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martedì 9 luglio 2013

QUANDO I VESCOVI PERDONO LA BUSSOLA OVVIO CHE CRISTO AFFIDI IL SUO PROGETTO A "STRUMENTI" CHE GLI SI DEDICANO ANIMA E CORPO!

Il caso abruzzese 13.L'ubriacatura mediatica dei vescovi e il padrone in casa CEI

 da animamistica  09 Luglio 2013


Nei mesi che seguirono, mentre studiavo le materie del corso di formazione in comunicazione sociale della CEI, mi inoltravo alla scoperta dei percorsi mentali dei tecnici dell'istituzione ecclesiale, così lontani e oscuri per me che non ero avvezza alle logiche clericali e alle frequentazioni delle loro liturgie del potere, e mi facevo molte domande.

Della loro visione del mondo nuovo a venire e delle modalità della cosiddetta "nuova evangelizzazione", che i cristiani avrebbero dovuto attuare, prendevo conoscenza leggendo i documenti di questi percorsi di formazione interni all'istituzione, da loro progettati. E non riuscivo mai a capire fino in fondo. Percepivo sempre qualcosa di sfuggente; c'era sempre qualcosa che sembrava la cosa giusta, ma poi non si capiva in che modo si volesse concretizzarla.

Eppure dovevo capire, se volevo riuscire a trovare il modo di proporre ai vescovi il Sentiero.
Essi dicevano di volere chiamare i cristiani a "contribuire in modo dinamico e creativo a far sì che la buona notizia della morte e risurrezione del Signore continui a cambiare il cuore e gli stili di vita delle persone, generando anche forme e modelli di vita sociale profondamente ispirati e animati dalla Parola che salva." 
E per questo ai cristiani - ridefiniti animatori di comunicazione e cultura - veniva "chiesto di aiutare la comunità ecclesiale ad entrare in dialogo con gli uomini del nostro tempo, utilizzando tutti quei linguaggi e quei percorsi culturali che plasmano il volto della società contemporanea. Gli è chiesto, pertanto, di farsi interprete delle istanze del progetto culturale promosso dalla Chiesa italiana." (CEI, Segretario mons.Betori, al Convegno Nazionale 17.2.2005)

Ma in quali modi, dunque, il progetto culturale pensava di "cambiare il cuore e gli stili di vita delle persone, generando anche forme e modelli di vita"? 

Proseguiva lo stesso documento: "Rientrano in questo quadro il rilancio del quotidiano Avvenire, che ha superato la soglia delle 100.000 copie, accompagnato dal lancio del progetto del “Portaparola” e da altre importanti iniziative editoriali legate a numerose diocesi italiane; l’avventura sul versante radiotelevisivo con i progetti legati a Sat2000, di cui si spera prossimo il passaggio al digitale terrestre, che ne dovrebbe garantire una maggiore visibilità, e al circuito radiofonico InBlu che ha visto il significativo convergere di oltre 200 radio locali in un progetto di respiro nazionale; il rinnovamento di tanti settimanali diocesani e il costante sostegno al loro lavoro mediante l’agenzia SIR; la presenza di tanta stampa periodica nazionale e locale che esprime anche il generoso impegno di diversi istituti religiosi; il rilancio delle “sale della comunità” [sale cinematografiche, NdR] passate da 600 a 1200 in pochi anni, anche grazie all’impulso promosso dall’apposita Nota pubblicata dalla Commissione ecclesiale per le comunicazioni sociali nel 1999; i numerosi progetti legati all’utilizzo intelligente e mirato delle nuove tecnologie, in particolare internet (hanno superato quota 9.000 i siti di area cattolica censiti e registrati)."

Ritenevo del tutto inverosimile che un vescovo potesse essere convinto che il modo di "cambiare il cuore e generare forme di vita cristiana" fosse questo.Perché tutti sappiamo che la comunicazione mass-mediatica cambia il cuore e genera stili di vita per stordire e schiavizzare le coscienze. E molti ormai vedono bene anche che la comunicazione mass-mediatica è uno strumento essenziale del Tiranno Globale, cioè dell'Anticristo.

Cominciavo a chiedermi a che gioco stessero giocando i vescovi. 
E mi sembrava un gioco piuttosto consapevole, a giudicare dal giudizio da loro espresso su metodi e risultati del loro "progetto culturale", così infatti concludeva quel documento: "Tutto questo senza animatori non si sarebbe potuto fare e senza di essi non potrebbe avere alcuno sviluppo nel tempo. Nasce spontaneo un grazie a tutti coloro che, come voi, si dedicano con abnegazione, e a volte senza adeguati riconoscimenti e sostegni, a questo importante lavoro". 

Sembrava sapessero bene, dunque, di approfittare della fatica personale e del denaro dei credenti; sapevano di dovere finanziamenti e riconoscimenti che non davano; e sembravano piuttosto orgogliosi del patrimonio imprenditoriale mass-mediatico che erano riusciti ad accumulare grazie alla buona fede e alla generosità delle famiglie cristiane.

I segni che trovavo lungo il percorso non mi facevano ben sperare, ma in quel momento ancora non avevo elementi per giudicare l'entità della loro malafede. Ero ancora convinta che dovesse esserci comunque una parte buona nell'istituzione, una parte sana che poteva fare la differenza e attuare il piano anticrisi per le famiglie voluto da Dio. O, almeno, ci speravo fortemente.

In tutto il 2007, mentre studiavo, ricevevo nello Spirito indicazioni su come gli spiriti maligni operavano all'interno delle istituzioni e Dio mi chiedeva di trasmettere, nel contesto di quel gruppo di lavoro sulle comunicazioni sociali della CEI, gli avvertimenti che mi dava. Un giorno, mentre riflettevo su quale fosse il modo migliore per farlo sentii improvvisamente affianco a me la presenza del demonio che mi sibilava nelle orecchie: "Non hai idea di cosa ti posso scatenare addosso, se ti metti contro di me."

Era segno che si sentiva padrone in casa CEI e che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di difendere il suo feudo personale nella chiesa.

Di certo, - iniziavo a pensare - un "progetto culturale" che proponga a tutta la chiesa italiana addirittura una "svolta missionaria della pastorale", consistente nel "far entrare l’evangelizzazione nel circuito della comunicazione sociale" attraverso quell'imponente e capillare impero mass-mediatico con il quale si sposta la testimonianza cristiana dalla vita reale al mondo virtuale, porta già il marchio dell'opera del Tiranno Globale, cioè dell'Anticristo.

Se poi si aggiunge che in questo impero mass-mediatico la vita cristiana dei credenti viene da un lato sfruttata con consapevolezza e dall'altro snaturata, allora siamo di fronte al prospettarsi di una truffa colossale, aggravata dal fatto che chi la mette in campo è proprio quel sacerdozio deve svolgere il ruolo di guida e di protezione del popolo di Dio.

Mi rendevo conto che Gesù ora voleva vagliare la buona fede di tutta questa progettualità. Se gli obiettivi fossero stati quelli di far prosperare il popolo cristiano, i vescovi avrebbero accolto a braccia aperte il Sentiero, la sua formazione spirituale, la sua comunicazione web, mettendo a disposizione delle famiglie degli Ultimi i beni del patrimonio della chiesa per sostenere quel cammino di iniziazione cristiana e di vita concreta secondo il Vangelo, che nei loro documenti dicevano di volere.

Perciò, per un anno mi impegnai sia a studiare e sostenere quegli esami, sia a trascrivere le indicazioni che Dio mi dava per avvertire i vescovi dell'opera maligna che dilagava senza freno in seno all'istituzione ecclesiale.

Intanto, ciò che leggevo del neo-eletto Papa Ratzinger mi confermava che la mia visione del piano di Dio era quella autentica e che il Vicario di Cristo e gli Ultimi avevano iniziato a procedere affiancati nella stessa testimonianza ai vertici della chiesa e verso lo stesso obiettivo:

“le famiglie cristiane costituiscono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, l’edificazione della Chiesa come comunione e la sua capacità di presenza missionaria”;
"la famiglia e la Chiesa sono chiamate alla più stretta collaborazione per quel compito fondamentale che è costituito, inseparabilmente, dalla formazione della persona e dalla trasmissione della fede";
"l’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé. E reciprocamente la Chiesa viene edificata dalle famiglie, “piccole Chiese domestiche”, come le ha chiamate il Concilio Vaticano II". (BXVI, Discorso all'Apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma su famiglia e comunità cristiana, 6 giugno 2005)

“Il vostro dovere di Pastori consiste nel presentare in tutta la sua ricchezza il valore straordinario del matrimonio che, in quanto istituzione naturale, è "patrimonio dell'umanità". "D'altro canto, la sua elevazione all'altissima dignità di sacramento deve essere vista con gratitudine e stupore, come ho espresso di recente affermando che "la sacramentalità che il matrimonio assume in Cristo significa dunque che il dono della creazione è stato elevato a grazia di redenzione.”(BXVI, Discorso ai Presidenti delle Commissioni Episcopali per la Famiglia e per la Vita dell'America Latina, 3.12.2005)

Continuavo a leggere e studiare, e mi facevo sempre più l'idea che Dio intendesse perseguire le pervertite lobby affaristico-clericali, mandandomi a stanarle fino in fondo nei loro covi. Ma non potevo certo immaginare ciò che mi sarebbe accaduto per questo motivo di lì a poco, al termine del corso CEI... (segue)

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