mercoledì 8 gennaio 2014, 16:52 di Renato Sansone
Credit: NASA
Il Sole ci fornisce il calore necessario affinchè sul nostro pianeta possa esistere la vita. Ma talvolta, come stiamo osservando in questi ultimi giorni, è capace di bombardarci con nubi di plasma incandescente e particelle cariche, che vanno ad impattare sul nostro campo magnetico che ci protegge da danni particolarmente gravi. L’avvio del 2014 sul Sole è stato caratterizzato da un’attività pronunciata che ha attratto l’attenzione degli astronomi. Il 1 Gennaio la nostra stella ha sfornato, sull’orizzonte occidentale,una delle macchie solari più grandi degli ultimi dieci anni. Una configurazione enorme, che arriva a misurare nella sua complessità, ben sette volte il diametro del nostro pianeta, possedendo un nucleo primario vasto tre volte la Terra. Denominata AR1944, la regione attiva nella giornata di ieri ha causato un potente flare solare di classe X 1.2, dove la lettera X denota la classe di emissioni più intense. Un brillamento significativo a cui è seguita un’intensa espulsione di massa coronale (CME) diretta in parte verso la Terra, che secondo gli scienziati della NOAA, produrrà, al suo impatto con il nostro campo magnetico, una tempesta geomagnetica di moderata entità (S2). Sarà una grande occasione per osservare le bellissime aurore polari anche a latitudini relativamente basse per più giorni. Il flare, grazie all’espulsione di particelle cariche elettricamente, ha interrrotto le emissioni radio, apportando notevoli variazioni ai segnali provenienti dai satelliti. L’ampia regione attiva possiede un campo magnetico altamente instabile, capace di ulteriori “eruzioni” già nelle prossime ore. Secondo gli analisti del NOAA, la probabilità che ciò avvenga è del 60%.
Credit: NASA
CLASSIFICAZIONE DELL’ATTIVITA’ SOLARE – I brillamenti più intensi, come detto, sono conosciuti come “brillamenti diclasse X”, in un sistema di classificazione che divide i brillamenti solari in base alla loro forza. Quelli più piccoli sono invece di classe A, seguiti dalla classe B, C, M. Ogni lettera rappresenta un aumento di 10 volte della produzione di energia. Quindi un evento di classe X è dieci volte più violento di uno di classe M e 100 volte più intenso rispetto alla classe C. All’interno di ciascuna classe, vi è una scala suddivista da 1 a 9 che contraddistingue una sottosezione. I brillamenti di classe C sono troppo deboli per influenzare in modo significativo il campo magnetico della Terra. Quelli di classe M invece possono causare blackout radiofonici molto brevi ai poli e tempeste di radiazioni che potrebbero mettere in difficoltà gli astronauti nello spazio. I brillamenti di classe X sono di gran lunga le più grandi esplosioni del nostro sistema solare e sono bellissime da guardare. Nei più grandi eventi questi processi possono produrre tanta energia quanto un miliardo di bombe all’idrogeno. L’ente spaziale americano (NASA) e la NOAA, così come la US Air Agenzia Meteo Force (AFWA), mantengono una vigilanza costante per il monitoraggio di brillamenti e tempeste magnetiche associate. Attraverso i preavvisi infatti, molte tecnologie, tra cui i satelliti e i veicoli spaziali, possono essere protetti da conseguenze più gravi. Le forti tempeste solari possono danneggiare, infatti, i veicoli spaziali e apportare guasti alle reti elettriche. Da ricordare il grande evento del 1989, che causò un grave blackout su una vasta fascia del Quebec, ma tornando indietro nel tempo, non possiamo non citare il grande evento del 1859, la supertempesta che generò aurore sino all’equatore.
I PRECEDENTI – Noto come l’evento Carrington, è stato il primo evento di un flare documentato. L’evento si verificò il 1° Settembre e prese il nome da Richard Carrington, l’astronomo che testimoniò l’evento attraverso il suo telescopio dell’osservatorio privato che egli stesso si fece costruire con le proprie economie. E’ricordata come la tempesta solare più forte degli ultimi 500 anni, e secondo il NOAAprovocò tempeste di aurore boreali visibili sino al Sud dei Caraibi. Città come Roma videro le aurore nel cielo, come un evento eccezionalmente raro. Causò inoltre gravi interruzioni alle comunicazioni telegrafiche, all’epoca le uniche disponibili, scatenando incendi a causa della carta utilizzata. Molto intenso fu anche il flare solare del 4 Agosto 1972, quando le comunicazioni telefoniche a lunga distanza vennero praticamente interrotte tra alcuni stati degli Stati uniti, come l’Illinois. Questo evento ha suggerito di riprogettare il sistema di comunicazione per i cavi transatlantici, dice la NASA. Il 13 Marzo 1989, un imponente brillamento solare lasciò senza energia elettrica sei milioni di persone per nove ore. Questo brillamento non era nemmeno lontanamente paragonabile all’evento Carrington, per cui è facile capire come i danni causati ad una società tecnologicamente più avanzata siano notevolmente superiori. L’evento della Presa della Bastiglia prende il nome dalla festa nazionale francese in quanto si è verificato lo stesso giorno: il 14 luglio 2000.
Credit: Royal Astronomical Society/Richard Carrington via NASA
Fu una grande eruzione solare di classe X5, pari a quella che abbiamo vissuto qualche anno fa. L’evento causò dei corto circuiti ad alcuni satelliti in orbita, e causò inoltre vari black-out radio. Rimane uno degli eventi più osservati della storia moderna, e fu il bagliore più intenso dal 1989. Il 28 Ottobre 2003, il Sole scatenò ben nove brillamenti in un periodo di due settimane, causando una tempesta geomagnetica fortissima. I sensori delle sonde costruite per rilevare questi fenomeni andarono addirittura a fondo scala, anche se da un’analisi successiva la NASA ha stabilito che il picco massimo raggiunto fu pari alla classe X45. Questa tempesta solare interruppe le comunicazioni con i satelliti in orbita e danneggiò i segnali GPS per circa 10 minuti. La tempesta fu così potente che in realtà venne danneggiato uno strumento per rilevare i raggi X silari sul satellite GOES 13. E giungiamo ai giorni nostri, proprio dopo aver osservato la rotazione dei poli magnetici della nostra stella. In questi giorni stiamo assistendo a eruzioni solari molto intense, anche se nel complesso siamo nel bel mezzo di un ciclo molto debole. Cosa ci riserverà il futuro è oggetto di studio da parte degli scienziati, anche se tutto fa ipotizzare ad un’attività solare molto bassa nei prossimi anni.
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