di MAURIZIO BLONDET
Le giornate del gay pride dove i finocchioni e transessuali gettano in faccia ai passanti il loro vizio, compiono atti osceni e bestemmiano la religione, queste sono rivendicazioni legittime. Ma se a scendere in piazza sono i coltivatori e i piccoli padroni di TIR tartassati dal Fisco e dalla crisi, i disoccupati e i familiari dei piccoli imprenditori suicidi, o anche la gente normale che dice «basta» alla «politica» dei farabutti, allora non piace più, alla sinistra. (....)
Per una volta sono scesi in piazza dei cittadini esasperati. Alcuni hanno bloccato strade e stazioni ferroviarie. E subito, indovinate chi li trova scandalosi, chi invoca l’ordine pubblico, chi li vede sporchi e sospetti, chi sospira dai grandi giornali contro questi «che fanno chiudere i negozi e impediscono agli automobilisti di andare a lavorare»? Ma la sinistra, perbacco.
La sinistra intera e totale, come corpo. Una manifestazione corale ed automatica di perbenismo, un riflesso pavloviano di conformismo, una schifiltosità immediata che è molto rivelatrice.
«Queste non sono persone ammodo, contessa: sono camionisti, contadini, maleducati, mafiosi, d’estrema destra...». Gad Lerner, richiamato in servizio, ha seguito una manifestazione e non ha abbastanza parole per esprimere il suo schifo: ci ha trovato «qualcosa di cileno», anzi peggio di …
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