosofia dell'egoismo" dei paesi ricchi ai paesi poveri o in via di sviluppo, ed il dominio di pochi su tutti gli altri.[...]
L'ideologia sottostante che avrebbe avviato questa campagna di "pianificazione familiare, a livello mondiale", del "genere" umano, è ad avviso dell'Autore una sorta di incrocio tra l'ideologia di tipo social-comunista alla Feuerbach (individui solo ingranaggi della collettività), di Marx (le identità nazionali devono scomparire a favore di un Nuovo Ordine Mondiale governato da una minoranza illuminata) e di Lenin (tecnocrati illuminati che creano una rete di organizzazioni internazionali al servizio della pianificazione umana), con l'ideologia liberale alla Malthus (teorico della sicurezza alimentare, per cui poveri e meno dotati vanno eliminati o non fatti nascere), Bentham (utilitarismo etico, per cui il povero, che non produce o non produce abbastanza e tuttavia pretende di consumare, sia vinto dalla concorrenza) e Galton (uno dei massimi teorici eugenetici, per cui è necessario favorire la trasmissione della vita solo tra i più dotati).
Una analisi lucida ed in netto anticipo coi tempi del processo che va sotto il nome di “Nuovo Ordine Mondiale”, da un punto di vista non esclusivamente cattolico.

Aspetto ancora più interessante, la prefazione di tale libro fu scritta dall'allora Cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI.

Nel suo intervento, Ratzinger dimostrava di condividere le preoccupazioni espresse dall'autore, ed altrettanto lucidamente metteva in evidenza i pericoli che il processo di mondializzazione portava con sé:
Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l'approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.

Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all'uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa.

Dall'altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.

Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell'ONU e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell'uomo nuovo e del mondo nuovo.
L'allora cardinale Ratzinger dimostrava quindi di comprendere molto bene quale impalcatura ideologica stesse alla base di concetti quali “Nuovo Ordine Mondiale”, usando tale espressione con piena cognizione di causa.

Lo stesso Ratzinger che, divenuto Papa Benedetto XVI, nel discorso di Natale del 2005 chiamava a raccolta gli uomini di buona volontà affinchè quel medesimo Nuovo Ordine Mondiale lo edificassero.

Cosa era successo nel frattempo?

Difficile dirlo, forse quel fumo di Satana evocato da Papa Paolo VI dopo essersi introdotto da qualche fessura in vaticano ha nel tempo invaso molti ambienti, o forse la corrente mondialista massonica presente nel corpus cardinalizio è divenuta infine prevalente.

Il tempo dirà se i giorni della grande apostasia profetizzati dall'escatologia cristiana siano proprio quelli attuali.
materializzato da Santaruina alle ore 20:53 | link | commenti (54)

trattasi di: mondo nuovo