5.Trame all'ombra della cupola vaticana
da anima mistica
Il 15 dicembre siamo andati all'appuntamento che mons.Sgreccia ci aveva dato. Durante l'Adorazione, il Signore mi si è manifestato: mi ha confermato che, attraverso la preparazione spirituale delle famiglie sul sentiero della Stella del Mattino, Lui riorganizzerà il popolo cristiano, affidando ai coniugi l'amministrazione dei beni spirituali e materiali della chiesa, per la ripresa del sistema di produttività nella fede. Dopo l'Adorazione, ho parlato con mons.Sgreccia, consegnandogli la sintesi del sentiero e il disegno di vita e missione per le famiglie, e gli ho chiesto per me e per Nicola di poter confermare in una celebrazione eucaristica quella consacrazione a cui Gesù, per le mani di Maria, vuole condurre il suo popolo: il sì della famiglia al servizio della Chiesa domestica per poter compiere la missione dell'ultima fase dei tempi. Mons.Sgreccia si è preso del tempo per pensare e ci ha detto che ci avrebbe richiamati.
Intanto, nei giorni successivi, continuavo a riflettere su quanto lo Spirito mi aveva rivelato: il Vicario di Cristo riorganizzerà la Chiesa per permetterle di affrontare l'estrema persecuzione del cristianesimo e riconoscerà le famiglie degli Ultimi: essi saranno lo strumento che salverà il popolo di Dio dalla distruzione che incombe, ormai, sul mondo. Il 29 dicembre 2002, Festa della Sacra Famiglia, davanti al Santissimo Sacramento, vidi improvvisamente un raggio potente di Luce interiore, e nella Luce che si sprigionava attorno al Santissimo Sacramento, vidi una chiesa riedificata e splendente di gloria, in cui un popolo di consacrati si donava al servizio di Dio e delle anime per mezzo di una incessante liturgia e adorazione eucaristica. Gesù allora mi si manifestò e mi disse: “Siete voi ultimi. Voglio che sia così."
Sacerdozio pervertito. Il caso abruzzese
| 1.La premessa | 2.La nomina del prete pedofilo mandato per devastare |3.La richiesta beffarda dell'Arcivescovo | 4.La posta in gioco: il piano di Dio per aiutare le famiglie con i beni della chiesa | 5.Trame all'ombra della cupola vaticana |
Dio mi sosteneva con la continua visione del suo piano di salvataggio, affinché non perdessi la rotta nel momento in cui affrontavo il discorso con la curia romana.
La mattina del 14 gennaio ci ha telefonato mons.Sgreccia e nel pomeriggio ci siamo incontrati. Ci ha detto di avere molto apprezzato le intenzioni e la spiritualità che aveva letto negli appunti del programma di vita e missione degli Ultimi e nel sentiero che gli avevo consegnato, di avere trovato perfetta conformità della mia esperienza con la dottrina della Chiesa e che così come io la intendevo corrispondeva perfettamente a quanto la Chiesa crede della presenza di Cristo tra i suoi, dei fedeli come corpo di Cristo e dello Spirito che edifica la Chiesa. Disse che, soprattutto, gli era piaciuto il fatto che il nostro lavoro fornisse una proposta pratica di vita. E ritenne di iniziare il percorso dell'approvazione ecclesiastica degli Ultimi con la costituzione di un'associazione.
Il 25 gennaio 2003, mentre parlavo con mons.Sgreccia della procedura di riconoscimento da seguire e della forma giuridica da dare agli Ultimi ho iniziato a sentire un forte mal di testa. Il mal di testa è continuato nei giorni successivi, mentre si andava sommando anche uno stato di rapimento dell'anima sempre più deciso. Mi sono accorta, allora, che lo Spirito mi chiamava per parlarmi ed aiutarmi a superare l'ostacolo. Non appena concepivo questo pensiero il mal di testa spariva, per ricomparire non appena tornavo a distrarmi.
A seguito di un forte senso di vertigine, dovetti sdraiarmi e, quando dopo un poco ho iniziato a leggere la Liturgia delle Ore, ho sentito su di me la presenza dello Spirito di Dio che mi comunicava la Sua volontà circa il percorso di fondazione della famiglia degli Ultimi. Sotto il diretto influsso dello Spirito ho tradotto sul foglio quanto mi veniva comunicato: il Signore vuole che ci sia una “Vita consacrata della Famiglia”.
Dio mi spiegava che in questo modo la famiglia verrebbe a costituire il terzo stato di vita della Chiesa. Dopo chierici e religiosi, nascerebbero le famiglie consacrate. Così, tutto il popolo di Dio sarebbe nella Chiesa, che diverrebbe visibile nella completezza dei suoi stati vocazionali e dei suoi carismi. Con questa vita di consacrazione i comuni fedeli, padri, madri e figli di famiglia, assumerebbero nelle case e nella vita quotidiana la responsabilità del governo dei beni della chiesa.
Questa vita di consacrazione delle famiglie ha bisogno di essere ordinata, riconosciuta e benedetta dalla Chiesa perché possa assumere la sua missione e portare i suoi frutti nel mondo. Tutti i fedeli che sentono questo genere di chiamata a mobilitarsi per la salvezza del mondo e della cristianità hanno bisogno di una proposta concreta per comprendere la propria vocazione e per poterla abbracciare e vivere. Gli Ultimi della Milizia di Cristo sono questa proposta. Gli Ultimi riceveranno il loro riconoscimento e rifonderanno la vita religiosa del popolo di Dio.
In ciò che mi veniva comunicato sotto l'influsso dello Spirito era chiaro che non si trattasse di costituire una pia associazione di fedeli: il piano che Dio mi aveva affidato era la preparazione spirituale delle famiglie per ricevere l'investitura a governare la chiesa. Pensavo di essere stata già molto chiara su questo e ritenevo che Mons.Sgreccia avesse capito benissimo il fine che Dio voleva raggiungere. Perciò pensai che la sua decisione di procedere attraverso la costituzione di una associazione presso la curia diocesana di Roma, anziché presentare direttamente quel piano di Dio al Papa, fosse una scelta dettata dalla sua conoscenza dei meccanismi curiali che a me, in quel momento, sfuggivano completamente. Pur sentendomi gravata da uno stato di disagio e di malessere costante, sentivo che era sempre Dio a condurmi ad attraversare quel percorso che mi veniva prospettato nella curia romana e perciò decisi di continuare a seguire quanto mi veniva proposto. Mons.Sgreccia ci aveva detto che avrebbe parlato con il responsabile della Pastorale delle Famiglie nella diocesi di Roma, mons.Moretti, per consigliarsi con lui e che ci avrebbe fatto sapere.
All'inizio di febbraio, mentre leggevo le rivelazioni del Sacro Cuore per gli ultimi tempi,investita dalla presenza dello Spirito ricevetti la volontà del Signore: “Devi raccogliere il testimone del disegno del Sacro Cuore per gli Ultimi. Devi chiedere al Papa di benedire il progetto degli Ultimi della Chiesa domestica, perchè possa essere realizzato.”
Ho cominciato a sentire un fastidioso mal di testa e un senso di pesantezza e di spossatezza sempre più forti, per qualche giorno. Arrivò la telefonata di mons.Sgreccia che mi diede un nuovo appuntamento. La mattina successiva, appena sveglia, dopo tanto tempo, ebbi nuovamente forti dolori all'addome. La crisi era seria, avvertivo il dolore salire fino a farmi perdere la sensibilità alle gambe e quasi la conoscenza.
Capivo che tutto nasceva da un conflitto che si era scatenato, a causa della volontà di Dio: tra la visione del piano di salvataggio che Dio mi aveva comunicato e la direzione che le cose stavano prendendo non c'era corrispondenza, ma allontanamento.
Allora, ho sentito la Voce dirmi che dovevo accettare la mia missione, che dovevo accettare di andare dai vescovi a perorare la causa, che dovevo accettare tutto pur di procedere verso il Papa, seguendo gli eventi che Dio tracciava.
Il dolore era divenuto insopportabile e stavo per perdere conoscenza, così ho detto a Dio che accettavo tutto questo: accettavo di restare schierata con Lui in quel conflitto e di procedere verso tutta la verità che avrei ancora dovuto scoprire. Nello stesso momento in cui ho pronunciato quelle parole tutti i dolori sono scomparsi. Poi ho dovuto riposare alcune ore per riprendere la piena funzionalità delle gambe.
Il 7 febbraio 2003 mons.Sgreccia ci consegnò il modello di statuto di associazione per gli Ultimi, che gli era stato dato in curia e su cui dovevamo iniziare a lavorare. Non era stato tenuto in nessun conto ciò che avevo riferito del disegno di Dio per il riconoscimento della "Vita consacrata della Famiglia". Sapevo che la costituzione di una associazione era una parodia del grande rinnovamento istituzionale della chiesa che Dio stava chiedendo. Ma sapevo anche che Dio aveva stabilito di stare ad ascoltare fino in fondo la risposta che il suo clero gli avrebbe dato, per poi giudicarli tutti.
Perciò, lavorai alla stesura dello statuto associativo che mons.Sgreccia aveva stabilito con mons.Moretti in diocesi. Ma cominciai a chiedermi in che modo quella risposta del clero potesse allontanarci così tanto dal disegno di Dio e quali fossero i loro obiettivi. Cosa che mi fu chiara dopo il colloquio che ebbi con mons.Moretti al Vicariato di Roma... (segue)
Sacerdozio pervertito. Il caso abruzzese
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