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mercoledì 15 febbraio 2012

PER DIRLA ALLA CELENTANO, "E' QUESTA L'EUROPA CHE VOGLIAMO?" SE IL POPOLO FOSSE VERAMENTE SOVRANO NON SAREMMO IN QUESTE CONDIZIONI!!!





L’Italia è sottomessa a una dittatura? A dirlo esplicitamente non sono più solo gli oppositori del governo Monti, ma i suoi stessi sostenitori a partire dalla Confindustria. Ormai il concetto di “dittatura”, riferito all’ambito finanziario, ha assunto una connotazione positiva. Fino ad oggi siamo stati abituati a sacralizzare la democrazia, quale depositaria dei valori e dei diritti fondamentali della persona, e a condannare qualsiasi forma di dittatura proprio perché l’opposto della democrazia. Da quando con un colpo di stato finanziario, sotto il bombardamento incontenibile della speculazione che si traduce nel tracollo della borsa e nell’impennata dello spread e il colpo di grazia della crescita illimitata dell’indebitamento pubblico, è stata commissariata l’intera classe politica in Grecia e in Italia imponendo al vertice del potere rappresentanti graditi ai poteri finanziari globalizzati, solo poche voci hanno pubblicamente denunciato la nuova dittatura. Il fatto che si tratta di esponenti politici, economici, finanziari o intellettuali ostili a Papademos e a Monti, ha fatto che sì che la denuncia della dittatura finanziaria fosse tacciata come faziosa o quantomeno discutibile. Ma dallo scorso sabato 11 febbraio con la pubblicazione di un fondo sulla prima pagina del Sole 24ore, l’organo della Confindustria che è schierato in prima linea a sostegno di Monti, dal titolo “La dittatura dell’emergenza” a firma di Carlo Bastasin, il concetto di “dittatura” è stato sdoganato uscendo dal cono d’ombra e dalla dimensione del dubbio per assurgere alla luce splendente della verità positiva e della necessità costruttiva.
L’editorialista legittima il concetto della “dittatura dell’emergenza” rapportato alla situazione in Grecia, scandita dagli scontri di piazza e le dimissioni nel governo mentre il Parlamento si apprestava a votare la manovra finanziaria imposta dalla troika Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Ma ci spiega anche che dal momento che “Atene rimarrà sotto la tenda ad ossigeno per anni” perché nel 2020 il debito pubblico resterà al 135% del Pil, “i partner europei chiedono ai partiti greci di impegnarsi formalmente a rispettare le condizioni anche dopo le elezioni generali di aprile”. Si chiede cioè ai partiti che compongono la maggioranza che attualmente sostiene l’ex governatore della Banca Centrale Greca Papademos, di sottoscrivere nero su bianco che – a prescindere dal loro orientamento politico – dovranno condividere anche nella prossima legislatura la drastica manovra che contempla il taglio dei salari minimi, delle pensioni, dei posti di lavoro nel settore pubblico, delle spese della Sanità, Stato sociale e Difesa. Si stenta a credere che il commissariamento della politica da parte dei poteri finanziari si spinga al punto da vanificare di fatto il valore stesso delle elezioni che definiscono gli equilibri interni alla democrazia, imponendo anticipatamente la maggioranza che governerà il Paese e vincolando i partiti che ne faranno parte a far proprie delle decisioni che, da un lato, stabiliscono nei minimi dettagli la vita dei cittadini ridotta al limite della sopravvivenza per volontà dei banchieri e, dall’altro, annullano qualsiasi differenza o dialettica ideologica o semplicemente politica. Ed è proprio qui che si tocca con mano la realtà della nuova dittatura finanziariaLEGGI TUTTO

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