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venerdì 7 giugno 2013

ALLA UE LA SALUTE MENTALE ED IL BENESSERE DEI CITTADINI EUROPEI NON INTERESSA! ORAMAI DOVREMMO SAPERLO TUTTI!


A margine dei “ fattacci” avvenuti a Roma, Londra, Parigi, Milano !

“ La Commissione non prevede di proporre una Direttiva sulla salute mentale e ricorda che, in forza del Trattato sul funzionamento della UE, la definizione delle politiche sanitarie nonché l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari e delle cure mediche sono di competenza degli Stati Membri “ ( Prot. IT E-005932/2012 16.7.2012 John Dalli 16.07.2012 question for oral answer, authors Mario Mauro ) .


Questa è stata la risposta alla richiesta di una Direttiva Comunitaria per la tutela della salute mentale in Europa !

Eppure il “Patto Europeo per la salute mentale ed il benessere”, siglato il 12/13 giugno 2008 a Bruxelles, rappresenta una importante base da cui partire per progredire verso una legislazione più incisiva nel settore della tutela delle malattie mentali, che consenta di agire in modo uniforme, comunque più efficace in questo delicato ambito sanitario.

In proposito ricordo che il 3 gennaio 2009 ho appreso che in data 27 novembre 2008, la “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” con lettera CEDH-LIt 1. OR (CD%) PC/ENI/ahu del 4 dicembre 2008 ), ha dichiarato irricevibile il mio Ricorso rubricato al n.44330/06 del 2 novembre 2006, inoltrato contro la decisione della “Commissione Europea per le Petizioni”, inerente la “ incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica, compresa l’ambito della infermità mentale” ( lettera prot. PS rq [02COM.PETI (2005) D/1087] del 10 gennaio 2005 Commissione per le Petizioni UE).

Si invocava, nel Ricorso, una serie di misure legislative precise ed atte a rimediare ai gravi disagi prodotti dalla malattia mentale in ambito europeo, nel pieno rispetto dei diritti e della dignità dei malati mentali, lasciando organizzazione ed erogazione dei Servizi Sanitari e cure mediche alla competenza degli Stati Membri della Unione Europea !

Mi permetto ricordare che “ La Corte ha ritenuto che il diritto invocato ( una Direttiva Comunitaria ) non figura tra i diritti e le libertà garantiti dalla Convenzione ( quale Convenzione? mah !) .Ne consegue che il Ricorso è incompatibile ratione materiae con le disposizioni della Convenzione” “. Fin qui la Sentenza ! Non comment !

La richiesta di una Direttiva Comunitaria, Risoluzione, Normativa era ed è costituita dalla carenza nella Costituzione Europea del mancato riconoscimento delle persone portatrici di handicap psichici, che in Italia come in Europa, sono in continua estensione e costituiscono un peso sociale e sanitario non indifferente, carenza rilevata, anche, dalla Conferenza Europea del 2006 a San Pietroburgo proponendo il “Piano d’Azione del Consiglio d’Europa” 2006/2015 con 15 linee d’azione.

Mi permetto far presente “anche se nel settore della sanità pubblica ed in particolare quella inerente la salute mentale, l’azione comunitaria può essere solo complementare alle politiche nazionali” come viene ritenuto, tuttavia è necessario ed impellente migliorare la salute mentale della popolazione UE, soprattutto nel provvedere solo legislativamente e costituire una strategia comunitaria che è carente nell’applicazione, malgrado le Risoluzioni 2006/2058 (INI) del Parlamento Europeo e 1 dicembre 2011/ C 358/06.

I cittadini europei, i cui timori sono giustificati, richiedono coraggio e risposte concrete dal parte del Parlamento Europeo, soprattutto quando è in gioco la salute nonché la sicurezza dei cittadini messa in pericolo (* vedere alcuni esempi di seguito*) dalle conseguenze prodotte dalla malattia mentale, perché l’autentico progresso, passa attraverso l’ascolto di quanto anela la gente nell’assoluto rispetto del bene della persona o di ogni persona in qualsiasi situazione si trova per la propria sicurezza.

Questo principio in cui crede il genere umano deve portare a considerare che non sono le semplici affermazioni che possono essere riferimento ad una dottrina, ad un principio dottrinale, ad una valutazione giuridica, ma al supremo concetto del diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale, sancito dalla Costituzione Europea : un valore della vita umana !

Quindi il diritto alla tutela della salute, anche psichica, ha una sua priorità e come tale esige sia in Italia che nell’Unione Europea un’ intervento legislativo in modo coordinato, coerente e democraticamente valido in tutti gli Stati Europei.

Per queste giuste motivazioni, a mio sommesso avviso, “le persone svantaggiate, compresi i più deboli e più bisognosi” come si afferma in maniera lodevole nel Preambolo del Trattato che adottala Costituzione Europea, hanno diritto a non vedere negati quei provvedimenti legislativi che il Parlamento Europeo dovrebbe assumere nel ruolo attivo della sanità pubblica in uguale, ripeto, valenza e validità in tutti gli Stati membri della UE, anche se in separata organizzazione, erogazione ed applicazione, ripeto, dei Servizi Sanitari, cure mediche lasciate alla competenza degli Membri della UE.

Quindi all’interno di questo campo socio-sanitario-legislativo la tutela della salute mentale rappresenta una questione particolarmente delicata, complessa, variabile onde tutelare il cittadino dalle conseguenze che possono produrre su chi ne è affetto, costituendo la sfida più grande in Europa per la pubblica salute del 21° secolo .

* Grande scalpore ha prodotto e suscitato in sede dei 27 Stati della UE gli episodi avvenuti a Roma nell’estate del 2008, quando un uomo di origine francese, Julien Monnet, sbatté ripetutamente la testa di sua figlia contro la scalinata del Milite Ignoto, provocando seri danni ed introducendo un anomalo contenzioso sull’applicazione di una carente legislazione europea .

In tempi recentissimi, maggio 2013 :

a.) a Londra il soldato inglese LEE Rigby è stato trucidato in strada con una machete da tale Michael Adebolajo cittadino britannico di origine nigeriana con la partecipazione di tale Michael Adebowale ,

b.) a Parigi il soldato francese Cèdric Cordiez è stato ferito a coltellate sulla pubblica via ;

c.) a Milano il ghanese Mada Kobobo ha ucciso persone a picconate che transitavano sulla strada ;

d.) a Monaco di Baviera, giovane ingegnere italiano Domenico Lorusso, accoltellato, ucciso da un passante mentre reagisce a sputo contro la fidanzata, che impietrita ha assistito all’omicidio .

Questi “fatti” avvenuti in diversi Stati Europei, dettati, effettuati senza alcuna ombra di dubbio da menti psichicamente instabili o “spinti” da motivazioni ignote, hanno provocato costernazione ed indignazione, sono “avvenimenti” che evidenziano :

a.) la carenza di una legislazione, direttiva comunitaria, normativa a livello europeo ;

b.) il nodo dell’imputabilità penale ;

c.) la carcerazione in istituti penitenziali oppure in ospedali giudiziari (OPG) .

Inevitabilmente, quindi, un alto grado di eterogeneità circa le disposizioni e gli obblighi connessi al trattamento sanitario e normativo che possono variare da uno Stato membro della UE all’altro, un contenzioso che richiede l’applicazione di una, ripeto, legge comunitaria inesistente, che sia uguale, effetto ed applicazione ai casi di disturbi psichici in sede europea .

Dunque i problemi sanitari e penali non conoscono frontiere e visto l’elevatissimo grado di mobilità delle persone all’interno del territorio della UE, è necessario andare verso una legislazione comune per la tutela della salute, che vada oltre le pur significative strategie comuni messe in campo dalle Istituzioni europee di concerto con Organizzazioni Internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità .

I partecipanti alla Conferenza Europea ad alto livello del 13 giugno 2008, nel “Patto Europeo per la Salute mentale ed il benessere “, nella formulazione della rilevanza della salute danno segnali di attenzione anche verso l’invecchiamento della popolazione UE, in quanto l’età avanzata può portare fattori di rischio per la salute mentale, come malattie fisiche, neurodegenerative, Alzheimer, forme di demenza, suicidi, sindrome di burn out (esaurito, bruciato : un processo stressogeno).

Per il bene comune, è auspicabile che si possa arrivare ad una omogeneità d’intenti mirati al concetto della solidarietà, perché il malato psichico è cittadino anche europeo, messo in rilievo, oggi 2013, proclamato e stabilito “ Anno Europeo dei cittadini” dalla “Decisione del Parlamento Europeo“ e del “Consiglio” del 23 novembre 2012 quale aspetto inalienabile sul diritto di cittadinanza da parte di tutti, senza alcuna emarginazione, sui giovani, sui diritti di studio, lavoro, apertura di attività .

Infatti un nota del Parlamento Europeo ricorda che “ i Trattati Europei hanno creato il concetto di cittadinanza europea “ ed ogni cittadino della UE “ benefica di una serie di diritti inclusi quello del diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni europee e locali e quello di presentare Petizioni “, come abbiamo fatto come Associazione al Parlamento Europeo sul disagio mentale e sulla carenza di una Legge, una Normativa, una Direttiva Comunitaria che abbia valore ed applicazione in tutti gli Stati Membri della UE , incluse le necessità dei disabili fisici .

Alla luce dell’attuale ripartizione delle diverse competenze tra gli Stati Membri della UE ed Istituzioni Comunitarie, è possibile richiedere la formulazione, ripeto, di una Direttiva comune per la tutela delle malattie mentali ?

E’ fuor di dubbio e denso di certezza l’utilità di questa tutela che anela l’opinione pubblica europea e la logica civile ed umana, che fanno appello a nome di tutto il mondo della sofferenza alla solidarietà di tutto il Parlamento Europeo, affinché il Consesso possa approvare una Normativa d’adeguamento comunitaria, necessaria ed urgente, a garanzia della sicurezza di tutti i cittadini europei.

E con le parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza ! ”
Previte

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