http://nobigbanks.it 16.01.2013
Il Governo tecnico è finito, per fortuna, ma le forze dietro ad esso stanno facendo di tutto per garantire la prosecuzione della stessa linea che ha dominato in Italia e in Europa negli ultimi anni.
Si tratta della linea dell’austerità e del mercato controllato dagli squali della finanza, per intenderci, e del blocco preventivo di ogni iniziativa che metterebbe in discussione il dominio della Troika (BCE, FMI, Unione Europea).
Così in Italia gli esponenti del PD sentono già il fiato sul collo. Da quella che sembrava una vittoria elettorale scontata ora si è passati ad una situazione molto meno chiara: è in forse la maggioranza al Senato, e quasi sicuramente si tratterà di fare un accordo con le forze che ora fanno riferimento a Mario Monti.
Un giorno Bersani va all’attacco, solo per rimangiarsi le parole subito dopo, parlando di collaborazione con il centro.
E’ evidente la paura di chi vede svanire il proprio potere ancora prima di arrivare a Palazzo Chigi.
E dunque come in un film che ripercorre gli anni Novanta, il centrosinistra che dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – cercare di attuare una politica meno pesante dei Tagli & Tasse del Governo dei banchieri, si mette di nuovo a rincorrere l’approvazione del mondo della finanza.
Lo vediamo per esempio nell’intervista rilasciata al Financial Times da Stefano Fassina.
(ripresa qui dal sito di Gad Lerner:
Fassina, reo di mettere in discussione ogni tanto i presupposti del liberismo finanziario, è stato attaccato dallo stesso Monti come un “conservatore” che vuole bloccare le riforme. Che fare?
Hanno pensato bene di rassicurare le forze internazionali dicendo che il PD non oserà andare contro l’austerità folle del Fiscal Compact, e nemmeno è da pensare che il PD disattenderà il solenne impegno del pareggio di bilancio. Ricordiamo quanto scrivemmo:Fiscal compact e MES: la follia continua (ma sottovoce)
fonte: http://www.lettera43.it
Siamo già a questo punto? Si capisce perché lo fanno, ma per essere credibili ci vorrà un po’ più coraggio.
Fassina si ricorda di sottolineare l’importanza degli investimenti, ma qualsiasi governo che cerchi di attuare davvero il Fiscal Compact si troverà con la stessa situazione di oggi: calo del Pil, famiglie stremate, servizi tagliati.
Non ci sono alternative ad un cambio di rotta. O si mettono delle regole serie per bloccare la finanza predatrice – a partire dalla separazione tra banche ordinarie e quelle speculative – insieme ad una politica di investimenti veri nelle infrastrutture e nell’innovazione, o ci sarà poco da fare.
Chiunque pensi di aggiustare il timone dell’Italia prendendo ordini dalla Troika si illude alla grande.
E’ ora di smetterla con le illusioni e trovare il coraggio di cambiare.
Il sistema della finanza speculativa rimarrà in piedi solo fintanto che glielo permettiamo.
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