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lunedì 24 giugno 2013

DUE GIOVANI SPOSI LASCIANO LA LORO PROFESSIONE PER SERVIRE DIO, IL VICARIATO DI ROMA RIFIUTA LORO VECCHIE CASE CHE SCEGLIE DI RISTRUTTURARE QUALI ALBERGHI, ANZICHE' LASCIARLE AL SERVIZIO DI DIO!!!


Post n°79 pubblicato il 23 Giugno 2013 da animamistica


Avevo terminato la bozza dello Statuto associativo, che mi era stato richiesto dalla curia romana per ottenere il riconoscimento del piano di salvataggio di Dio per le famiglie.

Dall'inizio di febbraio 2003, avevo lavorato sul modello di statuto che mons.Sgreccia ci aveva dato su consiglio dell'ufficio per la Pastorale familiare della Diocesi di Roma, e dopo circa due mesi di lavoro, alla fine di marzo, la bozza finale dello Statuto era pronta.

Il 16 aprile 2003, mons.Sgreccia inviò in Vicariato la richiesta di approvazione degli Ultimi. E il 30 aprile 2003, mons.Moretti, Segretario Generale del Vicariato di Roma e responsabile della Pastorale familiare ci ricevette.

Ci disse di aver trovato il contenuto dello statuto conforme agli indirizzi della pastorale familiare e di essere favorevole ad un riconoscimento giuridico dell'associazione. Ci esortò a lavorare con impegno, presentando da subito il nostro programma di vita e missione ai fedeli, raccogliendo le adesioni e iniziando a far vivere l'aggregazione, e ci disse che Mons.Sgreccia sarebbe stato nominato assistente spirituale degli Ultimi.

Gli chiesi allora della casa e dei mezzi materiali che, secondo quel piano di Dio, dovevano essere dati a noi famiglie per lavorare nella chiesa, per investire in un nuovo circolo produttivo di imprese familiari e per aprire così le porte dell'istituzione al matrimonio, che sarebbe stato in questo modo lo strumento di Dio per far prosperare materialmente e spiritualmente, attraverso la fede, il popolo dei cristiani. 

Mi rispose: "Se volete lavorare, qui in Vicariato trovate aperta un'autostrada. Ma non chiedetemi case, né soldi, perché noi non abbiamo beni con cui finanziare queste attività." Rimasi annichilita. Riconoscevano che quel piano per le famiglie veniva da Dio, ci chiedevano di lavorare nella chiesa, ma rifiutavano, nella casa di Dio, di dare il salario all'operaio chiamato dal Signore stesso... 

| 1.La premessa | 2.La nomina del prete pedofilo mandato per devastare |3.La richiesta beffarda dell'Arcivescovo | 4.La posta in gioco: il piano di Dio per aiutare le famiglie con i beni della chiesa | 5.Trame all'ombra della cupola vaticana | 

Ebbi appena la forza di replicare, con un filo di voce, quasi tra me e me: "Ma ci sono tante chiese chiuse, con la casa, anche dentro Roma... e tanti conventi chiusi con terre in rovina..." Mi rispose che per quello avevano il progetto di trasformare in alberghi e residence, e ci disse la sua soddisfazione per il fatto che il Bonus Pastor, un tempo casa per la formazione spirituale cristiana poi rimasta deserta, aveva ricominciato a fruttare bene proprio trasformata in albergo.

Non capivo come si potesse essere soddisfatti che le proprietà che dovevano servire per accogliere i cristiani sul cammino della fede e per pascere il popolo di Dio venissero sconsacrate e rese beni commerciali, dati a pagamento per arricchire le casse del clero e delle associazioni religiose. Non lo capivo e non volevo accettarlo, se quella era stata una sottile indicazione su quanto avrei dovuto fare secondo loro. Mi sarei alzata e me ne sarei andata in quel momento, ma mi accorsi che Nicola - che aveva sempre in mente il conto in sospeso con la richiesta beffarda dell'Arcivescovo di Pescara - continuava il discorso per ottenere in quel momento almeno una dichiarazione scritta che provasse il riconoscimento che c'era stato nella Diocesi di Roma di quel piano di Dio per le famiglie degli ultimi cristiani e del 
Sentiero di formazione spirituale della Stella del Mattino.

Così, mons.Moretti ci scrisse e ci consegnò questa lettera, in cui dichiarava di conoscere la nostra "bella testimonianza di fede cristiana" e il nostro "impegno per animare la spiritualità tra le famiglie" e ci definiva "sposi e apostoli". La lettera era indirizzata a Nicola e me, come "Ultimi della Milizia di Cristo - Figli di Maria e Custodi del SS.Sacramento", così come avevo riferito della definizione data dalla Madonna all'identità della nostra missione e delle famiglie chiamate.

La precedente domenica delle Palme, 13 Aprile 2003, mi ero svegliata sentendo la presenza della Madonna di fronte a me. L'avevo vista vestita di Luce, sorridente, con un bimbo in braccio e tanti bambini che si radunavano intorno a Lei e poi correvano avanti e mi aveva detto: “Ora sei nella mia casa. Per portare a me i miei figli.” Per questo, ero certa che, nonostante i tradimenti del clero e le loro trappole tese continuamente al cammino delle famiglie, Dio stesse conducendo con mano ferma quel nostro passaggio nei palazzi del potere per condurre infallibilmente il suo popolo alla liberazione e alla prosperità spirituale e materiale.

Ebbi una visione il 5 giugno 2003, nella quale la Luce dello Spirito mi faceva vedere in che modo ora, dopo questa risposta della curia romana, Dio avrebbe agito... (segue)

Sacerdozio pervertito. Il caso abruzzese

PER APPROFONDIRE:


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