da versolaluce 10 Maggio 2013
La novità epocale c'è ed è incontestabile: Benedetto XVI è rientrato in Vaticano ed ha trovato ad accoglierlo il Vescovo di Roma, due vescovi vestiti di bianco si sono stretti la mano. BXVI ha commentato così il suo arrivo: “Qui è accogliente. Si può lavorare bene...”
Cosa sta accadendo? Le due autorità del successore di Pietro, quella spirituale di Vicario di Cristo e quella giurisdizionale di Vescovo di Roma, non sono più congiunte nella stessa persona, ma si fronteggiano, e devono trovare il modo di cooperare al bene del popolo di Dio.
Perché normalmente non si sa, o non si ha ben presente, che sulle spalle del successore di Pietro grava una doppia investitura: quella spirituale di Vicario di Cristo, che gli viene direttamente dall'essere prescelto come guida del popolo da Gesù in persona e quella temporale, che gli viene dall'incarico di governo giurisdizionale che il vescovo di Roma assume sulla chiesa universale. L'unione delle due investiture, poi, – quella spirituale di vescovo Vicario di Cristo e quella temporale di governo giurisdizionale della chiesa - non è l'eredità originaria che deriva dal tempo di Pietro, bensì è la formulazione che sopravviene storicamente solo vari secoli più tardi.
La formulazione del ruolo di Pietro in origine è di essere la guida spirituale del popolo di Dio scelta da Gesù come suo Vicario in terra. Pietro si stabilì poi a Roma, chiamando la sua comunità "la chiesa che è in Babilonia".
Dopo alcune generazioni, il clero romano raccolse pressoché integralmente la struttura politico-economica trans-nazionale dell'impero romano, fondata su diocesi e prefetture, prefetti e vicari. I vescovi in questo modo sommarono alla loro potestà di guida spirituale sul popolo di Dio, derivante dal sacramento dell'Ordinazione, anche il governo materiale della cristianità derivante dall'avere ereditato l'impero dei Romani. Fu così che i successori di Pietro, in quanto vescovi, si ritrovarono a dover svolgere anche l'ufficio di governo della struttura giurisdizionale universale della chiesa.
Dal momento in cui Benedetto XVI ha dismesso l'ufficio di governo giurisdizionale della chiesa, la struttura dell'autorità al vertice della chiesa consiste in questo:una investitura di potestà spirituale (permanente) da un lato, ed una investitura di potestà (rinunciabile) di governo giurisdizionale dall'altro, che non sono più congiunte nella stessa persona.
Ciò è una novità epocale per la chiesa di portata spirituale ed istituzionale gigantesca, che il popolo di Dio non solo non può ignorare, ma che ha necessità di imparare a conoscere per essere in grado di attribuire il giusto valore e di dare la dovuta attuazione a quanto verrà dalle due diverse autorità attualmente in campo: quanto alla guida spirituale da parte di Benedetto XVI e quanto al governo giurisdizionale da parte del nuovo Vescovo di Roma. Perché rinnegare l'investitura indelebile dello Spirito nel Vicario di Cristo e additare come unica guida l'autorità di governo giurisdizionale significa gettare il popolo cristiano nell'apostasia.
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