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lunedì 22 ottobre 2012

RESTARE IN UN PAESE STROZZATO DALLE TASSE CON IL RISCHIO DELLE ELEZIONI POLITICHE 2013?



Se il 2011 è stato l’anno della Grecia, il 2012 è quello della Spagna. Il 2013 sarà invece l’anno dell’Italia. Non devono illudere i rendimenti dei bond governativi italiani e spagnoli in calo in questi giorni. I mercati sono in attesa. L'analisi del nostro Fabrizio Goria pubblicata sul quotidiano spagnolo El Mundo

Fabrizio Goria  21 ottobre 2012 - 13:56
Dopo la Spagna, l’Italia. Non devono illudere i rendimenti dei bond governativi italiani e spagnoli in calo in questi giorni. Gli operatori finanziari sono in attesa. Vogliono capire come saranno, dal punto di vista operativo, le Outright monetary transaction (Omt) introdotte dalla Banca centrale europea per il sostegno sui mercati obbligazionari e lo European stability mechanism (Esm), il fondo salva-Stati da 500 miliardi di euro.

Lo spettro di uno scenario greco per l’Italia, infatti, non è ancora svanito. Alto debito, recessione, tasse, tensioni sociali, instabilità politica: ecco il mix che rischia di colpire l’Italia entro pochi mesi. Grazie a Mario Monti, l’Italia ha fatto grandi progressi nella credibilità internazionale. Ma solo in quel campo. Un anno fa la crisi del governo di Silvio Berlusconi ha rischiato di mettere in ginocchio tutta l’eurozona. Gli investitori internazionali hanno perso la fiducia nei confronti del Paese. Servivano riforme strutturali, come quella sul mercato del lavoro, delle pensioni, e poi liberalizzazioni e riforma fiscale. Solo le prime due sono arrivate, con molta fatica. Eppure, le indicazioni, arrivate nell’ottobre 2011 dalla Commissione Ue, erano chiare: 39 punti per evitare il tracollo dell’Italia. Il Paese è strozzato dalle imposte. Nell’arco di un anno l’Iva è salita di due punti percentuali, dal 20% al 22 per cento. E la contrazione dei consumi è stata intensa. In un recente sondaggio Ipsos il 68% degli italiani ha ammesso di spendere di meno per l’alimentazione. E, secondo l’ultimo budget del governo, gli amministratori locali sono “invitati” a spegnere le luci delle città dopo le 22 per risparmiare.LEGGI TUTTO

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