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martedì 4 febbraio 2014

UN DISCEPOLO NON E' PIU' GRANDE DEL MAESTRO.....E NON ABBIATE PAURA DI QUELLI CHE UCCIDONO IL CORPO, MA NON HANNO POTERE DI UCCIDERE L'ANIMA....


Marcello Veneziani - Mer, 29/01/2014 

Auschwitz prende il posto del Golgota e il 27 gennaio sostituisce il Venerdì Santo

Perché un evento tragico di settant'anni fa, unico tra gli orrori, tiene banco in maniera così prolungata, unanime e pervasiva nei media e nelle rievocazioni? Perché col passare degli anni anziché sopirsi, si acuisce la memoria della Shoah, oggi più di trent'anni fa? Non intendo aprire polemiche, si tratta di domande vere.

Provo a rispondere senza fare alcuna valutazione. La Shoah sta prendendo il posto della crocifissione di Gesù Cristo. Ovvero è l'Evento Cruciale che segna il Lutto Incancellabile per l'Umanità, lo Spartiacque Unico dei tempi e l'avvento del Male Assoluto, con la Redenzione seguente.

Stavolta non è il Figlio di Dio a finire in Croce e sacrificarsi per noi, ma è un popolo a essere immolato, eletto o maledetto secondo le due versioni classiche, e a redimere l'uomo dal Male. Benché Assoluto, il Male stavolta è storico e non satanico. E prelude non alla Resurrezione ma alla Liberazione. Non l'ascesa dei risorti in cielo ma la liberazione degli insorti in terra. Non riesco a trovare altra spiegazione all'Enfasi Assoluta, Indiscutibile, Indelebile sulla Shoah.

Questo forse spiega il tacito, inesprimibile fastidio che sfiora quanti pure non c'entrano nulla coi negazionisti e coi razzisti né denunciano campagne di speculazione sull'olocausto: Cristo ieri messo in croce oggi messo tra parentesi. Con Lui si relativizza la fede, la civiltà cristiana. Al Suo posto c'è la Shoah, religione dell'umanità, Auschwitz prende il posto del Golgota e il 27 gennaio sostituisce il Venerdì Santo.
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Testo del Vangelo (Mt 10,24-33): In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!»
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
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La provocazione nel fondo: il 27 gennaio sostituisce il Venerdì santo


Roma, 29 gen. (TMNews) - La Shoah e il ricordo dell'Olocausto stanno prendendo il posto della morte, crocifissione e risurrezione di Gesù Cristo nella coscienza moderna e il 27 gennaio, Giorno della Memoria, ha scalzato il Venerdì Santo. E' la provocazione del giornalista e filosofo Marcello Veneziani nel fondo del Giornale.
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Maurizio Blondet 04 Febbraio 2014
È impressionante vedere come la Chiesa, da quando si è affermata in essa la tendenza modernista, abbia perso la capacità di leggere «i segni dei tempi». Il numero delle cantonate nella lettura è davvero clamoroso. Sarà fatale alla Chiesa, se «si sbaglia di Anticristo». E questo ci fa veramente paura: che la Chiesa, nella sua gerarchia, taccia.
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L’articolo di Marcello Veneziani – «Shoah prende il posto di Cristo in croce» – pubblicato dal Giornale il 29 gennaio, è diventato «virale» (si dice così) sulla Rete. Decine di lettori me l’hanno rimbalzato per mail, forse per farmi vedere quanto Veneziani sia d’accordo con me, forse nel timore che me lo sia perso. No, non me lo sono perso. Ma ben volentieri lo posto qui, visto che ha anche il pregio della brevità.

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