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lunedì 24 febbraio 2014

CHE SAREMMO ARRIVATI ALL'EVIDENZA PUBBLICA DEI DUE PAPI ERA SOLO QUESTIONE DI TEMPO, ANIMA MISTICA GIÀ LO SCRIVEVA A MAGGIO 2013




Mi hanno chiesto: “Cara Simonetta, come mai scrive che adesso ci sono in campo due autorità nella Chiesa, quella Spirituale e quella giurisdizionale? La guida suprema è una sola, il capo è Pietro.BXVI ha rinunciato ed è stato eletto il successore. E’ così semplice


Purtroppo no, non è così semplice. Perché il successore di Pietro, nel corso dei secoli, ha sommato nella sua persona due potestà, quella spirituale e quella giurisdizionale, che oggi sono tornate a dividersi come in origine in capo a due soggetti diversi, Benedetto XVI e il nuovo Vescovo di Roma.

Supreme sono entrambe le potestà, perché entrambe sono al vertice della gerarchia istituzionale dell’intero popolo cristiano. Ma quanto all’origine, alla natura e alle modalità di esercizio le due potestà - quella di guida spirituale e quella di governo giurisdizionale – sono profondamente differenti.

Quanto all’origine, la potestà di guida spirituale dei cristiani, suprema in materia di fede, è quella conferita da Gesù in persona a Pietro, quando gli ha attribuito con le chiavi il potere universale di “legare e sciogliere in cielo e in terra”:

Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli. (Vangelo di Matteo 16, 19)

Ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli. (Vangelo di Luca 22,32)

Mentre la potestà di governo giurisdizionale, suprema in materia di diritto canonico, è quanto all’origine quella che il Vescovo di Roma ha assunto quando ha ereditato la suprema autorità giurisdizionale trans-nazionale dell’Imperatore Romano sulle sovranità nazionali dei popoli, a causa del disfacimento dell’Impero.

Quanto, poi, alle modalità di esercizio delle due potestà c’è da dire quanto segue.

La potestà di guida spirituale, suprema in materia di fede, essendo conferita direttamente da Cristo è un sigillo interiore dello Spirito e come tale è personale e permanente a vita, cioè una volta che è stato recepito con l’accettazione non è più rinunciabile e impegna alla testimonianza in materia di fede fino alla morte.

Dal quaderno n 3905 del 2 marzo 2013 de "La Civiltà Cattolica", pp. 445-462: Disciplina canonica – In Udg Introd., con riferimento in nota al c. 332, § 1, viene dichiarato che è dottrina di fede («doctrina est fidei»), quindi di istituzione divina, che la potestà del Sommo Pontefice deriva dallo stesso Cristo. Questo innanzitutto vuol dire che al Romano Pontefice non conferisce la sua suprema potestà personale nessuna autorità umana, né civile né ecclesiastica, come potrebbe essere il Collegio Cardinalizio o un Concilio Ecumenico o un Sinodo dei Vescovi, in quanto il Romano Pontefice è sottoposto solo a Cristo, di cui è Vicario universale e visibile qui in terra.

In questa nota dottrinale de "La Civiltà Cattolica", la rivista dei gesuiti di Roma che è stampata con il previo controllo e con l'autorizzazione della segreteria di Stato Vaticana, - si noti bene - si identifica il Romano Pontefice con il Vicario di Cristo e si spiega che la sua potestà spirituale gli viene direttamente da Cristo e non gli è attribuita da “nessuna autorità umana, né civile né ecclesiastica”.

Invece, la potestà di governo giurisdizionale, suprema in materia di diritto canonico, viene conferita dal Collegio Cardinalizio come eredità istituzionale dal momento della cessazione dell’Impero Romano; è un incarico d’ufficio e come tale rinunciabile e soggetto a evoluzione giuridica.

Pertanto, il compito specifico del Collegio Cardinalizio nell’elezione del Romano Pontefice è quello specifico del discernimento: i Cardinali hanno il dovere di riconoscere chi sia colui che è stato eletto da Cristo a succedere a Pietro e di attribuirgli le funzioni che gli spettano per legge canonica nei confronti del popolo di Dio.

Le funzioni che per la normativa istituzionale il Collegio Cardinalizio deve attribuire al Vicario di Cristo Romano Pontefice eletto dallo Spirito sono: la guida della Diocesi di Roma che gli spetta in quanto successore di Pietro e la potestà di giurisdizione su tutta la Chiesa che per diritto canonico spetta al Vescovo di Roma.

Di conseguenza, quanto alla natura delle due potestà risulta che: la potestà di guida spirituale del Vicario di Cristo - che nella nota dottrinale della rivista dei gesuiti sopra citata è identificato con il Romano Pontefice - è di istituzione divina poiché proviene direttamente da Gesù in persona, e non gli è conferita da “nessuna autorità umana, né civile né ecclesiastica”; mentre, la potestà di governo giurisdizionale ha natura di istituzione terrena derivante dall’evoluzione storica dei rapporti istituzionali tra il potere religioso della Chiesa di Roma e il potere temporale dell’Impero Romano.

Perciò, sintetizzando, in conclusione dobbiamo dire che 

la potestà di guida spirituale è l’investitura del Vicario di Cristo che è sigillo interiore e permanente dello Spirito Santo, è universale, ed è suprema in materia di fede; 

la potestà di governo giurisdizionale è l’investitura del Vescovo di Roma che è incarico d’ufficio istituzionale rinunciabile, è trans-nazionale ed è suprema in materia di diritto canonico. 

Sua Santità Benedetto XVI ha rinunciato all’incarico dell’ufficio di governo trans-nazionale del Vescovo di Roma, che è passato ad altri; in lui è rimasta, quale Vicario di Cristo a vita, la potestà di guida spirituale, suprema in materia di fede, che gli viene dallo Spirito e come tale permane fino alla morte.

Ecco che le due potestà del successore di Pietro si trovano in capo a due soggetti diversi, che costituiscono oggi le due autorità distinte e separate al vertice della cristianità: BXVI il Vicario di Cristo, suprema autorità di guida cristiana in materia di fede e il Vescovo di Roma, suprema autorità di governo trans-nazionale in materia di giurisdizione.

I due diversi ambiti di competenza delle due autorità supreme della cristianità devono essere correttamente intesi dal popolo di Dio, perché rinnegare lo Spirito che ha investito indelebilmente, fino alla morte, BXVI come Vicario di Cristo è il peccato peggiore che un sacerdote possa commettere. E additare la potestà di governo giurisdizionale del Vescovo di Roma come unica guida significa consegnare il gregge all’apostasia.

Commenti al Post: 


pccmar47 il 12/05/13 alle 23:54 via WEB
il Vescovo di Roma anziché risiedere in Vaticano ha preferito restare in Santa Marta, non è che Lui stesso implicitamente con le sue azioni è conscio di essere in carica al governo giurisdizionale della Chiesa e quindi si "sente" meglio fuori dal Vaticano?? Partendo dal presupposto che ognuno di noi fa quello che si sente ....il Vescovo di Roma si sente appunto Vescovo?!?! Dovrebbe risoponderci Lui....chissà che non lo faccia!!!



eternascontenta il 18/05/13 alle 07:09 via WEB
leggendo questo post, estremamente significativo e chiarificante, rimango un po' attonita.... quello che vedo all'interno del popolo di Dio è confusione: si ritiene che il Papa emerito abbia rinunciato anche alla guida spirituale che invece è stata attribuita a Papa Francesco. La verità è ben diversa; ma perché queste specifiche, che cambiano completamente il quadro della situazione, non sono chiarite? e soprattutto CHI AVREBBE IL COMPITO DI CHIARILE? certo è materia specifica, si parla di diritto canonico, non tutto il popolo di Dio ha queste competenze, anzi direi che la maggioranza non ha mai o quasi avuto a che fare con questa materia (io sono tra questi)!


versolaluce il 19/05/13 alle 01:24 via WEB
Pensa che questo post l'ho scritto dettandolo al telefono a Etta, una lettrice del Blog, a causa dell'attacco hacker che mi impedisce di accedere regolarmente al pc...Insomma in condizioni di massima difficoltà, perciò se è chiaro ed efficace è davvero un grosso risultato! I principali incaricati di insegnare le cose della chiesa e di Dio sono i sacerdoti, ma a causa della maggioranza cristiano-giudaizzata che domina incontrastata tra essi,diventano anche i principali controinteressati ad insegnare la verità...


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