pubblicato il 06 Marzo 2013 da versolaluce
Ritirare le dimissioni per non permettere la creazione di un antipapa è quanto autorevoli commentatori hanno chiesto in questi giorni a Benedetto XVI.
La questione è fondata sul fatto che, nel caso in cui il vescovo Vicario di Cristo eserciti la sua facoltà di rinunciare al potere giurisdizionale di governo terreno, la sua dismissione d'officio lascia intatto, ovviamente, in lui il carattere ontologico sacramentale di vescovo, Vicario di Cristo e la sua potestà spirituale, ricevuti con la sua elezione, perché tale carattere è - in quanto sacramento - personale e indelebile. E perciò, se è vero che sono decaduti tutti i poteri di curia vaticana nel governo della chiesa, è altrettanto vero che il Vicario di Cristo è ancora in vita, dunque: che fare? Lasciare la curia senza poteri perché il Vicario di Cristo ha deciso di dismettere il suo potere giuridico-istituzionale di governo sulla chiesa, o nominare un altro papa mentre il Vicario di Cristo è ancora tra noi?
In questo secondo caso - si è fatto notare - "il Papa subentrante, suo malgrado, in realtà, metafisicamente parlando, che vuol dire nella realtà più vera e che di per sé sorpassa ogni legge storica, non sarà che un antipapa. Ma regnante sarà lui, l’antipapa, non il vero Papa, ora dimesso" (Enrico Maria Radaelli, >Perché Papa Ratzinger-Benedetto XVI dovrebbe ritirare le sue dimissioni)
Riguardo all'esistenza di questa doppia investitura del successore di Pietro - l'essere ontologico sacramentale di Vicario di Cristo che è carattere indelebile e l'incarico di governo giuridico-istituzionale che è officio rinunciabile - il prof.Radaelli parla dell'esistenza di un "conflitto tra la legge canonica e la legge metafisica" che rende "metafisicamente e misticamente inattuabile, e così anche legalmente inconsistente" l'atto di rinuncia del Vicario di Cristo al potere giurisdizionale di governo.
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