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lunedì 25 novembre 2013

EUROPA E APPARATO UE SONO LA STESSA COSA? PER LAURA BOLDRINI PARE DI SI!

di Marco Della Luna 24.11.2013

L’intervista al TGCOM 24 sull’Europa e gli euroscettici

Oggi pomeriggio ho captato un’intervista rilasciata al direttore di TGCOM24 dalla presidentessa della Camera, on.le Laura Boldrini di Sel. Scusatemi se la commento. E’ più forte di me.

Sui temi propostile – da quelli strutturali come la crisi economica e l’Europa, a quelli contingenti come l’evitabile disastro idrogeologico in Sardegna, la Boldrini si è espressa in termini emotivi, etici, generici, spaziando tra l’ovvio e il celebrativo, sempre però evitando di parlare in concreto delle cause tecniche accertabili dei problemi e delle soluzioni tecniche possibili. 
E’ molto facile assumere la posizione di giudice politico e morale degli altri, dire che cosa si dovrebbe fare e che si è colpevoli non facendolo, se ci si tiene al disopra del piano operativo, che deve fare i conti con le difficoltà pratiche, la limitatezza dei mezzi, i contrasti di interessi.

Il brano più impressionante di tutta l’intervista è quello in cui la Boldrini affronta il tema della disaffezione all’Europa in relazione alle criticità, ormai diffusamente percepite, della sua organizzazione monetaria e finanziaria. La Boldrini ha inquadrato, dapprima, gli euroscettici o eurocontrari, qualificandoli aprioristicamente come un problema, un male, dicendosi allarmata dalla possibilità che le prossime elezioni europee producano un parlamento fortemente euroscettico, quindi implicando che la posizione del dubbio e dell’opposizione all’attuale costruzione europea sia in sé illegittima e/o sbagliata, indipendentemente dai risultati prodotti da questa costruzione. Ha persino soggiunto, come rafforzativo, che alcuni partiti di questo tipo sono neonazisti. Non ha parlato del merito delle loro analisi e critiche al sistema attuale. Analisi e critiche che, quasi sempre, si basano su dati obiettivi, studi scientifici, metodi econometrici – si pensi a Berndt Lucke di AfD e a Nigel Farage dello Ukip, per non parlare del sottoscritto o di economisti come Krugman, Brancaccio, Sapelli, Galloni, Kaldor, Bagnai, e mi scuso con gli altri che tralascio per brevità.

E’ ricorsa al solito, continuo e strumentale identificare l’Europa come realtà di fatto con la UE come’ordinamento giuridico-finanziario, per poter così dire che chi è contrario o critico verso l’apparato UE è contrario all’Europa, mentre ciò è falso, perché l’Europa è sempre esistita, e spesso meglio di adesso, soprattutto in fatto di cultura e civiltà, proprio grazie alla sua storica pluralità, senza la Commissione, senza il Consiglio, senza l’Euro; e anche perché l’ordinamento che è stato messo su non è l’unico possibile modo di dare più benessere all’Europa, ovviamente (mentre probabilmente è il migliore per dare potere e vantaggi alla Germania).

Ma vi è una seconda e doppia operazione illiberale, antidemocratica e tendente al totalitarismo ideologico nelle dichiarazioni della Boldrini, in quanto ella da un lato vuole delegittimare una posizione politica contraria alla sua, anziché accettare le scelte che gli elettori faranno, nel rispetto del principio democratico (e questo la rende incompatibile col suo ruolo di garanzia come presidente della Camera); e dall’altro afferma che l’ordinamento UE-Euro, col suo funzionamento (ma il discorso vale per ogni cosa) sia buono e legittimo in sé, ossia senza considerare gli effetti pratici, cioè se esso abbia prodotto e stia producendo effetti utili oppure effetti dannosi. Per contro, il criterio razionale e onesto per giudicare una cosa è la valutazione dei suoi effetti reali. L’albero si giudichi dai suoi frutti. Imporre che l’albero sia ritenuto buono indipendentemente dai suoi frutti, e che i frutti si debbano mangiare senza che sia consentito di analizzarli per vedere se sono tossici, è dogmatismo irrazionalista e pericoloso.

Di male in peggio, la Boldrini ha aggiunto che questi euroscettici perdono di vista i valori e il sogno dell’Europa unita (sì, ha detto proprio “il sogno”), concepito dai padri fondatori, nonché i vantaggi dati dall’ “unificazione europea” (metto tra virgolette perché gli effetti pratici dell’UE e dell’Euro sono di divaricare e contrapporre, facendo rinascere ostilità nazionali da tempo sopite). E quali sono questi vantaggi che ci ha dato l’”Europa”? La Boldrini ne ha individuati tre: è grazie all’Europa che non abbiamo più le discariche (ma gli inceneritori); è grazie all’Europa che vi sono limiti al livello di inquinamento delle città; è grazie all’Europa che gli studenti universitari hanno l’Erasmus.

Brava! A prescindere dal fatto che tutte queste cose contano ben poco e che in ogni caso si potevano benissimo fare senza la UE, e a prescindere dal fatto che è scorretto vantare i benefici di qualcosa senza confrontarli coi suoi costi (quelli dell’UE sono altissimi), alla Boldrini possiamo semplicemente replicare che ora, invece di interrare i rifiuti nelle discariche, li bruciamo nei termocombustori producendo un nanoparticolato così tossico e cancerogeno che le Asl non vengono nemmeno richieste e dotate degli strumenti per rilevarlo; che i livelli di inquinamento urbano anche grazie ai termocombustori non sono affatto sotto controllo; che l’Erasmus interessa una aliquota minima della popolazione e non ha certo impedito all’università italiana di crollare in fatto di qualità.

Begli argomenti a difesa dell’Unione Europea ha trovato questa protagonista della politica, tanto portata a giudicare tutto e tutti, appassionatamente e con grande sicurezza di sé, forte anche di un innegabile carisma verso moltissime persone, anche in posizioni di rilievo, che guardano a lei con speranza. Argomenti patetici, di una pochezza e di una puerilità inammissibili, adatti a persuadere chi? I bambini? Riflettiamo sui quale dovrebbe essere il livello di competenza e di preparazione e di comunicazione al pubblico della terza carica dello Stato. E sul fatto che chi si rivolge alla gente in questo modo, o vive dentro un suo mondo dorato sconnesso dalle realtà, oppure pensa che l’opinione pubblica abbia un’età mentale e una capacità critica da quinta elementare.

24.11.13 Marco Della Luna

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