21 Aprile 2013 DI FELICE CAPRETTA - IL RACCONTO DAL VIVO DI SABATO SERA
A MONTECITORIO
Io c'ero. Si dice sempre così, ma quel giorno io c'ero, anche se come molti sanno vivo al nord, non a Roma. Destino ha voluto che sabato sera, durante il vergognoso evento, io fossi a Roma, e che proprio quel sabato sera il parlamento ha deciso di rieleggere la mummia. Che non si può' che chiamare napolet-Anubis, in onore del guardiano dell'oltretomba egizio. Bau.
Volevo fare il turista per tutto il tempo.
Mi sono mangiato la pasta fresca all'amatriciana da asporto direttamente sugli scalini di piazza di spagna, ho lanciato le monetine nella fontana di trevi, mi sono messo al centro del colonnato del Bernini per osservare la perfezione della prospettiva del colonnato e mi sono mangiato la carbonara a La Carbonara.
Poi, come di consueto, sono passato da turista a reporter caprino.
Vai a sapere perché, ma:
* arrivo in Egitto e un mese dopo scoppia la rivoluzione che fa cadere Mubarak
* arrivo in un paese tropicale in viaggio di nozze e poche ore dopo fanno il colpo di stato
* arrivo in grecia, votano e poi li fanno rivotare perché il parlamento resta bloccato
Era da molto che rimandavo un viaggio di piacere a Roma…e l'altro giorno sono arrivato.
Comunque. Cioè, non volevo raccontarvi che dove metto il piede caprino le persone cercano di cambiare le cose (nel bene o nel male, e certe volte ci riescono e certe altre vince la restaurazione), ma questa introduzione era dovuta.
Due sono le analisi fondamentali da completare: una sul napolit-Anubis, che è il nome che si merita per la mummia che è, l'altra sulla decisione di Grillo di rimandare l'arrivo a Roma e sull'atmosfera che si respirava a 100 metri da Montecitorio sabato pomeriggio e soprattutto sabato sera.
IL COLPO DI STATO: NAPOLIT-ANUBIS
Qualcuno ha mai pensato che l'unione europea ci avrebbe lasciato in mano di qualcuno scelto liberamente dalle forze italiche anziché da loro stessi? Qualcuno ha mai sperato che saremmo riusciti a scantonare un chiappone come prodi, o d'alema, o marini, o quel fetecchione di napolit-Anubis?
Io, lo confesso, un minimo ci speravo. Perché non perdo mai la speranza. Speravo che ci fosse una bella guerra tra bande, con i renzobarchiani contro i bersaniani, contro sel-m5s, contro berlusconi, contro la destra, contro i collaborazionisti dei montani. Una guerra tra bande degna della fine di ogni impero, dove ogni decisione resta bloccata, per anni e anni senza un presidente, ne' un governo, forse saremmo anche potuti diventare un paese normale. Perché tra una guida che punta diritto al baratro e nessuna guida, onestamente preferivo nessuna guida, confidando nel Caso, o più precisamente in Un Po' Di Culo, che in fondo, agli italiani, in piccole dosi non manca mai.
Invece l'altra notte, invece di andarsi a bere una birra, quattro traditori del popolo italiano si sono accordati per rieleggere il presidente: Bersani, Berlusconi, Monti e Napolit-Anubis.
Quattro traditori hanno deciso per tutto il paese.
Ditemi se non hanno ragione quelli che parlano di Colpo di Stato.
Costoro sostengono che è stato un colpo di stato fatto dai partiti. E potrebbe anche essere. Ma non sottovaluterei il peso dell'Unione Europea e di Mario Draghi e della BCE, dato che sono loro ad avere la mano sulla cassaforte che - finché restiamo nell'euro - ci garantisce di sopravvivere e rimandare il default e la rivoluzione.
Quindi si, è stato un colpo di stato. Eseguito dai partiti, perché hanno un interesse a stare lì, ma orchestrato e diretto a Bruxelles, o Francoforte, o chissà dove.
L'ATMOSFERA DI SABATO SERA A ROMA
Le folle, si sa, non sono razionali. Pensano con la pancia, con le emozioni. Uno urla e gli altri dietro. Le folle sono come branchi di cani, che attaccano quando il primo attacca e scappano al primo colpo di scacciacani.
Molte persone intelligenti tutte insieme si comportano come un grosso stupido individuo.
SI potrebbe discutere a lungo su questo ed intavolare analisi raffinate e complesse, ma non è questa la sede.
Voglio invece raccontarvi cosa urlava la folla e che atmosfera si respirava.
In pieno centro, a Roma, la folla si è data appuntamento davanti ad una Montecitorio totalmente transennata.
"Il popolo vi odia, maledette carogne, il popolo vi odia"
Ferrara ha dichiarato che bisognerebbe chiudere Twitter e Facebook, come fece Mubarak prima di cadere.
Gasparri, uscendo, ha fatto un gestaccio alla folla.
Il popolo, ieri sera, voleva giustizia, o forse solo vendetta. Gridava "fuori, fuori". Gridava "Massoni, massoni", che non è un grido che si sente molto spesso.
Qualcuno gridava "Il parlamento è nostro, andiamo a riprendercelo!"
"Il popolo vi odia, razza di parassiti!"
"Siamo più dei carabinieri schierati, non ci possono fermare, e molti di loro verranno con noi se decidiamo di sfondare il cordone ed entrare!"
Questo era quello che diceva e pensava la folla.
Sabato sera c'erano cortei spontanei nella capitale italiana, cortei spontanei di persone inferocite che andavano da Montecitorio al Quirinale a San Lorenzo, gente furiosa e gente pacifica ma pur sempre parecchio inferocita.
IL TRENO DELLA STORIA
Detto questo, a mio avviso sabato sera è andata persa una grandiosa occasione, ed il primo a sprecarla è stata Beppe Grillo.
Non eravamo moltissimi lì, fuori dal parlamento, ma c'erano migliaia di persone pronte ad andare a bussare alle porte del parlamento, come hanno fatto gli islandesi. Migliaia di persone che non sono scese in piazza perché nel momento di massima carica, quando sarebbe bastato il lancio di una sola monetino per scatenare l'assalto, è arrivato il tweet di beppe grillo che ha detto che sarebbe arrivato nella notte e solo domenica avrebbe parlato ai suoi.
Questo è stato un errore grave.
Lungi da me dire che al suo posto avremmo scelto diversamente - non è facile prendere decisioni che riguardano un intero paese, il tutto in 5 minuti.
Ma credo che sabato sera abbiamo perso un'altra occasione buona per accelerare la fine del passato. Posso anche capire che per ragioni di ordine pubblico questa sia stata la scelta più saggia, ma è anche stata la scelta peggiore per il paese.
I cambiamenti veri non si fanno chiedendo i permessi.
Non si cambia un sistema usando le regole del sistema.
Perché i permessi e le regole sono quelle cose che il sistema impone per difendere il sistema stesso.
Per cambiare un sistema bisogna rompere le regole e scrivere regole nuove.
Puoi farlo, se cavalchi uno dei Treni della Storia. Lo puoi fare perché la tua legittimità deriva non dai voti o dalla legge, ma da quella forza inarrestabile che è l'Idea il cui momento è giunto. Ed è lì che incarni l'implacabile, inarrestabile Juggernaut che travolge qualsiasi cosa, elimina il vecchio e riscrive le regole. Ma se scendi a compromessi, se accetti di stare dalle regole, scendi dal Treno della Storia e ti accodi.
Poi perdi forza, perdi potere, invecchi e finisci come Bossi.
Sarebbe bastato un tweet: "sto arrivando. convergete tutti su roma e invadete pacificamente tutte le sedi istituzionali".
E invece è arrivato questo: "sto arrivando, il tempo di finire la pizza e fumare un buon sigaro, mica posso mollare tutto così. andate avanti voi che io arrivo domani. armiamoci e partite" o più o meno una cosa del genere.
OGGI, DOMANI E DOPODOMANI
Con questo, non so se Beppe Grillo sia sceso dal Treno della Storia che così abilmente stava cavalcando. Credo comunque che molto dipenderà dai prossimi giorni e da quanto i partiti e le loro televisioni saranno in grado di ammansire la popolazione.
Ora, come mi ha detto Giulietto Chiesa, che ho incrociato proprio sabato sera appena fuori da Montecitorio, si entra in una fase nuova.
Ora c'e' un pezzo di italia, le chiameremo Le Pecore, rincoglionìta dai videopoker, da amici di maria de filippi, dai video porno e/o dalle logiche di partito che sostiene ancora il vecchio.
E c'e' un pezzo d'Italia, le chiameremo Le Caprette, che ha capito che queste maledette carogne sono i traditori del popolo e dovrebbero andare a finire i loro giorni a servire zuppe calde nei lebbrosari di Calcutta. Direttamente, così come sono vestiti, da Montecitorio a Fiumicino e poi a Calcutta, con il loro completo di Bulgari. E ci sarebbe un posticino speciale per Ignazio La Russa: andrebbe consegnato ai tribunale speciale indiano come merce di scambio per i due maro'. Che avendo sparato ed ucciso devono rispondere delle loro azioni e dovrebbero scontare la pena in un carcere italiano, ma chi ha creato le condizioni e definito le regole di ingaggio dovrebbe finire i suoi giorni in un carcere indiano al posto loro.
Per farcela non serve essere la maggioranza del 50%+1.
Basta essere molti meno, basta essere la maggioranza di quelli che si muovono per primi, qualche monetina, ed avere le palle sufficientemente d'acciaio per restare in sella sul Treno della Storia. Fossimo stati in 20.000, sabato sera, solo 20.000 più' un semplice tweet, forse ce l'avremmo fatta.
E comunque in Italia nei prossimi due anni si gioca la partita finale.
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