Grecia, un’agenda "segreta" per il dopo-default
Lucas Papademos (Foto Imagoeconomica)
martedì 14 febbraio 2012
Approfondisci
GEOFINANZA/ Il rally delle Borse? Un bluff che ha a che fare con la Grecia..., di M. Bottarelli
FINANZA/ L’esperto: vi spiego perché l'accordo salva-Grecia non eviterà il default, int. a E. Colombo
vai allo speciale Crisi Grecia
La Grecia è come il gatto di Schrodinger, morta e viva allo stesso tempo. In effetti, non serve scomodare il fisico austriaco che ha messo in discussione l’interpretazione classica della meccanica quantistica per rendersene conto: esattamente come il gatto nella scatola, che attende ignaro la disintegrazione dell’atomo che gli salverà la vita o l’azionamento del relais che spaccherà la fiala di cianuro e lo ucciderà, Atene sa che il pacchetto di austerity votato ieri dal Parlamento potrà salvarla, garantendole i nuovi aiuti della troika e contemporaneamente ucciderla, visto che un Paese non solo fermo ma ormai alle soglie della disperazione sociale, non può applicare altro rigore. E se la Grecia, al di là dei voti farsa e della guerriglia urbana, stesse già lavorando, sottobanco, a un futuro lontano dall’euro e dall’eurozona? E non da ieri?
Lo sottolineava nel suo ultimo report, l’economista di Ubs, Stephen Deo, quando si chiedeva: «La Grecia sta già stampando la sua propria valuta?». Due i punti focali del ragionamento. Primo, l’espansione dello stato patrimoniale della Banca centrale greca attraverso l’Ela (Emergency liquidity assistance) dell’Ue, uno schema attraverso il quale le banche centrali nazionali danno un aiuto per mantenere solvente il settore bancario interno. Secondo, delle “quasi-dracme” sarebbero state già emesse. Non si tratta di nuove banconote sovrane, ma del fatto che lo Stato ha pagato fornitori degli ospedali con bond emessi a livello interno.LEGGI TUTTO