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martedì 12 marzo 2013

SULE PRIME PAGINE:VATICANO, BERLUSCONI, GRILLO......NON E' CHE SI METTE SOTTO SILENZIO MPS???



di Marco Della Luna 11.03.2013

DAVID ROSSI, IL SUICIDA DELLA BANCA IN FIAMME E I TIMORI PER LE PENSIONI INTEGRATIVE

Una banca non può gestire in proprio i fondi pensione dei suoi dipendenti, ma MPS e Intesa San Paolo, recentemente, la prima con ampio preannuncio, ma senza consultare i sindacati, la seconda con la loro approvazione, hanno affidato in deposito i fondi della previdenza integrativa dei loro dipendenti (la prima in toto, la seconda – se ben capisco – in parte) a “State Street Bank” – nome stranamente adottato da molte banchette, tra cui una milanese controllata da una srl con un capitale sociale di 11.112 Euro, a sua volta posseduta da una srl tedesca. A quella banchetta MPS aveva però già concesso, con modalità strane, due mutui decennali chirografari per ben 1,750 miliardi, poi rimborsati con 9 anni di anticipo… Bankitalia e Consob sapevano? Possono stare tranquilli sulle loro pensioni integrative decine di migliaia di bancari?

David Rossi, capo dell’area comunicazioni di MPS e amico di Mussari, alle 20:30 del 6 marzo 2013 si è suicidato buttandosi a spalle indietro dalla finestra del suo ufficio poco dopo aver telefonato alla moglie che stava per tornare a casa e poco dopo un’altra, lunga telefonata (un confidente mi dice con superiore). Fossi il PM, disporrei esami per accertare a) se era stato narcotizzato; b) chi era in sede al momento (ore 20:30). Soprattutto mi interesserei a chi era presente tra i dipendenti recentemente assunti dalla direzione senza concorso, in un rinnovo del personale avvenuto durante l’attuale crisi, quindi sospetto. Questo tanto per cominciare.

Scusatemi se insisto nella difesa del Monte dei Paschi, dei suoi interessi, del suo personale, delle sue pensioni future. Forse i miei timori sono infondati, i miei dubbi mere traveggole, e i fatti che seguono troveranno spiegazioni completamente rassicuranti per tutti gli interessati, come mi auguro.

Il PM di Siena sta indagando, e recentemente ha interrogato, certo Morelli Marco, il quale ha avuto, fino al febbraio 2008, la rappresentanza presso il MPS di State Street Bank spa.

Nel 1792 fu costituita a New York la State Street Bank Corp., oggi una grande banca, gestore di molti fondi previdenziali di molti paesi del mondo, quotata alla Borsa di Boston. Nel 2008 è entrata in crisi e ha ottenuto circa 2 miliardi di aiuti statali, restituiti – dice – prima del luglio 2009. Nel 1970 aveva costituito in Europa alcune società bancarie collaterali. Nel 2012 si era annunziato che la State Street Bank di Boston avrebbe assunto il deposito dei fondi;

Ma Axa-Mps ha dichiarato che la depositaria è la piccola spa milanese: 
http://www.axa-mps.it/pertefamiglia/integrapensione/documents/paschi%20prev+/supplemento2.pdf


Non ho ancora informazioni complete, ma da elementi attinti da banche dati collegate alla Camera di Commercio emergono fatti sconcertanti. Gli elementi da raccogliere e ordinare sono molti, quindi posso aver commesso qualche errore nel metterli insieme e nell’interpretarli – errore di cui chiedo venia, impegnandomi a correggerlo ringraziando chi me lo segnali. Parimenti chiedo venia e mi impegno a correggermi qualora mi si provino errate le ulteriori informazioni, passatemi da gente che ha lavorato per MPS e che mi consulta come saggista e avvocato versato in queste faccende.

Il 02.04.70 viene costituita a Siena una società di gestione, che poi diventa la State Street Bank spa, oggi con un unico sportello in Via Ferrante Aporti 10 di Milano, capitale sociale versato 140.700.000 euro (cioè piccolissimo, per una banca), iscritta in Camera di Commercio prima a Siena, come Mps Finance spa (http://www.abi.cab.banche.meglio.it/banca.htm?i=03163.3), poi a Milano il 05.08.08, con data di inizio delle attività 02.01.01, con sede in Milano. State Street Bank spa risulta oggi controllata al 100 % da State Street Holdings Italy srl, costituita il 14.01.10, iscritta in Camera di Commercio di Milano il 15.01.10, con inizio di attività il 17.05.10, con capitale sociale € 11.112, zero dipendenti, nessun ufficio o sede secondaria attiva, avente sede sociale coincidente con l’unico sportello della sua controllata, e dominata a sua volta da una GmbH (srl) tedesca, la State Street Bank GmbH, costituita nel 1970 da State Street Bank USA. La GmbH è socio unico della State Street Holdings Italy srl fino al 20.12.11, e in quella data cede il 10%, cioè 1.111,20 euro, a State Street Holding, USA. Chiaramente, la srl è stata creata ad hoc per possedere la spa. Però la Camera di Commercio dice che la GmbH sia cessata il 15.11.11: strana incongruenza, tutta da chiarire… potrebbe essere un errore materiale di registrazione (forse è cessata solo la sua partita iva in Milano), oppure la chiave per scoperte importanti, che attendono gli indagatori di questa materia.

Dal 01.10.09 direttore generale della spa è Lamanna Riccardo (Milano 1965), già procuratore di Banca IMI spa, il quale, dal 17.05.10, è anche consigliere della controllante srl (ma lo ritroviamo anche come AD e Vicepresidente del CdA della spa, che pare quindi una sua creatura). Certo Gmür Stefan Peter (CH, 1968), già per 5 anni uomo della Deutsche Bank, è presidente del CdA della spa dal 17.05.10 nonché presidente del CdA della srl dal medesimo giorno! Inoltre, revisore della spa è Reconta Ernst and Young spa, già usata da MPS per società del suo gruppo come società di revisione, convocata anche dal Tar del Lazio il 7 marzo per il ricorso congtro il prerstito di Stato a MPS (Monti Bonds). Gli azionisti minori della spa sono cittadini stranieri.

A questa State Street Bank spa, il CdA di MPS – quello nuovo, col Profumo di Viola – , il 01.01.13 trasferisce circa 2 miliardi di fondi previdenziali integrativi dei suoi 31.000 dipendenti, che prima custodiva presso di sé, oltre a gestirli in proprio. Perché lo fa senza prima discutere la mossa con i sindacati? Perché, nel relativo comunicato, il CdA di MPS dice che passa la custodia (e forse anche la gestione) a “State Street Bank”, senza specificare che si tratta della spa italiana, non della Corp USA, come preannunciato l’anno prima? Perché non hanno detto chiaramente quale fosse l’ufficio interno di MPS, l’eventuale gestore esterno, che avrebbe continuato la gestione dei fondi? Perché non fare una buona e completa informazione rasserenante? Non lo so con certezza, mentre con certezza si sa chi era lo stratega delle comunicazioni del Monte: il poi suicida David Rossi.

Torniamo ai misteriosi mutui. Non è che ci sia di mezzo – avanzo nel modo più neutro un’ipotesi investigativa – un giroconto per regolare obblighi pregressi? Anche State Street Bank spa aveva depositi titoli, poi chiusi, presso MPS. Tra i rapporti accesi da MPS vi sono molte State Street Bank, con sedi in varie parti del mondo. Perché ne sono state costituite tante con un unico nome? Forse per poter equivocare tra una e l’altra? Alcune possono essere state costituite per volere della Corporation americana, ma quella di Milano nasce come Mps Finance spa a Siena, non dalla Corporation americana. Chi ha architettato tutto ciò? Ed stato considerato il fatto che lo Stato della California, nel 2009, ha fatto causa a State Street Bank per frode di 200 milioni a fondi pensione 
(http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-748849/usa-california-state-street/)? 


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