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venerdì 10 maggio 2013

SEMPRE PER CAPIRE MEGLIO E DI PIU' DIAMO UN'OCCHIATA ANCHE A WSI

tratto da  WSI il 10 maggio 2013

Superata la soglia psicologica. L'indebolimento progressivo della valuta giapponese aumenta le prospettive di crescita dei gruppi esportatori. Le ricette della "Abeconomics" funzionano.

Dopo i risultati sui sussidi di disoccupazione migliori del previsto in Usa, il dollaro viene scambiato a 101,16 yen.
TOKYO (WSI) - Le ricette della "Abeconomics" e le droghe delle banche centrali per ora sembrano funzionare. 
Le perdite della valuta giapponese nei confronti del dollaro si fanno sempre piu' pesanti, tanto da portare la divisa statunitense sopra quota 100 yen per la prima volta in quattro anni.

L'indebolimento progressivo della valuta nazionale aumenta le prospettive di crescita dei gruppi esportatori nipponici, che contano tanto per l'economia di Tokyo.

Il dollaro viene scambiato a 101,16 yen, in rialzo dai livelli di giovedi' di 100,48. Il biglietto verde e' riuscito a rimbalzare sopra la soglia psicologica grazie alle buone soprese arrivate ieri dal mercato del lavoro Usa. Le domande di nuovi sussidi di disoccupazione settimanali sono risultate inferiori alle previsioni: le richieste sono scese ai minimi dal 2008.

In aprile la Banca del Giappone ha varato un programma di stimolo monetario massiccio, ma il biglietto verde non e' mai riuscito a superare la barriera dei 100 yen. Superata la resistenza chiave ora secondo gli analisti tecnici, il dollaro puo' puntare a incamerare ulteriori rialzi.
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MILANO (WSI) - Finalmente! Questo è l’avverbio che ci sentiamo di usare riferendoci evidentemente al movimento che ha caratterizzato lo yen giapponese che contro il dollaro americano, tanto per citare il caso del cambio originale, è stato pesantemente venduto al punto di portarsi nel breve volgersi di un pomeriggio da quota 99 fino alla fatidica soglia di 100, per poi violarla con veemenza fino all’apertura delle Borse asiatiche che ad ora hanno contribuito a spingerlo fino al livello di 101,20. Se il rialzo del 4 aprile scorso era motivato, per quanto atteso, da un evento calendarizzato quale il meeting della Bank of Japan (il primo del neo-governatore Kuroda) che aveva comunicato ufficialmente il massiccio piano di acquisto di bond su tutte le scadenze con l’espansione della base monetaria verso precisi target ed orizzonti temporali, questa volta abbiamo assistito ad un movimento squisitamente tecnico.

Nell’ultimo mese infatti il cambio si era arrestato poco sotto 100 esattamente due volte, la prima delle quali con un ritracciamento piuttosto importante fino sotto 96 e fino a 97 nel secondo caso, permettendo così alle logiche di domanda e offerta di riequilibrarsi attorno a prezzi medi che ne hanno poi caratterizzato l’ampia congestione, e agli indicatori di scaricarsi salvo poi ritornare pesantemente in ipercomprato sulla supremazia dei compratori. 

Si è prodotto un potente effetto a catena, che ha generato fenomeni di herding quando tanti operatori entravano alimentando la spinta bullish.
Rotti perciò i massimi relativi, banalmente gli ordini posizionati sopra questi ultimi sono stati eseguiti così come gli stop in liquidazione di chi era corto confidando sulla tenuta dell’area di resistenza, determinando un violento breakout in grado di far letteralmente saltare i prezzi senza alcun spazio per normali pullback di breve tipici della dinamica di violazione di livelli statici significativi.
Si è quindi prodotto un potente effetto a catena, che ha generato fenomeni di herding nel momento in cui tanti erano gli operatori che entravano sullo sviluppo del movimento alimentandone così la spinta bullish.

UsdJpy – grafico orario

Un movimento di questo tipo era atteso dagli investitori da un punto di vista dei livelli tecnici, molto meno da quello del timing soprattutto se si pensa che tipicamente i movimenti importanti della valuta nipponica avvengono proprio durante la sessione asiatica di contrattazioni. Ma il fenomeno non è stato a sé stante in quanto ha riguardato più in generale il dollaro americano il quale non manca mai occasione di rimarcare la sua centralità nel mercato valutario, con acquisti importanti che lo hanno riguardato contro tutte le altre major: l’eurodollaro ha infatti rotto con forza l’1,3080 e successivamente l’1,3040 salvo poi andarlo a ritestare, il cable si è riportato nei pressi del cruciale supporto in area 1,54 e l’aud/usd ha rotto il mega supporto a 1,0120 fino ad approfondimenti non troppo lontani dalla parità su livelli che non si vedevano dal giugno del 2012. Il tutto esemplificato dal FXCM Dow Jones Dollar Index su nuovi massimo storici a 10.600.

Qualche tempo fa individuavamo il dollaro americano come potenziale porto di destinazione di ampia liquidità che, a fronte di miglioramenti strutturali dei fondamentali d’oltreoceano, poteva tornare ad essere percepita come valuta asset non più utile solo per finanziarsi ma per rappresentare un’attività di crescita da detenere in portafoglio, nel momento in cui invece le valute di riferimento di altre aree macroeconomiche sono colpite dal calare dei rendimenti causato dai tagli dei tassi di riferimento dei rispettivi Istituti Centrali, date aspettative di inflazione piuttosto basse. Il miglioramento sul fronte occupazionale a stelle e strisce come dimostrato dai dati su Payrolls e tasso di disoccupazione di venerdì scorso e che ha trovato conferma nel calo delle richieste dei sussidi di disoccupazione di ieri, rappresentano il potenziale propellente per lo svilupparsi di questa logica che quindi potrebbe vedere il green back continuare a rafforzarsi. I percentili di volatilità implicita delle opzioni scritte sui tassi di cambio sono notevolmente aumentati e perciò potremmo osservare quest’oggi ulteriori approfondimenti in grado di violare i supporti/resistenze più strategici di medio periodo a favore di dollaro americano. Se questi dovessero tenere, aspettiamoci anche correzioni importanti soprattutto su euro e sterlina.

EurUsd
La price action del cambio principe è stata molto precisa in quanto dopo le rotture dei supporti in maniera sistematica il prezzo si è portato sui supporti successivi e questo almeno in tre casi. Progressivamente abbiamo infatti assistito al superamento di 1,3120, 1,3080 (transito della trendline rialzista da inizio settimana) e 1,3040 fino ad avvicinarsi alla soglia psicologica di 1,30 dal quale poi il mercato ha ritracciato. La correzione si è incagliata proprio contro 1,3040, che caratterizza il limite superiore della congestione ben visibile sull’orario che può condurre ad una operatività in OCO, con possibilità di ingressi long sopra 1,3040 per riprese proprio di 1,3080, e short sotto 1,30 per il supporto cruciale a 1,2965.


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