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martedì 10 dicembre 2013

L'ALBA SI VEDE DAL MATTINO: RENZI IERI AL SUO PRIMO GIORNO DI SEGRETARIO PD HA PERSO UN'OCCASIONE, SOLIDARIZZARE CON LE PROTESTE DI PIAZZA PER ANDARE A BRACCETTO CON LETTA, NON E' CREDIBILE!!!





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Il successo di Renzi alle primarie è il primo caso nella storia umana in cui un partito, il Pd, organizza delle elezioni e a vincerle è il partito avversario, Forza Italia (già PDL), senza neanche partecipare.

Ma al netto del risultato politico emerso dalle primarie del Pd che si commenta da solo, per valutare quanto RENZI sia differente dalla nomenclatura partitica che egli stesso si prepone di abbattere, occorreranno solo poche settimane.

E l'occasione gliela dà proprio la pronuncia della Consulta che ha stabilito l'illegittimità del Porcellum.

E' chiaro che questa sentenza ha aperto uno squarcio profondo sulla credibilità e sulla legittimità delle istituzioni: dal Parlamento, al Governo, fino al Presidente delle Repubblica stesso.

Uno squarcio che, benché possa colmato da interpretazioni in punta di diritto più o meno condivisibili e pertinenti (ne abbiamo discusso QUI: lettura suggerita), sfiducia e delegittima nelle sostanza la sacralità delle stesse istituzioni che dovrebbero essere il tempio della vita democratica in uno stato di diritto quale l'Italia. Questo è tanto più vero se si considera il risentimento che serpeggia nella popolazione, esasperata da anni di crisi e dall'incapacità di una classe politica tra le peggiori della storia umana.

Questo semplice concetto è aggravato dal fatto che, ad oggi, l'Italia è guidata da un Governo nato con le modalità che tutti sappiamo. Cioè un Governo nato dalla vittoria e dalla sconfitta di nessuno alle scorse elezioni politiche, che hanno comunque designato un Parlamento sostanzialmente delegittimato dall'illegittimità del metodo elettorale adottato. Tanto più se si considera che il Parlamento, a tutt'oggi, risulta ancora non ancora convalidato. Un Parlamento "illegittimo" che ha votato la fiducia al Governo, anch'esso quindi "illegittimo", e che ha nominato un Presidente della Repubblica in modo del tutto irrituale rispetto alla prassi consolidata durante tutta l'epoca repubblicana, dando vita ad un precedente discutibile e pericoloso.

Quindi, cosa dovrebbe fare Renzi?

A parer di chi scrive, egli, con il peso politico guadagnato dall'investitura a segretario di uno dei maggiori partiti in Italia, salvo l'approvazione di procedimento urgenti (es: Legge di Stabilità) dovrebbe confinare l'azione del Governo in carica alla sola riforma della legge elettorale, qualsiasi essa sia. E fare in modo che si torni alle urne nel più breve tempo possibile, al fine di ristabilire l'esercizio libero della democrazia, che dovrà produrre un nuovo Parlamento tale da poter esprimere un governo con pienipoteri, qualsiasi esso sia. 

Un esecutivo che possa essere espressione della libera manifestazione democratica del paese, e quindi godere a pieno titolo della credibilità e dalla solennità derivante dal processo democratico osservato. Insomma, un Governo pienamente legittimato e non indebolito da alcuna ambiguità, come invece è l'attuale esecutivo in carica.

Questo è tanto più necessario se si considera che l'Italia, tra qualche mese, dovrà assumere la Presidenza Europea.

Ed assumere tale ruolo con un Governo di dubbia legittimità, è l'esatto contrario di ciò di cui l'Italia ha bisogno.

Una Presidenza che, qualora assunta dal Governo in carica, non sarà affatto espressione dell'Italia e del rispetto dei principi di democrazia e di volontà popolare della nazione Italia. Ma solo di una stretta cerchia di interessi particolari a vantaggio di pochi e a danno di una collettività di 60 milioni di individui.

In questo caso, il Governo italiano non potrà parlare a mio nome, e nemmeno a nome di altri milioni di italiani di buon senso.

APPROFONDISCI:

MATTEO RENZI/ Sapelli: i poteri forti hanno trovato il nuovo Berlusconi
È la prima volta nella storia mondale dei partiti in cui un segretario di partito viene eletto da iscritti e non iscritti. Un altro passo verso la fine della politica. 

09/12/2013
Giulio Sapelli

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