di Gianni Lannes 5.11.13
Una civiltà umana può dirsi tale solo se tutela realmente i bambini. Dopo la legalizzazione della pedofilia in Europa ramificata nei parlamenti (alla voce Bruxelles), nei governi, nelle forze armate, nei servizi segreti, nelle magistrature e nelle multinazionali, ecco ora cosa accade.
L’OMS detta legge: i piccoli corpi sono merce sessuale dalla più tenera età. Detto e fatto: corsi di masturbazione per bambini fino ai 4 anni, al bando la religione cattolica, ovvero le radici cristiane: è l’Oms a ordinarlo. Infatti è in fase di diffusione un vademecum in cui si tracciano le linee guida per la cosiddetta educazione sessuale ai giovani. Secondo il documento, sin dalla culla ora bisognerà insegnare ai bambini a vivere con serenità la propria sessualità, anche attraverso la masturbazione.
Il documento - elaborato nel 2010 inizia adesso ad essere messo in circolazione - è intitolato “Standard di Educazione Sessuale in Europa” ed è una guida per i governi, la scuola pubblica e gli specialisti sanitari, sviluppata dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in collaborazione con l’agenzia governativa tedesca per l’Educazione Sanitaria. Viene preso anche a pretesto la diffusione dell'HIV: un virus inventato di sana pianta che mai nessun scienziato ha mai isolato.
Il documento imbottito di evidenti pregiudizi ha iniziato a essere distribuito presso i ministeri dell’Istruzione e della Salute d’Europa, e non è distinguibile da un manuale di corruzione dei minori, ispirato però dai dogmi dell’ideologia di genere. Un testo istituzionale - calato dall’alto - che ignora i genitori come responsabili per l’educazione dei propri figli.
Delle specifiche competenze che la guida consiglia di trasmettere ai bambini dai 0 ai 16 anni, questi sono alcuni esempi citati testualmente nel documento:
«Da 0 a 4 anni, l’OMS prescrive l’apprendimento del “godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo: la masturbazione della prima infanzia”. Da 0 a 4 anni è l’ età ideale per “la scoperta del corpo e dei genitali”. A 4 anni, l’OMS afferma che i nostri figli sono in grado di “esprimere i bisogni, i desideri e i limiti, ad esempio nel gioco del dottore”. Da 4 a 6 anni i nostri figli hanno bisogno di sapere che la storia della cicogna come uccello-madre è un mito. Da 4 a 6 anni è l’età ideale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per “parlare di questioni sessuali”, esplorare “le relazioni omosessuali” e “consolidare l’identità di genere”. Tra i 6 e i 9 anni, gli esperti dell’OMS affermano che i nostri figli sono pronti a conoscere e difendere i “diritti sessuali di bambini e bambine”. Da 9 a 12 anni, e fino a 15, devono conoscere il problema della maternità imprevista. Lo dicono con una parafrasi: “l’impatto della maternità e della gravidanza tra gli adolescenti cioè la crescita dei figli, la pianificazione familiare, i progetti di studio o di vita, la contraccezione , il processo decisionale e la cura nel caso di gravidanze indesiderate».
Da evidenziare il tortuoso percorso che fa l’OMS per dire che prima dei 15 anni, le bambine sono pronte per essere clienti dell’industria dell’aborto:
«Da 9 a 15 , è bene che ricevano informazioni su dove trovare un contraccettivo e dove ottenere un aborto. Tra 9 e 15 anni è inoltre un’età chiave, secondo l’OMS, per insegnare che la religione cristiana rappresenta un ostacolo per il piacere e il godimento del proprio corpo: “Influenza di età, sesso, religione e cultura” nell’educazione affettiva e sessuale . A 15 anni è il momento di “aprirsi agli altri (dichiarare l’omosessualità , la bisessualità e altre opzioni)”, a 15 anni è anche l’età per venire a conoscenza, inoltre, del “sesso commerciale (prostituzione , ma anche sesso in cambio di piccoli regali, pranzi/notti fuori o piccole somme di denaro), pornografia, dipendenza dal sesso».
I contenuti specifici della guida Standard di Educazione Sessuale in Europa, sono tanto eloquenti quanto i princìpi:
«Il principio per il quale i genitori sono una “fonte informale” di educazione, rispetto allo Stato come “fonte formale”, “scientifica” e veritativa. Il principio per cui l’educazione affettiva e sessuale dei bambini dev’essere pianificata in funzione di una “sensibilità di genere».
In altri termini, che la natura, i fatti, i dati, la responsabilità dei genitori… tutto debba sottomettersi ai dogmi della “sensibilità di genere”. Il principio per cui l’educazione sessuale e affettiva “inizia alla nascita”. Il principio secondo il quale l’educazione sessuale e affettiva “deve avere un approccio olistico”. Tutto è sesso, per l’OMS.
Il principio per cui l’educazione sessuale e affettiva è funzionale al “rafforzamento dell’individuo e della comunità”. Tutto è politico, per l’OMS.
Il principio per il quale gli insegnamenti dell’OMS sono “scientifici” e “neutrali” mentre quelli dei genitori vanno presi con le pinze.
La guida consiste di pagine dove le parole “amore” e “responsabilità” non appaiono o, quando ci sono, il loro peso e significato sono del tutto irrilevanti. Non affrontano mai l’argomento. In compenso, la Guida parla costantemente di “piacere”, “benessere personale” e “istinti”.
Chi e cosa c’è dietro l’OMS? Ufficialmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità è un’agenzia delle Nazioni Unite, unitamente all'Unicef, al centro di uno scandalo di pedofilia internazionale con vertice principale in Africa e traffici di bambini anche in Europa. Non a caso in Italia, secondo i dati del ministero dell'Interno spariscono ogni anno più di 2.000 mila bambini.
In realtà la corporation dell’ONU prende ordini dal Bilderberg Group (organizzazione terroristica e massonica a cui sono affiliati Enrico Letta, Mario Monti, incluso il democristiano Romano Prodi - già consulente di Goldman Sachs - e tanti altri) e viene finanziata dal massone illuminatoDavid Rockefeller (padrone di metà dell’industria farmaceutica mondiale, nonché proprietario dei suoli su cui è sorto il palazzo delle Nazioni Unite a New York).
Dunque, per questi criminali di taratura mondiale, la famiglia non ha alcun ruolo e compito educativo, tantomeno la Chiesa cattolica. Esatto: avete letto bene: chiesa cattolica, non protestante, oppure la religione ebraica o islamica. Per caso è un attacco mirato alle fondamenta cristiane dell’Occidente? Di sicuro in questo modo si plasmano e deformano le vite della generazione futura.
Una civiltà umana può dirsi tale solo se tutela realmente i bambini. Dopo la legalizzazione della pedofilia in Europa ramificata nei parlamenti (alla voce Bruxelles), nei governi, nelle forze armate, nei servizi segreti, nelle magistrature e nelle multinazionali, ecco ora cosa accade.
L’OMS detta legge: i piccoli corpi sono merce sessuale dalla più tenera età. Detto e fatto: corsi di masturbazione per bambini fino ai 4 anni, al bando la religione cattolica, ovvero le radici cristiane: è l’Oms a ordinarlo. Infatti è in fase di diffusione un vademecum in cui si tracciano le linee guida per la cosiddetta educazione sessuale ai giovani. Secondo il documento, sin dalla culla ora bisognerà insegnare ai bambini a vivere con serenità la propria sessualità, anche attraverso la masturbazione.
Post scriptum
Non sono né fondamentalista né bigotto, ma solo un uomo preoccupato da questa pericolosa deriva. Se nel Parlamento italiano ci fosse una reale opposizione, anche a fronte di queste documentate notizie, i governi telecomandati dall'estero morirebbero per sempre.
I documenti correlati:
BZgA / WHO Conference Youth Sex Education in a Multicultural Europe:
IPPF "Charter on Sexual and Reproductive Rights":
IPPF (2006a). Sexuality education in Europe. A reference guide to
policies and practices. The Safe project. Brussels, IPPF European
Network:
World Association for Sexual Health (WAS) (2008). Sexual health for the
millennium. A declaration and technical document. Minneapolis:
World Association for Sexual Health (WAS) (1999). Declaration of Sexual
Rights. Hong Kong. At the 14th World Congress of Sexology (Hong Kong,
1999), the WAS adopted the Universal Declaration of Sexual Rights, which
includes 11 sexual rights: The right to sexual freedom, The right to
sexual autonomy, sexual integrity, and safety of the sexual body, The
right to sexual privacy, The right to sexual equity, The right to sexual
pleasure, The right to emotional sexual expression, The right to
sexually associate freely, The right to make free and responsible
reproductive choices, The right to sexual information based upon
scientific inquiry, The right to comprehensive sexuality education, The
right to sexual health care.
WHO Regional Office for Europe (2008). Inequalities in young people’s
health. HBSC international report from the 2005/2006 survey. Edinburgh:
Standard per l’Educazione Sessuale in Europa del Centro Federale per
l’Educazione alla Salute, BZgA (Germania) Colonia 2010. Ecco una
versione italiana del doumento integrale (Edizione italiana promossa e
finanziata dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica):
http://www.fissonline.it/pdf/STANDARDOMS.pdf
Il giornalista britannico Graham Hancock narra che nel 1987 Jos Verbeek
(spero tanto che questo sia solo un omonimo .....
http://blogs.worldbank.org/team/jos-verbeek#tab1), rappresentante UNICEF
per il Belgio (il Belgio delle sedi istituzionali europee ritorna sempre
nelle storie di pedocriminalità, vedi Il Caso Zandvoort:
http://www.youtube.com/watch?v=HbbajdT57Ig) aveva organizzato uno studio
fotografico nello stabile della stessa UNICEF, utilizzando anche le
risorse informatiche a disposizione dell'organizzazione, che alimentava
un traffico di foto pornografiche aventi come soggetti bambini del terzo
mondo, traffico con un giro di centinaia di clienti in 15 paesi.(Lords
of Poverty: The Power, Prestige, and Corruption of the International Aid
Business. Graham Hancock - Atlantic Monthly Press, 1989):
http://www.nytimes.com/1987/06/25/world/child-sex-scandal-roils-unicef-unit.html.
UN staff accused of raping children in Sudan:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/1538476/UN-staff-accused-of-raping-children-in-Sudan.html
UN sex-trafficking whistleblower feted in film
Anche in "Bersagli mobili" (Marc Saudade, Arnoldo Mondadori Editore,
1984) si narra vicende di traffico di bambini nel sudest asiatico da
parte di funzionari dell'ONU e dirigenti delle sue organizzazioni
umanitarie.
Come corrompere un bambino, e farla sembrare una cosa buona:
artefici principali:
Federal Centre for Health Education (BZgA)
Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica
OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità
World Association for Sexual Health
UNESCO - United Nation Educational, Scientific and Cultural Organization
APPROFONDISCI:
Educazione sessuale, quando la disinformazione è cattolica
07-11-2013
Tutti sanno che all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz campeggiava – e campeggia ancora a futura memoria – la scritta “Il lavoro rende liberi”, uno slogan tragicamente beffardo considerato cosa accadeva appena varcato quel cancello. E’ certo che a nessuno che conservi l’uso della ragione verrebbe mai in mente di dire che l’approccio nazista era anche positivo perché è vero che “il lavoro nobilita l’uomo”, peccato poi quelle aberrazioni compiute nel lager. Oppure che l’esperienza di Auschwitz abbia avuto luci e ombre, visto che l’approccio era positivo.
Ebbene, questo modo di ragionare – fortunatamente su tutt’altra materia - lo troviamo però in uno sconcertante articolo pubblicato dal quotidiano della Cei, Avvenire, a proposito del documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riguardante gli “Standard per l’educazione sessuale in Europa”. E’ un documento di cui abbiamo parlato anche noi nei giorni scorsi, mettendone in luce il contenuto aberrante, destinato oltretutto a diventare obbligatorio – o quasi – in tutti i paesi europei.
Ricordiamo brevemente che esso prevede un’educazione sessuale dagli 0 anni in poi, e che per i bimbi dagli 0 ai 4 anni sono tra l’altro previste informazioni sulla “masturbazione infantile precoce” e gli educatori devono anche metterli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”»; dai quattro a sei anni si deve anche scoprire «l’amore verso persone dello stesso sesso»; a quelli tra sei e nove anni dovranno essere fornite informazioni sui «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi»; a quelli tra nove e dodici anni dovranno essere comunicati i «rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette»; agli adolescenti tra i dodici ed i quindici anni dovranno, invece, essere rivelati concetti quali «pianificazione familiare», «impatto della maternità in giovane età», «presa di decisioni», «gravidanze anche in relazioni omosessuali», «prostituzione e pornografia», e soprattutto si dovrà avvertirli di stare in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità».
Ebbene l’esperto che Avvenire interpella per farsi spiegare il documento, in tutto questo riesce a trovare diverse luci oltre alle innegabili ombre. Peraltro si presume che il personaggio sia autorevole visto che si tratta di «un esperto del calibro di Michelangelo Tortalla, medico sessuologo clinico, membro della Federazione italiana sessuologia scientifica, dal 2003 al 2010 "collaboratore" nazionale dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia».
Le luci starebbero appunto nell’«impostazione positiva» del documento OMS: anzitutto la visione “olistica” dell’educazione sessuale, ovvero la proposta di un «progetto capace di coinvolgere la vita biologica, psicologica e spirituale di un individuo». Poi il ruolo dei genitori che vengono «coinvolti costantemente nel percorso educativo dei figli, come è sacrosanto che sia». Terzo, l’uso della parola “genere” per indicare i sessi maschile e femminile, rifuggendo quindi da quell’ideologia di genere che oggi si vuole mettere dappertutto.
Anche se queste affermazioni fossero vere sarebbe comunque molto grave mettere sullo stesso piano delle enunciazioni di principio con le azioni e gli obiettivi concreti che vengono posti in modo molto chiaro e che rivelano il vero scopo dell’operazione. Senza considerare che il documento in questione non cade così all’improvviso dal cielo, ma è la tappa di un lungo processo culturale e antropologico che un “esperto” dovrebbe conoscere, così da saper distinguere tra ciò che è fumo negli occhi e la vera sostanza.
Ma la cosa che può sembrare incredibile – eppure è così - è che tutte e tre le affermazioni del prof. Tortalla non corrispondono affatto alla realtà del documento in questione. Tanto da far pensare – ed è l’interpretazione più benevola – che né l’intervistatore né l’intervistato abbiano effettivamente letto ciò di cui parlano. Ed è per questo che ci sentiamo di intervenire su un articolo e dei giudizi dati dal quotidiano della Cei. E’ semplicemente inammissibile che venga fatta una tale disinformazione su un tema così delicato, così centrale nell’esperienza della persona, così importante dal punto di vista culturale e “politico” da essere nel prossimo futuro anche un campo minato per le scuole paritarie cattoliche.
Cerchiamo allora di chiarire brevemente i tre punti che secondo Tortalla sarebbero positivi. Intanto dobbiamo precisare che i documenti dell'OMS in realtà sono due: quello a cui si è fatto riferimento finora è del 2010, tornato di attualità perché vi rimanda la risoluzione Estrela ancora in discussione all’Europarlamento. Ma vi sono anche le recenti Linee guida per la realizzazione di questi Standard (2013) che, nel caso vi fossero dubbi, chiariscono in modo definitivo i concetti di cui si parla.
Dunque, anzitutto la visione “olistica”. Nel documento vi si fa spesso riferimento ma il significato non è quello che insegna il Magistero della Chiesa, ovvero una educazione che discende dall’educazione all’amore e si integra con una serie di valori che contribuiscono «allo sviluppo armonico e integrale della persona verso la sua maturazione psicologica, in vista della piena maturità spirituale, alla quale tutti i credenti sono chiamati» (cfr. Lumen Gentium, no. 39).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si preoccupa invece di partire dalla sessualità intesa come genitalità per considerare anche tutte le conseguenze relazionali ed emotive che questa comporta, con l’obiettivo di raggiungere una soddisfazione o uno stato di benessere sessuale. Inoltre “olistico” significa mettersi nell’ottica dei diritti umani: diritto a conoscere la sessualità e diritto all’autodeterminazione. In questa prospettiva viene citata positivamente una sentenza della Corte Europea che dà torto a dei genitori tedeschi, andati in carcere per aver impedito ai figli di partecipare a certe lezioni di educazione sessuale. Infine significa evitare le situazioni di “cattiva salute sessuale”, ovvero malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate. E’ per questo che parte integrante della visione olistica sono l’uso dei contraccettivi e di pratiche di sesso sicuro, insieme a un giudizio assolutamente negativo sull’educazione all’astinenza, ritenuta da escludere (cfr. Linee Guida, pag. 10, box 1).
Al contrario, la Chiesa insegna che parte integrante di una vera educazione sessuale è l’educazione alla castità. Niente di più lontano dalla visione proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Veniamo alla questione dei genitori: è davvero curioso sostenere che nel documento OMS sia data un’importanza fondamentale ai genitori. Ecco cosa osserva con soddisfazione il testo in questione: «Negli ultimi decenni, la tendenza prevalente, per l'Europa nel suo complesso, è stata quella di rendere l'educazione sessuale obbligatoria senza opzioni che permettessero ai genitori, in caso di severe obiezioni ai contenuti curriculari, di ritirare i propri figli dalle lezioni. Nella realtà, i genitori (compresi quelli appartenenti a minoranze demografiche) sono spesso dei sostenitori dell'educazione sessuale scolastica perché essi stessi non sono all'altezza del compito o provano imbarazzo a toccare l'argomento» (p. 14). E se ci fossero dei dubbi le Linee Guida li eliminano del tutto, perché il compito di sviluppare programmi e testi e di preparare gli insegnanti è tutto dei cosiddetti esperti. Il coinvolgimento dei genitori è sì citato ma il ruolo è quello degli “utili idioti”.
Dal punto di vista della Chiesa, invece, soggetto primario dell’educazione sessuale sono i genitori a cui la scuola casomai offre un supporto ma sempre nella prospettiva etica seguita dai genitori.
Da ultimo la questione del genere, e qui cascano davvero le braccia: basterebbe riprendere quelle scarne citazioni fatte all’inizio dell’articolo per capire che l’identità di genere – che pure viene esplicitamente menzionata nel Documento dell’OMS – non ha a che fare soltanto con i sessi maschile e femminile. Senza considerare che la lunga storia di questo concetto dovrebbe insegnare che quella di introdurre la questione di genere usando la parola come sinonimo di sesso è il classico “cavallo di Troia” per far passare un concetto che poi si arricchirà strada facendo di altri contenuti. La strategia di certi gruppi è alla luce del sole: sono più di venti anni che in tutte le sedi internazionali e nelle Conferenze dell’Onu si combatte su questi punti.
Come fa un esperto della Cei a ignorare totalmente questi dati?
P:S: In conclusione riteniamo utile rimandare ad alcuni testi del Magistero sul tema dell'educazione sessuale, così da approfondire ulteriormente il tema, senza essere sviati da presunti esperti.
- Orientamenti educativi sull'amore umano-Lineamenti di educazione sessuale (1983)
APPROFONDISCI:
Educazione sessuale, quando la disinformazione è cattolica
07-11-2013
Tutti sanno che all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz campeggiava – e campeggia ancora a futura memoria – la scritta “Il lavoro rende liberi”, uno slogan tragicamente beffardo considerato cosa accadeva appena varcato quel cancello. E’ certo che a nessuno che conservi l’uso della ragione verrebbe mai in mente di dire che l’approccio nazista era anche positivo perché è vero che “il lavoro nobilita l’uomo”, peccato poi quelle aberrazioni compiute nel lager. Oppure che l’esperienza di Auschwitz abbia avuto luci e ombre, visto che l’approccio era positivo.
Ebbene, questo modo di ragionare – fortunatamente su tutt’altra materia - lo troviamo però in uno sconcertante articolo pubblicato dal quotidiano della Cei, Avvenire, a proposito del documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riguardante gli “Standard per l’educazione sessuale in Europa”. E’ un documento di cui abbiamo parlato anche noi nei giorni scorsi, mettendone in luce il contenuto aberrante, destinato oltretutto a diventare obbligatorio – o quasi – in tutti i paesi europei.
Ricordiamo brevemente che esso prevede un’educazione sessuale dagli 0 anni in poi, e che per i bimbi dagli 0 ai 4 anni sono tra l’altro previste informazioni sulla “masturbazione infantile precoce” e gli educatori devono anche metterli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”»; dai quattro a sei anni si deve anche scoprire «l’amore verso persone dello stesso sesso»; a quelli tra sei e nove anni dovranno essere fornite informazioni sui «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi»; a quelli tra nove e dodici anni dovranno essere comunicati i «rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette»; agli adolescenti tra i dodici ed i quindici anni dovranno, invece, essere rivelati concetti quali «pianificazione familiare», «impatto della maternità in giovane età», «presa di decisioni», «gravidanze anche in relazioni omosessuali», «prostituzione e pornografia», e soprattutto si dovrà avvertirli di stare in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità».
Ricordiamo brevemente che esso prevede un’educazione sessuale dagli 0 anni in poi, e che per i bimbi dagli 0 ai 4 anni sono tra l’altro previste informazioni sulla “masturbazione infantile precoce” e gli educatori devono anche metterli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”»; dai quattro a sei anni si deve anche scoprire «l’amore verso persone dello stesso sesso»; a quelli tra sei e nove anni dovranno essere fornite informazioni sui «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi»; a quelli tra nove e dodici anni dovranno essere comunicati i «rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette»; agli adolescenti tra i dodici ed i quindici anni dovranno, invece, essere rivelati concetti quali «pianificazione familiare», «impatto della maternità in giovane età», «presa di decisioni», «gravidanze anche in relazioni omosessuali», «prostituzione e pornografia», e soprattutto si dovrà avvertirli di stare in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità».
Ebbene l’esperto che Avvenire interpella per farsi spiegare il documento, in tutto questo riesce a trovare diverse luci oltre alle innegabili ombre. Peraltro si presume che il personaggio sia autorevole visto che si tratta di «un esperto del calibro di Michelangelo Tortalla, medico sessuologo clinico, membro della Federazione italiana sessuologia scientifica, dal 2003 al 2010 "collaboratore" nazionale dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia».
Le luci starebbero appunto nell’«impostazione positiva» del documento OMS: anzitutto la visione “olistica” dell’educazione sessuale, ovvero la proposta di un «progetto capace di coinvolgere la vita biologica, psicologica e spirituale di un individuo». Poi il ruolo dei genitori che vengono «coinvolti costantemente nel percorso educativo dei figli, come è sacrosanto che sia». Terzo, l’uso della parola “genere” per indicare i sessi maschile e femminile, rifuggendo quindi da quell’ideologia di genere che oggi si vuole mettere dappertutto.
Anche se queste affermazioni fossero vere sarebbe comunque molto grave mettere sullo stesso piano delle enunciazioni di principio con le azioni e gli obiettivi concreti che vengono posti in modo molto chiaro e che rivelano il vero scopo dell’operazione. Senza considerare che il documento in questione non cade così all’improvviso dal cielo, ma è la tappa di un lungo processo culturale e antropologico che un “esperto” dovrebbe conoscere, così da saper distinguere tra ciò che è fumo negli occhi e la vera sostanza.
Ma la cosa che può sembrare incredibile – eppure è così - è che tutte e tre le affermazioni del prof. Tortalla non corrispondono affatto alla realtà del documento in questione. Tanto da far pensare – ed è l’interpretazione più benevola – che né l’intervistatore né l’intervistato abbiano effettivamente letto ciò di cui parlano. Ed è per questo che ci sentiamo di intervenire su un articolo e dei giudizi dati dal quotidiano della Cei. E’ semplicemente inammissibile che venga fatta una tale disinformazione su un tema così delicato, così centrale nell’esperienza della persona, così importante dal punto di vista culturale e “politico” da essere nel prossimo futuro anche un campo minato per le scuole paritarie cattoliche.
Cerchiamo allora di chiarire brevemente i tre punti che secondo Tortalla sarebbero positivi. Intanto dobbiamo precisare che i documenti dell'OMS in realtà sono due: quello a cui si è fatto riferimento finora è del 2010, tornato di attualità perché vi rimanda la risoluzione Estrela ancora in discussione all’Europarlamento. Ma vi sono anche le recenti Linee guida per la realizzazione di questi Standard (2013) che, nel caso vi fossero dubbi, chiariscono in modo definitivo i concetti di cui si parla.
Dunque, anzitutto la visione “olistica”. Nel documento vi si fa spesso riferimento ma il significato non è quello che insegna il Magistero della Chiesa, ovvero una educazione che discende dall’educazione all’amore e si integra con una serie di valori che contribuiscono «allo sviluppo armonico e integrale della persona verso la sua maturazione psicologica, in vista della piena maturità spirituale, alla quale tutti i credenti sono chiamati» (cfr. Lumen Gentium, no. 39).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si preoccupa invece di partire dalla sessualità intesa come genitalità per considerare anche tutte le conseguenze relazionali ed emotive che questa comporta, con l’obiettivo di raggiungere una soddisfazione o uno stato di benessere sessuale. Inoltre “olistico” significa mettersi nell’ottica dei diritti umani: diritto a conoscere la sessualità e diritto all’autodeterminazione. In questa prospettiva viene citata positivamente una sentenza della Corte Europea che dà torto a dei genitori tedeschi, andati in carcere per aver impedito ai figli di partecipare a certe lezioni di educazione sessuale. Infine significa evitare le situazioni di “cattiva salute sessuale”, ovvero malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate. E’ per questo che parte integrante della visione olistica sono l’uso dei contraccettivi e di pratiche di sesso sicuro, insieme a un giudizio assolutamente negativo sull’educazione all’astinenza, ritenuta da escludere (cfr. Linee Guida, pag. 10, box 1).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si preoccupa invece di partire dalla sessualità intesa come genitalità per considerare anche tutte le conseguenze relazionali ed emotive che questa comporta, con l’obiettivo di raggiungere una soddisfazione o uno stato di benessere sessuale. Inoltre “olistico” significa mettersi nell’ottica dei diritti umani: diritto a conoscere la sessualità e diritto all’autodeterminazione. In questa prospettiva viene citata positivamente una sentenza della Corte Europea che dà torto a dei genitori tedeschi, andati in carcere per aver impedito ai figli di partecipare a certe lezioni di educazione sessuale. Infine significa evitare le situazioni di “cattiva salute sessuale”, ovvero malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate. E’ per questo che parte integrante della visione olistica sono l’uso dei contraccettivi e di pratiche di sesso sicuro, insieme a un giudizio assolutamente negativo sull’educazione all’astinenza, ritenuta da escludere (cfr. Linee Guida, pag. 10, box 1).
Al contrario, la Chiesa insegna che parte integrante di una vera educazione sessuale è l’educazione alla castità. Niente di più lontano dalla visione proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Veniamo alla questione dei genitori: è davvero curioso sostenere che nel documento OMS sia data un’importanza fondamentale ai genitori. Ecco cosa osserva con soddisfazione il testo in questione: «Negli ultimi decenni, la tendenza prevalente, per l'Europa nel suo complesso, è stata quella di rendere l'educazione sessuale obbligatoria senza opzioni che permettessero ai genitori, in caso di severe obiezioni ai contenuti curriculari, di ritirare i propri figli dalle lezioni. Nella realtà, i genitori (compresi quelli appartenenti a minoranze demografiche) sono spesso dei sostenitori dell'educazione sessuale scolastica perché essi stessi non sono all'altezza del compito o provano imbarazzo a toccare l'argomento» (p. 14). E se ci fossero dei dubbi le Linee Guida li eliminano del tutto, perché il compito di sviluppare programmi e testi e di preparare gli insegnanti è tutto dei cosiddetti esperti. Il coinvolgimento dei genitori è sì citato ma il ruolo è quello degli “utili idioti”.
Dal punto di vista della Chiesa, invece, soggetto primario dell’educazione sessuale sono i genitori a cui la scuola casomai offre un supporto ma sempre nella prospettiva etica seguita dai genitori.
Da ultimo la questione del genere, e qui cascano davvero le braccia: basterebbe riprendere quelle scarne citazioni fatte all’inizio dell’articolo per capire che l’identità di genere – che pure viene esplicitamente menzionata nel Documento dell’OMS – non ha a che fare soltanto con i sessi maschile e femminile. Senza considerare che la lunga storia di questo concetto dovrebbe insegnare che quella di introdurre la questione di genere usando la parola come sinonimo di sesso è il classico “cavallo di Troia” per far passare un concetto che poi si arricchirà strada facendo di altri contenuti. La strategia di certi gruppi è alla luce del sole: sono più di venti anni che in tutte le sedi internazionali e nelle Conferenze dell’Onu si combatte su questi punti.
Come fa un esperto della Cei a ignorare totalmente questi dati?
Come fa un esperto della Cei a ignorare totalmente questi dati?
P:S: In conclusione riteniamo utile rimandare ad alcuni testi del Magistero sul tema dell'educazione sessuale, così da approfondire ulteriormente il tema, senza essere sviati da presunti esperti.
- Orientamenti educativi sull'amore umano-Lineamenti di educazione sessuale (1983)
- Orientamenti educativi sull'amore umano-Lineamenti di educazione sessuale (1983)
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